Ulteriori notizie sull'aereo turistico Piper 30 il cui segnale identificativo sui radar è scomparso all'altezza del Cerreto.
A dare l'allarme è stata la base di Poggio Renatico (Ferrara) che ha perso il contatto alle 11,28 dopo che l'ultimo contatto radio c'era stato alle 11,10.
L'aereo era decollato da Genova diretto ad un aeroporto vicino a Berlino.
Si trattava di un volo di trasferimento dell'apparecchio e a bordo c'era soltanto il pilota, un professionista esperto.
Sono state allertate le squdre del Soccorso alpino dei versanti emiliano e tosco-ligure, oltre ad elicotteri della Marina militare anche dotati di visori notturni.
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Aggiornamento 5 aprile 2014 ore 15
Sono ben quattro gli elicotteri, due dell’Aeronautica militare, uno della Marina militare e uno dei Vigili del fuoco, che stanno partecipando, assieme ai soccorritori di terra del Soccorso alpino, alle ricerche del bimotore scomparso ieri mattina dai radar mentre sorvolava il nostro Appennino nei pressi del Passo del Cerreto, tra le province di Massa Carrara e Reggio Emilia. Lo rende noto l’ufficio stampa dello Stato maggiore dell’Aeronautica, che precisa che nell’area delle ricerche le condizioni atmosferiche sono critiche a seguito della nevicata notturna e della foschia e nebbia che ostacolano le manovre dei velivoli che non possono abbassarsi oltre una certa quota. Le ricerche interessano un raggio di circa 9 chilometri dalla cella telefonica di Collagna, che ha agganciato per l’ultima volta il cellulare del pilota cinquantenne tedesco. Due costoni rocciosi e poi una fitta vegetazione rendono le operazioni ancora più laboriose. E’ la zona del monte La Nuda, cima dell’Appennino tosco-emiliano di 1.895 metri di altezza, e della Cima Belfiore alta 1.810 metri dove poco sotto la vetta arrivano le seggiovie che servono la località sciistica di Cerreto Laghi ad essere interessate dalla ricerca continua del Piper misteriosamente scomparso sulle terre alte. E il brutto tempo di queste ore non aiuta il faticoso compito dei soccorritori a cercare di scoprire la verità su dove sia finito l'aereo diretto in Germania e partito ieri in tarda mattinata dall'aeroporto di Genova. (Francesco Compari)
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Aggiornamento 5 aprile 2014 ore 17,30
Dell'aereo scomparso al Cerreto, per ora, di certo, si sa che è partito dall’aeroporto di Genova ed era diretto in Germania. A bordo, secondo il piano di volo, c’era solo il pilota, un cittadino tedesco di 58 anni. A confermare l’identità del pilota è il fatto che l’aereo non è mai arrivato a destinazione, all’aeroporto di Eberswalde, alle porte di Brandeburgo. Il bimotore, un Piper 30, in grado di trasportare sino a 4 persone, era partito dal capoluogo ligure alle 10.53.L’ultimo contatto radio è stato registrato alle 13.10. Poco dopo, alle 13.28, l’ultima traccia nei radar dell’Aeronautica militare. L’ultima cella telefonica che ha agganciato il cellulare del pilota si trova a Collagna. Alcuni abitanti di Sassalbo, paesino alle porte di Fivizzano, vicino alla strada statale 63 che collega Aulla a Castelnovo Monti, dove si trova anche la sede principale del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, hanno raccontato di avere sentito rumori di uno schianto intorno all’ora in cui sono stati persi i contatti con il bimotore (e cioè attorno alle 13). A rendere complicate le ricerche, le condizioni climatiche avverse: all’ora in cui l’aereo è sparito nella zona c’era una fitta nebbia; ieri sera è nevicato ed oggi una densa foschia avvolge tutte le terre alte dal passo del Lagastrello al passo del Cerreto, zona in cui si cercano, purtroppo ma ancora invano, i resti del Piper scomparso. (Francesco Compari)
