Riceviamo e pubblichiamo.
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Nel mese di marzo 2014 gli impiegati di Ricci Casa di Ciano d'Enza hanno ricevuto una lettera di trasferimento che li comandava per il giorno 28 aprile scorso al lavoro presso la sede di Crespellano di Bologna. Le motivazioni addotte da Ricci Casa sono relative alla maggior efficienza nella gestione dell'impresa, riduzione dei costi, riduzione dei tempi decisionali e miglioramento dei flussi informatici del settore amministrativo.
Il trasferimento riguarda 8 persone, quasi tutte donne con problemi di cura della prole e di assistenza familiare, persone che abitano a Castelnovo ne' Monti e limitrofi e che sarebbero costrette a farsi carico di alcune ore di viaggio al giorno, con auto propria, per recarsi nel nuovo luogo di lavoro, non raggiunto da mezzi di trasporto pubblici diretti.
A seguito della indisponibilità della Ricci a revocare il trasferimento, i lavoratori e le lavoratrici non si sono sottratte al confronto ed hanno proposto di addivenire ad un accordo che permettesse loro di ridurre l'impatto sia economico che di impiego di tempo che tale trasferimento comporta: i lavoratori coinvolti hanno calcolato una spesa/mese di 500,00 euro netti a fronte di stipendi medi di 1250,00 euro netti su un tempo pieno.
La Rsa di Reggio Emilia, assistita da Filmcams Cgil, ha proposto l'utilizzo di un mezzo collettivo di trasporto, la riduzione della pausa pranzo per trasformare il tempo di attesa in periodo utile al lavoro e accorciare i tempi di impegno su Bologna, il ristoro del pasto tramite buoni pasto o convenzioni con mense.
La risposta di Ricci è stata negativa su tutti i fronti: è stata solo accolta la richiesta della Rsa e di Filcams di posticipare il trasferimento al 19 maggio p.v. per proseguire il confronto, stante anche alcune gravi situazioni individuali.
L'assemblea di tutti i lavoratori di tutte le strutture di Ciano, anche quelle non coinvolte dal trasferimento, ha chiesto con ordine del giorno del 17 aprile scorso il ritiro del trasferimento. Renzo Ricci s'è reso disponibile ad incontrare i lavoratori il 14 maggio a Ciano a ridosso della data prevista per lo spostamento.
Ora i lavoratori stanno attendendo con apprensione sia l'incontro che la data del 19 maggio, senza sapere cosa sarà del loro futuro, temendo la prossima disoccupazione anche perchè la legge autorizza il datore di lavoro a licenziare il dipendente che non si è presentato sulla sede comandata.
Diventa difficile ad oggi pensare che senza flessibilità e aiuti economici lavoratrici madri di bambini inferiori a 3 anni riescano a prendere servizio puntualmente il 19 maggio alle ore 8-8,30 in quel di Bologna.
(Cgil-Filcams)
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Le motivazioni sono sempre nobilissime: “maggior efficienza nella gestione dell’impresa, riduzione dei costi, riduzione dei tempi decisionali e miglioramento dei flussi informatici del settore amministrativo”. E’ per questo che le ditte impongono trasferimenti a volte impossibili (una ha accorpato la sede di Palermo a Catania, vedete voi) pur mantenendo i posti di lavoro, ci mancherebbe. Così è il dipendente, ingrato, che rinuncia alla possibilità di “crescere professionalmente”. Magari ai cassintegrati Fiat proporranno il trasferimento negli Usa, così diventeranno anche bilingue. Credo che la proprietà potrebbe dire semplicemente che la risposta commerciale all’apertura di Ikea a Parma è stata trasformare la sede di Ciano in una mini Ikea con meno offerta e prezzi non concorrenziali. Un’idea perdente in partenza. E i lavoratori pagano, in un modo o nell’altro. A loro migliori auguri che possano trovare presto soluzioni consone alle loro necessità.
(Cristina Casoli)
Sarebbe interessante che superman Renzi con il suo codazzo di ragazze-immagine potesse provare la condizione delle lavoratrici madri con bimbi di 3 anni a 1250 euro al mese costrette a pagarsi la trasferta di tasca propria. C’è una distanza siderale tra le Picierno girls, con i loro mirabolanti annunci spot e il paese reale e realisticamente non si comprende come possa essere annullata dall’andazzo esistente.
(luigi Bizzarri)
Totale solidarietà alle lavoratrici.
(Rosanna Fontana)
E poi dicono che leggi italiane non tutelano i datori di lavoro??? Mi metto nei panni di una persona con una famiglia alle spalle, con magari anni di esperienza alla sede di Ciano, che di punto in bianco non sa che cosa sarà del suo futuro; ma io dico… ragionarci un attimo, no???… Secondo me ci sono altri modi se una ditta vuole ottenere certi cambiamenti, innanzitutto servirebbe un po’ di rispetto nei confronti dei lavoratori che hanno fatto sacrifici e portato avanti le cose con impegno e secondo me invece che alzare questo muro sarebbe bene ragionare e trovare una soluzione! E’ proprio vero che chi ha il coltello dalla parte del manico a volte non si rende conto delle ferite che provoca. Mi auguro solo che i Vostri sindacati vi aiutino a mediare perché se io fossi nella Vostra situazione sarei disperata…
(Barbara)