Riceviamo e pubblichiamo.
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Gentilissima redazione, vi invio la presente riflessione sul credito bancario, prendendo spunto dai risultati usciti la settimana scorsa sul credito concesso alle imprese, al commercio e dalla denuncia presentata nei confronti di un noto istituto Bancario da un imprenditore della montagna.
Sabato scorso sono usciti i dati del trimestre in merito al credito concesso alle imprese in Italia: un dato sconcertante, preso la media di 1000 domande, ne sono state bocciate 974 ed accettate 26.
Da questa fotografia si direbbe che questo paese e fallito, cioè il 97.4 % delle imprese italiane non sono meritevoli di credito, cioè non affidabili, il 2.6% sì. Ora trasferendo il pensiero dal mondo virtuale “bancario” al mondo reale economico, la fotografia data dai numeri non è reale.
Innegabile che la crisi si è fatta sentire e che tuttora si sente, ma questo paese fatto di piccole e medie imprese, di commercianti medio piccoli, non è fallito, ma solo soggetto a Basilea 3, un regolamento fatto appositamente per tutelare gli istituti bancari, sicuramente bisognoso di regole, ma non adatto a tutti i paese, in particolare per l’Italia, paese che vive da anni di sofferenze causate principalmente dallo Stato che non paga o quando lo fa succede dopo mesi e mesi, da una giustizia che con una velocità “nulla” che ti impedisce di esigere i tuoi crediti.
In questi anni il credito erogato dalle banche è sempre in diminuzione, e quando questo è erogato succede a tassi quasi usurai, non va difatti dimenticato che il sistema banche ha ricevuto centinaia di miliardi di euro al tasso del 1% dalla Banca centrale europea! Domanda: dove sono finiti? Non sicuramente al volano economico, tanto meno alle famiglie.
Quanto accaduto è stato devastante, sia per gli imprenditori che per le famiglie, assetate di liquidità, per un periodo di crisi prolungato non per investire in “festini” ma per dare respiro alle proprie imprese, per poter continuare a pagare gli stipendi ai dipendenti, per poter continuare ad investire e ad assumere.
Il sistema Basilea 3 ha tolto nel migliore dei casi la dignità!, in altri la vita, con suicidi di imprenditori, “colpevoli” di non essere riusciti ad avere 1000/10000 € per continuare a lavorare e pagare gli stipendi, come se la crisi non esistesse, come se l’aria che si respira negli uffici dei mega manager fosse diversa da quella respirata dai comuni mortali.
Un paese che permette al sig. Moretti di lamentarsi dei suoi 834.000€ annui non è un paese civile, forse del quarto mondo, ma tanto è stato spostato ad altro incarico! Quale occasione persa.
Qui lo stato è colpevole, la classe politica lo è per non aver attivato un fondo di garanzia, non per aziende decotte o per i soliti amici ; ma un fondo attivo che funzioni, ove una persona, un imprenditore si possa rivolgere con idee vere con un progetto da finanziare per dare lavoro, produrre ricchezza e per ridare dignità, a quelle persone a cui è stata tolta, per colpa di un funzionario asettico che guardando numeri senza sapere nulla di te, ha cassato la tua richiesta.
Il mio pensiero finale va all’imprenditore Castelnovese che si è rivolto alla nostra associazione, con la sua denuncia si è mosso il “mondo” delle persone silenziose, di quelle che hanno subito senza denunciare.
La prossima settimana incontreremo due imprenditori che”pensano” di aver subito soprusi, la nostra associazione è a disposizione di tutti, la nostra email, per chi volesse scriverci è la seguente: [email protected].
(Roberto Malvolti, responsabile Emilia-Romagna Sos Italia libera associazione antiusura e antiracket)