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Aggiornamento 5 aprile 2015 ore 19
"Tutto bene, appena sorvolo Bologna chiamo Milano”: sono state queste le ultime parole del pilota del Piper 30 scomparso ieri mattina dai radar e forse precipitato sui monti dell’Appennino Tosco Emiliano tra Sassalbo e Collagna al Passo del Cerreto. A bordo del velivolo, decollato dall’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova e diretto a Eberswalde vicino a Berlino c’era un pilota tedesco di 58 anni, Hardy Kalitzi. L’ultimo contatto radio ieri mattina alle 11,10 quando ha parlato con la torre di controllo di Milano che gli aveva chiesto di inserire un codice, operazione fatta. Poi, all’improvviso, una ventina di minuti dopo, alle 11,28, la scomparsa dai radar. Sono subito scattate le ricerche ma il Piper 30 sembra svanito nel nulla: si ritiene che si sia schiantato nella zona dell’Appenino Tosco Emiliano, tra le province di Reggio Emilia e Massa Carrara. A bordo c’era solo il pilota, di nazionalità tedesca, molto esperto: l’aereo non è di sua proprietà ma di un industriale statunitense e l’uomo aveva il compito di trasferirlo, a tappe, a New York. E’ stata la base ‘SAR’ del soccorso aereo di Poggio Renatico (Ferrara) a dare l’allarme dopo aver perso il segnale radar del velivolo, convogliando le squadre di ricerca, composte dal Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico di tre regioni, dai carabinieri e dalla Marina Militare nella zona del Passo del Cerreto, con ricognizioni sono estese ad entrambi i versanti del crinale.
IL CELLULARE del pilota, secondo la ricostruzione fatta dall’ufficiale dell’Aeronautica colonnello Emidio Peroni, in servizio alla base aerea di Poggio Renatico, ha agganciato la cella di Collagna, nel Reggiano, nei pressi del passo del Cerreto. “Stiamo cercando l’aereo — ha detto il colonnello — in un raggio di nove chilometri dalla cella telefonica di Collagna dove crediamo sia caduto”. Sulla zona per tutta la giornata c’era una visibilità scarsa. L’ufficiale, capo turno desk al Sar di Poggio Renatico, ha riferito che il bimotore era decollato ieri alle 10,53 dall’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova ed era diretto a Eberswalde, vicino a Berlino, per una tappa di trasferimento.
POI ATTRAVERSO Scozia, Islanda, Groenlandia e Canada, sarebbe dovuto arrivare a New York. Un “ferry flight” che il pilota tedesco aveva appena iniziato. Nella zona, c’era in quel momento scarsa visibilità, condizione che non ha favorito le operazioni di ricerca durante il pomeriggio. Tanto che l’elicottero della Marina Militare che era sul posto è dovuto rientrare a Luni perchè le condizioni climatiche sulla zona erano particolarmente avverse. Si è poi alzato poi in volo un elicottero AB 212 dell’85° Centro Sar dell’aeroporto militare di Pratica di Mare, vicino a Roma, dotato di visori notturni. A terra hanno operato tecnici delle stazioni di Soccorso Alpino dell’Emilia-Romagna, con squadre provenienti dalla stazione Monte Cusna di Reggio Emilia e stazione Monte Orsaro di Parma, del Soccorso Alpino e Speleologico Toscano con la stazione Carrara-Lunigiana, e della Liguria, stazione di La Spezia. In un primo momento si era sparsa la notizia che a bordo del Piper vi fosse anche un passeggero. Invece era decollato solo il pilota che poi avrebbe fatto una sorta di giro turistico sorvolando su Portofino e le Cinque Terre. La scarsa visibilità sull’Appennino Tosco Emiliano potrebbe averlo tratto in inganno. Forse volava troppo basso e si è schiantato contro la montagna. Sembra questa l’ipotesi più credibile visto che il pilota non ha mai segnalato avarie, né lanciato sos. Il pilota era arrivato a Genova due giorni fa con un volo di linea. Il viaggio di ritorno, a bordo del Piper, purtroppo, ha avuto un tragico epilogo. (Francesco Compari)
