Nel giorno in cui i vescovi calabresi decidono di inserire lo studio della 'ndrangheta nel percorso di studi teologici, una vasta operazione antimafia, partita da una denuncia di Enrico Bini, ha consentito di smantellare - con 13 arresti e il sequestro dei patrimoni - una potente organizzazione presente sul territorio emiliano e affiliata alle cosche Arena e Nicosia di Isola Capo Rizzuto. Prestanomi, riciclaggio, minacce tra l'Emilia e Reggio Calabria per un tesoro sequestrato di 13 milioni di euro. In carcere il boss Michele Pugliese, assieme a ragazzi di vent'anni e donne. Il blitz è avvenuto all'alba e ha coinvolto 250 carabinieri.
Una notizia che in queste ore sta avendo eco sui media nazionali.
Di seguito la nota ufficiale sull'operazione.
Roberto Alfonso, procuratore capo della Dda di Bologna ha spiegato come: "Il sequestro di beni è l'arma migliore per stroncare questa attività. La denuncia è nata dal presidente della Camera di Commercio che aveva potuto notare movimenti anomali e dal rilievo di incendi di mezzi scavatori".
* * *
Nel corso della mattinata di ieri, mercoledì 10 aprile, i Carabinieri dei Comandi Provinciali di Bologna, Reggio Emilia, Crotone e Modena hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal Gip di Bologna, . Letizio Magliaro, su richiesta della locale Dda,Marco Mescolini, a carico di 13 soggetti (7 destinatari di custodie cautelari in carcere e 6 agli arresti domiciliari –vds elenchi sottostanti) tutti ritenuti contigui alle cosche Arena e Nicoscia di Isola Capo Rizzuto.
L’accusa è di avere, in concorso tra loro e nel contesto di un medesimo disegno criminoso, illecitamente e fittiziamente intestato a prestanome, società, beni mobili ed immobili, con il reinvestimento di capitali di illecita provenienza, con l’aggravante di avere commesso i reati al fine di agevolare l’associazione mafiosa di riferimento.
Nel corso dell’attività sono altresì state effettuate 30 perquisizioni locali.
L’operazione costituisce l’esito di due filoni di indagine svolte dai Carabinieri di Reggio Emilia ("Operazione Zarina”) e Bologna ("Operazione “Aurora”), condotte rispettivamente da giugno 2010 ad ottobre 2011 e da novembre 2011 ad ottobre 2012, aventi per oggetto, in gran parte, gli stessi personaggi, pertanto coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia in un unico filone investigativo.
A Reggio Emilia l’indagine traeva origine, nel mese di giugno 2010, da una segnalazione della locale Camera di Commercio, Enrico Bini, e da un controllo dei carabinieri finalizzato a chiarire l’attività posta in essere da una società calabrese con sede operativa in Gualtieri (RE) e sede legale ad Isola di Capo Rizzuto (KR), la “Autotrasporti Emiliana Inerti S.r.l. unipersonale”, il cui amministratore unico era PERITI Federico. La successiva attività faceva emergere a monte di questi la figura di PUGLIESE Michele[1] elemento di spicco delle cosche ARENA-NICOSCIA. Il boss della ‘ndrangheta, colpito da sequestro di beni nell’ambito di precedente indagine antimafia convenzionalmente denominata “Pandora” (della D.D.A. di Catanzaro e della Squadra Mobile di Crotone del 2009) era riuscito a intestare società ed altri valori a lui riconducibili a prestanome di sua fiducia. Tra questi rileva, tra gli arrestati nell’operazione odierna, TIPALDI Caterina, legata sentimentalmente al PUGLIESE Michele, che i carabinieri di Reggio Emilia chiamavano da subito “zarina” per l’ascendente che aveva sugli altri indagati, dando il nome a quella parte di indagine.
A Bologna le attività vennero avviate, nel novembre 2011, dalla Compagnia di San Giovanni in Persiceto (BO), a seguito dell’incendio di alcuni escavatori presso una cava della società “Lame 91”, con sede a Castel Maggiore (BO) ma con attività di estrazione in Sala Bolognese, presso la quale risultavano effettuare movimento terra alcune ditte calabresi.
Le indagini, proseguite dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Bologna, si sono poi concentrate in particolar modo sulla famiglia TIPALDI, originaria appunto di Isola Capo Rizzuto (KR) ma da anni presente in Emilia Romagna ed in particolare in San Giovanni in Persiceto e Sant’Agata Bolognese, legata alle cosche ARENA NISCOSCIA.
