Domenica 25 maggio p.v., alle ore 17, nella chiesa di S Michele a Cavola, sarà riproposta la Messa del Moro all'interno di una celebrazione eucaristica, dall’ensemble vocale “La Cantoria” diretta dal M°Andrea Caselli, che ha curato la trascrizione basandosi sui manoscritti conservati presso l’archivio della banda musicale di Cavola.
L’ensemble vocale “La Cantoria” è formato da cantori della zona montana, coristi professionisti provenienti da Reggio Emilia, e da professori d’orchestra, anch'essi provenienti dal nostro Appennino e dal capoluogo.
Durante la S. Messa, verranno eseguiti alcuni mottetti del compositore reggiano Guglielmo Mattioli (1857-1924) e del carpinetano Luigi Valcavi (1853-1945), due musicisti che ebbero un legame artistico tra loro ed anche un legame alle terre cavolesi in quanto Mattioli trascorreva l’estate a l’Oca di Cavola e Valcavi perché era sovente chiamato dalla vicina Pantano dove abitava, a solennizzare con l’organo le sacre funzioni.
Al termine della messa ci sarà un momento di convivialità con le unità pastorali di Cavola, Cerrè Marabino e Corneto presso il Cavola Forum.
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Estratto dal libro “ Dei montanari il canto” di Andrea Caselli scritto nel 2004
Dall'archivio storico della Diocesi di Firenze redatto nel 1858 si legge:
…” Pietro del Moro nato nel 1804 fu ordinato sacerdote nel nel 1826 e fu parroco della chiesa di S Giusto a Ponte a Ema in provincia di Firenze, istruito parroco esimio in musica. Morì il 4 marzo 1886.
Centro indiscusso delle principali attività musicali del toanese era la vicina Cavola, dove all'inizio del 1900 era già attiva la banda musicale. In quegli anni era in attività anche la musica da chiesa, la quale subì un notevole arricchimento con l'istituzione del coro. Cantare la Messa la terza domenica del mese fa parte di un'antica tradizione; tradizione che diventa più forte con l'impiego della banda e del coro nelle celebrazioni. Nel 1928 Pellegrino Baroni cavolese, appassionato di musica, ridiede vita al corpo bandistico. Il nuovo direttore diede anche un notevole impulso alla musica da chiesa formando un gruppo di cantori muniti soprattutto da una grande passione piuttosto che una formazione musicale; "bravi cantori con voci fluide ma possenti che risuonano nelle navate delle nostre chiese" così diceva un parroco di allora .
La partitura della Messa del Moro fu portata a Cavola subito dopo il primo conflitto mondiale dal M° Pellegrino Baroni il quale prestò servizio militare in Toscana e qui conobbe la musica di questo sacerdote compositore. La composizione unica nel suo genere, racchiude in se melodie di puro sapore donizzettiano: i passi corali per le due voci di tenore e basso si fondono con le sette parti reali degli strumenti a fiato (ottoni e legni), sottolineando i passi più salienti della messa quali il “Gloria, Incarnatus e Resurrexit “ La composizione comprende le 5 parti dell’ “Ordinarium Missæ” senza però il “Benedictus” che nei manoscritti non compare. Questa Messa alquanto “strana” per alcuni passi non liturgica, contiene verità ed espressioni musicali inusuali per una composizione sacra. Piacque tanto al M°Baroni che la portò fino nelle nostre terre, forse per la particolare combinazione degli strumenti a fiato con le voci del coro, e forse per la semplicità e l’immediatezza dei temi che rammentano alcuni passi d’opera. Non piacque molto ad un sacerdote cavolese del tempo, che secondo le testimonianze dell’epoca, bruciò nel camino la partitura vietandone l’esecuzione in chiesa per parecchi anni. L’ultima esecuzione documentata si ebbe negli anni ’80 del novecento per volontà di alcuni cantori e strumentisti della banda di Cavola, guidati dal compianto direttore Bione Franchini già maestro delle bande di Felina e Cavola, che ripropose la composizione quando venne inaugurata la chiesa parrocchiale dopo i restauri interni.
Per prenotarsi contattare il sig. Sergio Leandri, 3282771812