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Aggiornamento 5 aprile 2014 ore 24
Il buio profondo è sceso sulle terre alte dal passo del Cerreto al passo del Lagastrello e il mistero rimane: dell'aereo "fantasma" si sono perse completamente le tracce. Anche oggi, nonostante l'impegno profuso dai ricercatori mobilitati per tutto il giorno, le ricerche, le perlustrazioni, la mappatura palmo a palmo del vasto e aspro territorio montano non hanno portato a nulla. Ancora senza esito le ricerche del Piper disperso da venerdì sull'Appennino al confine tra Emilia, Luguria e Toscana, che aveva a bordo solo il pilota tedesco. Alle operazioni di oggi hanno partecipato elicotteri e tecnici del Soccorso Alpino di Reggio Emilia, Parma, Massa-Carrara e La Spezia, insieme a Carabinieri, Vigili del Fuoco, Marina Militare e l’Aeronautica Militare che ha coordinato le operazioni. Una nuova battuta di ricerca è in programma domani: con il campo base al Passo reggiano del Cerreto, verranno perlustrati entrambi i versanti del crinale appenninico, con nuove squadre, provenienti anche dalla provincia di Piacenza. Dopo due giorni di perlustrazione, dunque, ancora nessuna traccia dell’aereo da turismo tedesco, decollato da Genova e diretto vicino Berlino, del quale la base Sar di Poggio Renatico (Ferrara) ha perso il segnale radar nella zona del Cerreto. Complice il maltempo, che ha limitato le ricognizioni aeree e i movimenti delle squadre a terra, le ricerche sono state interrotte intorno alle 18, dopo oltre dodici ore di lavoro. Fino al calare del buio hanno operato sul posto tantissimi volontari ma la zona è molto ampia da perlustrare e il maltempo anche oggi ha reso tutto più difficile. Una ventina i volontari dell'Emilia Romagna impegnati nelle operazioni di ricerca che hanno battuto la zona delle ricerche a piedi o dove possibile a bordo di fuoristrada. Le ricerche sono rese ancora più difficoltose dal fatto che non si sa con precisione dove sia scomparso il velivolo. Ci si basa su riferimenti di posizioni gps trasmesse dai radar ma bisogna tenere conto che un velivolo di quelle dimensioni, in pochi minuti, percorre diverse miglia. Alle prime luci dell'alba, comunque, riprenderanno le ricerche che saranno aiutate anche dal bel tempo che dovrebbe esserci sulle terre alte dopo due giornate di diffuso maltempo che ha ostacolato, non di poco, la ricerca del Piper scomparso. (Francesco Compari)
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Aggiornamento 6 aprile 2014 ore 13,30
Come purtroppo prevedibile, si è conclusa nel peggiore dei modi possibili la vicenda dell'aereo scomparso. Dopo giorni di ricerche con ausilio di elicotteri, il relitto è stato avvistato nella mattinata di oggi, domenica, a ridosso del Passo del Cerreto che sigla il confine tra la regione Emilia (con le province di Parma e Reggio) e Toscana (Massa Carrara). Il ritrovamento è confermato dalla base aerea di Poggio Renatico (Ferrara) che, in queste ore, sta coordinando le ricerche. Dalle prime informazioni ricevute, pare che il velivolo si trovi a quota 1979 metri, sul Monte Casarola. Dalle prime ore di questa mattina su tutto l'Appennino era visibile il potente mezzo dell'aereonautica militare deputato alle ricerche. Sul posto si stanno recando gli uomini del soccorso alpino. Nulla lascia presagire una soluzione a lieto fine per il pilota tedesco Hardy Kalitzi di 58 anni.
