“Noi investiamo sulla costruzione dell’identità dei nostri ragazzi, continuando una tradizione già avviata dall’Istituto comprensivo Giorgio Gregori e lavorando sulla conoscenza del territorio”. Così ha esordito la dirigente scolastica Giusy Gentili dell’Istituto comprensivo di Carpineti–Casina, presentando, il 3 maggio, a Casina, la mostra sulle case a torre.
Tutto è nato dall’interesse per i beni culturali e storici del nostro territorio per sviluppare un progetto didattico promosso dall’Istituto dei beni culturali dell’Emilia-Romagna, alla sua terza edizione.
Si tratta di un concorso di idee dal tema "Io amo i beni culturali”, rivolto alle scuole secondarie di I e II grado, insieme a musei e archivi, per realizzare un Picture Book.
Il progetto ha indirizzato lo sguardo verso le case a torre, realtà tipiche del nostro territorio, costruzioni che delineano il nostro paesaggio in modo suggestivo e che, in alcuni casi, vengono ancora abitate dopo adeguamenti alle nuove esigenze abitative, in altri rimangono luoghi dimenticati ed oggi il loro recupero si rende difficile, troppo impegnativo.
Non a caso la scuola ha attivato un laboratorio fotografico, che ha pure consentito l’iscrizione all’iniziativa, ormai internazionale, di Fotografia Europea, alla sua VIII edizione, e che pubblica sul web il lavoro dei ragazzi, in Circuito Off.
Ma cosa sono le case a torre e cosa ne è rimasto oggi?
Risalgono al 1400 e sorgono come elementi di difesa del territorio.
Ecco che dai ragazzi parte l’esplorazione dei luoghi, con il contributo dell’Associazione “Insieme per Pianzo”, che da tredici anni scommette sui percorsi culturali del territorio e che quest’anno ha permesso di visitare le case a torre, avendo a cuore la formazione e lo studio dei ragazzi, in vista del loro futuro, come ha ben sottolineato il suo Presidente, Filippi Rubens.
Fondamentale anche il contributo delle famiglie Ubaldo Montruccoli , Margini Olimpio, Taddei e Cineroli di Vaglie che hanno aperto le case permettendo di conoscerle da vicino.
E da qui parte anche la voglia di scoprire… "Lavoriamo per conoscere i tesori del territorio”, ha affermato la dirigente scolastica nel ringraziare la prof.ssa Sandra Giberti di arte e le prof.sse di lettere che hanno collaborato con lei in un percorso interdisciplinare, i ragazzi ed i genitori che si sono prestati, nonché l’amministrazione comunale rappresentata dal sindaco Rinaldi Gianfranco, da assessori e consiglieri comunali presenti all’inaugurazione.
Il sindaco ha sottolineato la straordinarietà del lavoro svolto, che esprime la incredibile bellezza del paesaggio, del quale siamo privilegiati abitanti… Il tema del paesaggio è legato infatti alla presenza dell’uomo ed in particolare in Italia, a differenza di altri paesi, abbiamo un passato antichissimo.
Un progetto quindi corale, che ha messo in mostra la mappatura delle case a torre del territorio, le loro posizioni strategiche su strade maestre : “le fotografie non sono solo in questo caso una rappresentazione della realtà ma un’operazione culturale per conoscere tutto quanto ci sta dietro.
L’occhio così si allena a vedere conoscenze altre”, ha concluso la dirigente.
Le fotografie ci raccontano la Casina di un tempo: attraverso lo sguardo curioso e attento dei ragazzi riemergono luoghi nascosti, apparentemente inaccessibili.
Casa a torre la Villa, casa a torre Casaleo, borgo la Villa, borgo di Croveglia, casa a torre a Vaglio, di Lezzolo, di Paullo e poi Montale, Monchio e Casalio di Sarzano, Cologno e Bergogno… Non sono fotografie professionali, come gli esercizi di pittura che le accompagnano, ma appunti, riflessioni, impressioni che aiutano a ricordare i luoghi di un paese cambiato in cui però affondano le nostre radici.
Splendida raccolta di luoghi, di atmosfere e di ambienti, immortalati da uno scatto che resta per sempre per raccogliere un passato che ci ha connotato, per renderci consapevoli della nostra realtà e portarla al futuro.”Queste immagini infatti ci mettono in relazione con chi verrà dopo di noi, così come abbiamo fatto noi in questo percorso, con chi ci ha preceduto e vogliono raccogliere la nostra memoria”, ha affermato la prof.ssa Giberti.
Tuttavia, alla base dell’intero percorso e, inevitabilmente fine ultimo dello stesso, rimane la presa di coscienza dell’importanza dei beni culturali e artistici, della necessità di preservarli e di divulgare la loro conoscenza, affinché la loro storia, seppur lontana nel tempo, diventi la storia di tutti e ci parli ancora.
Infine la parola ai ragazzi che hanno raccontato come hanno vissuto la loro esperienza attraverso l’uso di frasi significative : "Carpe diem, cogli l’attimo, anch’io amo i beni culturali… I beni culturali devono essere rispettati perché ci simboleggiano, anch’io amo i beni culturali…Fare di un’immagine un dipinto: anch’io amo i beni culturali.. Non conoscevo le case a torre e ho imparato quante ce ne sono sul territorio: anch’io amo i beni culturali… Uno scatto al giorno toglie la noia di torno… anch’io amo i beni culturali… Visitare un bene culturale è come guardare un album di fotografie del nostro passato: anch’io amo i beni culturali.. Istantanea di ricordi. Fare un’immagine fotografica significa portare conoscenza agli altri… Anch’io…
Il circuito regionale era iniziato facendo visita ai Chiostri di San Pietro, la metodologia è stata quella della ricerca attiva.
Una ricerca che invoca anche l’aiuto di enti e istituzioni perché questi valori del territorio non vadano perduti.
La mostra è visitabile nell’atrio della scuola secondaria di Casina.
(Maria Alberta Ferrari)