Le indagini hanno esaminato la condizione patrimoniale degli indagati, le attività economiche, la riconducibilità ad essi di tali attività, le relazioni e i rapporti intercorrenti tra gli stessi e con associazioni criminali di tipo mafioso operanti in Calabria; da questi accertamenti sono emersi i rapporti tra Salvatore Mario TIPALDI, fratello di TIPALDI Pasquale (assassinato alla vigilia di Natale del 2005), e la famiglia PUGLIESE, sempre di Isola di Capo Rizzuto, con particolare riferimento al citato Michele PUGLIESE, legato alle cosche ARENA e NISCOSCIA.
Il rapporto tra la famiglia TIPALDI con le cosche ARENA – NISCOSCIA è stato assicurato dal legame sentimentale tra TIPALDI Caterina, figlia di Salvatore Mario e residente a Sant’Agata Bolognese, e PUGLIESE Michele. Infatti la TIPALDI gestiva (almeno sino all’estate 2011 quando si interruppe la relazione) alcune aziende ubicate a Gualtieri (RE) a lei intestate per conto dell’allora compagno.
Dalle investigazioni di Bologna e Reggio Emilia emergeva che Caterina TIPALDI si era trovata a fronteggiare una situazione di grave crisi debitoria, nella gestione delle aziende tra le province di Bologna e Reggio Emilia a lei fittiziamente intestate dall’allora convivente PUGLIESE Michele.
Gli investigatori hanno ricostruito una rete di attività imprenditoriali, tanto in Emilia Romagna quanto in Calabria, strettamente connesse tra loro che, pur formalmente intestate a prestanome, venivano mosse da un’unica volontà criminale/imprenditoriale.
Gli accertamenti patrimoniali condotti dal Nucleo Investigativo di Bologna hanno consentito altresì di evidenziare la sproporzione tra i redditi dichiarati e le effettive disponibilità economiche di PUGLIESE Michele e dei suoi prestanome, che ha portato all’emissione del decreto di sequestro preventivo di aziende, alberghi, trattori e rimorchi, autovetture, unità immobiliari (tra cui 2 alberghi) in isola Capo Rizzuto (KR), Viadana (MN), Sant’Agata Bolognese (BO) e Gualtieri (RE), nonché di tutti i rapporti con saldo attivo intrattenuti con istituti di credito o finanziari sul territorio nazionale.
La stima per difetto dei beni sequestrati è valutabile in circa 13 milioni di euro.
Il PUGLIESE Michele, benché sottoposto a misure restrittive della libertà personale, avrebbe reinvestito i capitali illeciti derivanti dalla contiguità con le cosche ARENA – NICOSCIA, trasferendo di fatto le attività della società PUGLIESE TRASPORTI (oggetto dei provvedimenti connessi all’operazione PANDORA) nelle società intestate ai prestanome: GLOBAL D&G, GMP AUTOTRASPORTI, AURORA AUTOTRASPORTI,VI.TO. TRASPORTI, S.G. TRASPORTI e MUTO TRASPORTI. Anche la società NORD PETROLI, acquistata da TIPALDI Caterina nel giugno 2011, sarebbe stata parte di questo sistema e dopo appena tre mesi era passata, al termine della relazione tra la TIPALDI ed il PUGLIESE, alla madre di quest’ultimo, FAUSTINI Carmela.
Il PUGLIESE, nonostante la limitazione ai suoi movimenti conseguenti alla detenzione ed agli arresti domiciliari, avrebbe quindi coordinato, pur non figurando, questa articolata serie di attività lecite in Emilia Romagna, impiegando poi gli utili derivanti in ulteriori investimenti in Isola Capo Rizzuto (KR), dove si trovano, ad esempio, le due strutture alberghiere (Hotel Sala Verde, riconducibile a FAUSTINI Carmela, e Hotel Fly, riconducibile a PUGLIESE Vittoria, Mary e Doriana) oggetto dei provvedimenti di sequestro.
Il PUGLIESE Michele è il figlio del noto PUGLIESE Franco (peraltro uno dei destinatari delle perquisizioni odierne), arrestato nel 2010 per la vicenda che coinvolse anche il senatore Nicola di Girolamo, cui avrebbe garantito l’elezione raccogliendo voti tra gli emigrati calabresi in Germania.
CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE
PUGLIESE Michele, alias “Michele la Papera”, nato a Crotone il 30 giugno 1976, residente ad Isola di Capo Rizzuto (KR), imprenditore, pregiudicato, detenuto per altra causa ed agli arresti domiciliari dal 16 luglio 2010, recidiva specifica;
PUGLIESE Mirko, nato a Crotone il 2 agosto 1988, residente ad Isola di Capo Rizzuto, commerciante, detenuto per altra causa dal 04.08.2012;
RANIERI Giuseppe detto Pino, alias “Zomba”, nato a Crotone il 21 agosto 1982, residente ad Isola di Capo Rizzuto, imprenditore, pregiudicato, recidiva reiterata specifica ed infraquinquennale;
MUTO Vito, nato ad Isola Capo Rizzuto il 27 settembre 1964, ivi residente, via Pietro Nenni nr.17, recidiva reiterata specifica ed infraquinquennale,
TARANTINO Diego, nato a Catanzaro il 19 settembre 1973, residente a Crucoli (KR), recidiva specifica;
PERITI Federico, nato a Crotone, il 23 gennaio 1978, residente ad Isola Capo Rizzuto, recidiva reiterata specifica ed infraquinquennale;
PUGLIESE Mery, nata a Crotone il 18.05.1979, residente a Isola di Capo Rizzuto (KR), recidiva semplice;
ARRESTI DOMICILIARI
TIPALDI Caterina, nata a Crotone il 1° gennaio 1983, residente a Sant’Agata Bolognese (BO), via Aldo Moro nr. 26/B, domiciliata a Gualtieri (RE), imprenditrice, compagna di PUGLIESE Michele;
FAUSTINI Carmela, nata a Isola di Capo Rizzuto (KR) il 05.08.1955, ivi residente, recidiva reiterata e specifica;
PUGLIESE Vittoria, nata Crotone il 19.08.1986, residente a Isola di Capo Rizzuto (KR);
PUGLIESE Doriana, nata a Crotone il 2 novembre 1983, residente ad Isola di Capo Rizzuto;
LA FACE Anna, nata a Crotone il 24.07.1969, residente a Guastalla (RE);
MUNGO Salvatore, nato a Crotone il 31 dicembre 1987, residente a Gualtieri (RE).
Il dispositivo ha inoltre previsto il contestuale sequestro preventivo di beni mobili ed immobili siti nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Mantova e Crotone.
BENI SEQUESTRATI E VALORE
PUGLIESE Michele, 3 unità immobiliari (Isola di Capo Rizzuto), 1.500.000
PUGLIESE Mirko, 4 autovetture, 60.000
Ranieri Giuseppe, impresa GLOBAL D & G SRL (anche 4 mezzi) – GMP Autotrasporti Srl (15 mezzi), 3.000.000
FAUSTINI Carmela, HOTEL SALA VERDE, impresa NORD Petroli (con 4 unità immobiliari in prov. RE), impresa AURORA Autotrasporti Srl, 4.500.000
PUGLIESE (Doriana, Mery e Vittoria), HOTEL FLY Srl, 2.500.000
PUGLIESE Vittoria, 2 unità immobiliari (Mantova), 300.000
TIPALDI Caterina, 2 unità immobiliari (s. Agata Bolognese), 300.000
TARANTINO Diego, imprese VI.TO Trasporti Srl – MUTO Trasporti – S.G. Trasporti, 150.000
ed altri beni
TOTALE EURO circa 13 mln
cui vanno aggiunti i valori dei conti bancari intestati ai destinatari delle misure.
[1] PUGLIESE Michele, alias “Michele la Papera”, nato a Crotone il 30 giugno 1976, residente ad Isola di Capo Rizzuto (KR): già destinatario di O.C.C. nella c.d. operazione PANDORA) in quanto ritenuto responsabile di associazione per delinquere di tipo mafioso ed in particolare, come si legge nelle motivazioni della medesima misura, ritenuto “affiliato che ha svolto un ruolo fondamentale nelle trattative, iniziate successivamente all’omicidio di TIPALDI Pasquale, che hanno condotto ad un accordo di pace tra le contrapposte consorterie (NICOSCIA – ARENA), e ciò grazie ai suoi rapporti di affinità con ARENA Fabrizio e LENTINI Nicola, affiliati alla cosca ARENA”
Se verrà eletto sindaco, speriamo che mantenga questa lungimiranza e si dia da fare anche nel nostro paese. Ricordiamo però che non sono malavitosi solo coloro che incendiano mezzi altrui…
(Luigi R.)
La dimostrazione che esiste una Italia fatta anche di persone oneste, laboriose e disposte ad assumersi delle responsabilità. La dimostrazione che le cose si cambiano mettendosi in gioco e non aspettando che siano sempre gli altri a fere-dire-agire. Ognuno può fare la sua parte. Bini, buon lavoro.
(Dusca Bonini)