Aggiornamento 6 aprile 2014 ore 17
Gli uomini del Soccorso alpino hanno raggiunto il relitto dell'aereo scomparso venerdì dai radar mentre si trovava a sorvolare le alture intorno al Cerreto e trovato oggi alle 12,45 sull'anti-cima dell'Alpe di Succiso, il monte Casarola che domina l'Alta Val d'Enza. Il pilota, un tedesco di 58 anni, come era prevedibile, è deceduto sul colpo, nell'impatto del velivolo con la parete occidentale del Monte Casarola. Il cadavere dell'uomo è rimasto incastrato tra le lamiere dell'aereo, ritrovato capovolto. I Vigili del fuoco hanno prontamente inviato sul posto degli operatori muniti di taglialamiere per permettere il recupero della salma. (Francesco Compari)
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Aggiornamento lunedì 7 aprile ore 14
Forse ha perso l’orientamento, a causa della fitta nebbia che gravava in zona, venerdì pomeriggio, attorno alle 13 e si è schiantato contro la vetta del Monte Casarola, Hardy Kalitzki, esperto pilota tedesco di 56 anni che è morto così, venerdì, proprio nel giorno del suo compleanno. Era decollato dall’aeroporto di Genova, poi, del suo Piper, si erano perse le tracce . Dopo due giorni di ricerche è stato avvistato ieri alle 12,45 da un equipaggio della Marina militare. Un centinaio di metri più a valle dal luogo dell’impatto. Vigili del fuoco e soccorso alpino si sono subito messi al lavoro per mettere in sicurezza la carcassa dell’aereo e recuperare la salma. Operazione particolarmente difficile visto che la zona dove è stato ritrovato l’aereo è particolarmente impervia: c’era infatti il rischio che i resti del velivolo scivolassero ulteriormente a valle rendendo le cose ancora più complicate. Una volta messi in sicurezza i resti (anche per consentire le indagini) e recuperata la salma che era rimasta incastrata nella parte inferiore dell’abitacolo, dopo le 19, un altro imprevisto ha reso ancora più difficile le cose: probabilmente a causa degli effetti combinati dell’alta temperatura e del movimento degli elicotteri in una zona vicina si è staccata una piccola slavina. Nessuno è rimasto coinvolto, ma è ovviamente scattata la procedura d’allarme perché erano venute meno le condizioni per lavorare in sicurezza. Gli ultimi soccorritori rimasti in zona sono così stati costretti a spostarsi in un’area più rocciosa per poter essere recuperati dall’elicottero. Le indagini già avviate dall’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo dovranno ora individuare le cause dell’incidente. L’Ansv ha disposto l’invio di un proprio investigatore sul posto «per raccogliere le prime evidenze utili all’attività investigativa». Al centro dell’indagine ci saranno i motivi per i quali Hardy Kalitzki non è riuscito ad evitare l’impatto con la cima del monte Casarola. L’aviatore tedesco non era un neofita del volo, ma un pilota professionista, espertissimo, con all’attivo 12.000 ore di volo e ben 990 traversate dell’Atlantico. Aveva pilotato tutti i tipi di aerei e vantava un curriculum ineccepibile. Doveva portare il Piper a New York seguendo una rotta già percorsa moltissime altre volte. Purtroppo il suo Piper e soprattutto la sua vita è terminata contro un roccione impervio del monte Casarola, sulle alte vette della val d'Enza nel giorno del suo compleanno. (Francesco Compari)
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Sembra sia stato trovato in fondo al Casarola. Difficili le operazioni di recupero per il rischio slavine. Speriamo bene. Non voglio pensare in che condizioni sia il signore in questione. Bravi i volontari della Protezione civile. Anzi… bravissimi!
([email protected])
Non è in fondo al Casarola ma a circa 100 m sotto la vetta, non è rischio slavine ma è l’aereo in una posizione in bilico a rischio di scivolare a valle e quindi prima di poter estrarre il pilota è necessario che l’aereo sia in sicurezza. Il soccorso in quelle zone può essere fatto solo dal CNSA-Corpo nazionale soccorso alpino e Vigili del fuoco con personale specializzato per il soccorso in montagna. La Protezione civile si occupa di altre cose.
(Luigi Borghesi)
Non solo bravi bravi quelli della protezione civile, ma tutti i soccorsi che erano lì!!!
(Marianna)
Vorrei puntualizzare che la Protezione civile ana si è occupata della logistica al Centro Coni, che comunque è una parte importante di tutta l’operazione di soccorso. Noi facciamo parte di un grande organigramma di protezione civile e tutte le componenti e associazioni varie ne fanno parte e tutti collaborano per un unico obiettivo. Saluti a tutti.
(Enrico)
Telereggio ha detto che il pilota è deceduto il giorno del suo 56esimo compleanno, in quanto nato il 4 aprile 1958. Pace alla sua anima, poveretto!
