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Confagricoltura: amministrative del 25 maggio, lettera aperta a tutti i candidati sindaci

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Riceviamo e pubblichiamo.

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L’agricoltura e l’agroalimentare sono centrali nell'economia provinciale e nazionale. Quali sono dunque le proposte dei candidati sindaci sui loro territori? Confagricoltura Reggio Emilia fornisce alcuni significativi spunti che possono essere d'aiuto e guida nell'agenda politica dei tanti futuri sindaci reggiani.

Situazione odierna del comparto

Confagricoltura Logo
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Il settore agroalimentare vive oggi un momento del tutto particolare. Da un lato la fase della trasformazione e distribuzione alimentare ha retto abbastanza bene alla crisi economica ma l’attività agricola in senso stretto soffre evidenti problemi di competitività; lo dimostra il calo del valore aggiunto (i costi di produzioni crescono più del fatturato) e la contrazione degli addetti agricoli, sia autonomi che dipendenti.

La montagna zona più a rischio per le imprese agricole

Preoccupa la situazione della montagna, dove i costi per di produzione hanno un’incidenza maggiore, soprattutto per quanto riguarda i trasporti, l’energia e l’alimentazione del bestiame. Nonostante tutto, gli agricoltori della montagna stanno stringendo i denti, spesso lavorando sotto i costi di produzione, sottopagando il lavoro familiare. Oggi la montagna conta circa il 13% delle aziende agricole complessive della provincia e quasi il 25% degli allevamenti reggiani. E’ proprio il destino della zootecnia da latte che desta preoccupazioni, una filiera produttiva insostituibile che tra latte, carne e foraggi rappresenta il 90% del valore aggiunto agricolo della montagna.

La chiusura delle province pone ai sindaci nuove e delicate competenze

Confagricoltura Reggio Emilia si è dichiarata favorevole all’abolizione delle Province in tempi non sospetti, fin dalla campagna elettorale per le regionali 2010, suscitando anche reazioni infastidite. Lo ripetiamo anche oggi: l’amministrazione Provinciale di Reggio in questi anni ha lavorato bene in campo agricolo e non sono in discussione persone o risultati, in particolare ringraziamo l’assessore Roberta Rivi, sempre competente e attenta ai problemi reali delle aziende agricole. Riteniamo però giusto e urgente ridisegnare l’assetto complessivo dell’amministrazione pubblica, che va semplificata e resa meno costosa. Tuttavia, a breve, ci troveremo “in mezzo al guado” e prevediamo che non sarà facile riorganizzare materie come l’agricoltura, l’ambiente e la pianificazione territoriale, che tra conferme e cambi di competenza verranno comunque interessate dai nuovi assetti. Diamo ai futuri sindaci fin da ora la nostra collaborazione. A loro, ma soprattutto ai decisori nazionali, chiediamo di cogliere l’occasione di questa riforma per una vera e profonda semplificazione burocratica.

La tassazione problema nazionale e locale

Dal 2012 la tassazione locale sì è profondamente inasprita, soprattutto per il settore agricolo. L’introduzione dell’Imu in agricoltura ha comportato in media la triplicazione del prelievo rispetto all’Ici. Dopo due anni di attività sindacale, Confagricoltura e le altre associazioni agricole hanno ottenuto l’annullamento dell’Imu sui fabbricati strumentali, una tassazione estremamente onerosa ma soprattutto iniqua, che tassava due volte il fondo agricolo. Ma con l’entrata in vigore della Tasi dal 21014 si realizza una beffa per i proprietari di fabbricati agricoli: l’Imu uscita dalla finestra, di fatto rientra dalla porta. Per compensare questo effetto chiediamo l’abbassamento immediato di un punto dell’aliquota Imu dei terreni agricoli. Un’ulteriore aumento di imposte attende il settore agricolo: la tassazione Imu già con effetto 2014 dei terreni agricoli collinari, la possibile riduzione delle agevolazioni sui terreni montani e una pesante tassazione delle agro-energie rinnovabili, quali il fotovoltaico e il biogas. L’aumento dell’imposizione locale sui beni agricoli è in costante aumento: una vera e propria imposta patrimoniale in costante aumento che le imprese agricole non possono reggere. Chiediamo con forza ai sindaci di invertire la tendenza.

Cosa chiede Confagricoltura alla politica locale

Se è vero che molte materie agricole sono di competenza provinciale e regionale, è fondamentale il rapporto tra aziende agricole e amministrazioni comunali. Chiediamo ai futuri sindaci e alle amministrazioni locali in primo luogo di fare uno sforzo per conoscere l’agricoltura e le aziende agricole del loro territorio. Tanti amministratori locali hanno un’immagine stereotipata dell’azienda agricola, fatta di “piccolo è bello” di “fare qualità ripaga sempre”, e cliché simili. Fare impresa agricola oggi significa innanzitutto ragionare di efficienza, investimenti ingenti, ricambio generazionale e, in definitiva, prospettive di reddito che giustificano e sostengono tutto ciò. Chiediamo che nella programmazione economica e territoriale dei comuni siano ridotti al minimo se non annullati i vincoli che possono frenare gli investimenti strutturali e la crescita delle imprese agricole, in modo particolare degli allevamenti, ma non solo. Dobbiamo dare atto dell’atteggiamento positivo che tanti Comuni hanno su questo fronte ma chiediamo che si prosegua su questa strada. La stessa attenzione chiediamo laddove i vincoli ambientali e paesaggistici possono diventare vincoli per le imprese. Vogliamo un’agricoltura sostenibile e di qualità (perché questa è l’agricoltura che conosciamo e che già facciamo) ma non creiamo nuovi vincoli alle imprese o nuovi costi ingiustificati per la collettività. Chiediamo poi, nel rispetto dei doveri delle imprese e diritti di ogni cittadino, che venga dato il giusto peso alle proteste contro gli insediamenti e le attività agricole, siano essi stalle, porcilaie, impianti di biogas o altro. Assistiamo troppo spesso ad atteggiamenti estremistici, strumentali e frutto di profonda disinformazione tecnico-scientifica. Le attività agricole non solo esistevano già prima di tanti insediamenti abitativi, ma possiamo dire che nella nostra provincia sono condotti con grande attenzione e rispetto delle norme. Un dato eloquente: negli ultimi 90 controlli Arpa su allevamenti reggiani, ben 66 (il 73% dei casi) non hanno dato alcun esito. Secondo gli stessi funzionari Arpa, a Reggio c’è una chiara tendenza ad effettuare spandimenti in modo corretto e le percentuali di “non conformità” (quasi sempre di tipo formale) sono assolutamente fisiologiche.

 

1 COMMENT

  1. Sono convinto che l’agricoltura sia ancora il settore primario per il nostro territorio e sia in grado di dare risposte positive sia in campo occupazionale che risposte importanti sulla qualità dei prodotti per la salute dei cittadini. Accolgo con interesse l’invito di Confagricoltura a sottoscrivere questi suggerimenti e a partecipare a qualsiasi iniziativa si voglia proporre e sostenere sia a livello locale che in sede nazionale dove mi sarà possibile.

    (Robertino Ugolotti, candidato sindaco a Castelnovo ne’ Monti, lista civica “Progetto per Castelnovo ne’ Monti)

    • Firma - RobertinoUgolotticandidatoSindacoaCastelnuovoneMontiListaCivicaUnprogettoperCastelnuovonéMonti