([email protected])
La vita umana non ha prezzo… e questo lo sottolineo venti volte, ma spero sia solo una leggenda metropolitana che per alzare quell’elicottero ci vogliono più di 100 euro al minuto.
(s.s.)
100, 200, 300 €, a cosa serve fare i conti? Era forse meglio lasciare il corpo di quel poveretto fracassato sulla roccia? Pensate a quanti milioni di € si sprecano in Italia quotidianamente e questo può bastare per evitare una sterile polemica. Anzi, diamo risalto (con onore ed orgoglio) a quanto è stato fatto da tutte le forze civili e militari intervenute per un cittadino europeo come noi e spero che gli amici della Germania sappiano apprezzare la nostra disponibilità, professionalità e senso civico dimostrato.
(Ferro 60)
Bisogna dar merito a tutti i soccorritori per lo sforzo che hanno fatto. Mi sembra si parli molto del Soccorso alpino e Protezione civile tralasciando tutti gli altri corpi che hanno partecipato all’operazione, non dimentichiamo che sono tutti necessari, specialmente chi lo fa come volontario.
(Giorgio)
Incredibile. C’è sempre chi (nel nostro paese) riesce a fare polemica…! Un grazie a chiunque si è impegnato, ad ogni livello, anche semplicemente trasportando i materiali da una parte all’altra o più semplicemente prenotando le strutture ricettive e di soggiorno per militari e volontari.
(Commento firmato)
Dio di potenza e di gloria, che doni l’arcobaleno ai nostri cieli, noi saliamo nella Tua luce, per cantare, col rombo dei nostri motori, la Tua gloria e la nostra passione. Noi siamo uomini, ma saliamo verso di Te dimentichi del peso della nostra carne, purificati dei nostri peccati. Tu, Dio, dacci le ali delle aquile, lo sguardo delle aquile… per portare – ovunque Tu doni la luce – l’amore… Fa, nella pace, dei nostri voli il volo più ardito: fa… della nostra forza la Tua forza, o Signore; perché nessuna ombra sfiori la nostra terra. E sii con noi, come noi con Te, per sempre! Amen.
[Preghiera dell’Aviatore (modificata) dedicata al pilota Hardy Kalitzi, venuto dalla lontana Germania a morire sul nostro Appennino]
(Alessandro Raniero Davoli)
Solo in Italia si puntualizza chi deve o non deve fare la cose (Vigili, Soccorso alpino, Protezione civile). Io, girando molto per l’Europa e Stati uniti, vedo che tutti e dico tutti in caso di emergenza o calamità fanno la loro parte lasciando perdere cameratismi o divismi da prima donna come, ripeto, solo in Italia si vedono. Se il povero sig. Kalitzki fosse rimasto vivo avrebbe senz’altro voluto che tutte le risorse umane fossero entrate in campo per cercarlo e soccorrerlo. Onestamente anche io se mi trovassi in difficoltà non credo che farei tanto lo schizzinoso dicendo che questo deve fare quello e quello deve fare altro. Invece di fare fronte comune per il bene comune ci si divide e si polemizza sempre per tutto. Che il buon Dio si prenda cura del nostro fratello Hardy.
(Pasquale)
Comunque tutti i volontari sono stati stupendi ed ha funzionato tutto perfettamente.
(Baggio Fabio)
Bravo Fabio. Meno male un commento sensato. Dio abbia in gloria il povero pilota e la sua famiglia.
([email protected])
Per fare un poco di chiarezza e cultura della Protezione civile si riporta di seguito la definizione citata nella legge costitutiva della protezione civile: “Con il termine protezione civile si intendono le attività messe in campo dallo Stato per tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi” (Legge 225/92). Quindi tutte le forze indistintamente che hanno partecipato alle ricerche fanno parte del sistema nazionale di Protezione civile. Non importa con che divisa ci siamo, ma importa che quando serve ci siamo e importa anche la consapevolezza che la Protezione civile siamo tutti noi anche cittadini comuni. Senza voler alimentare polemiche fa un poco tristezza spesso sentir dire io posso fare questo e tu no, l’importante è fare ciò che si è chiamati a fare, ciascuno per le proprie capacità e competenze, con l’unico scopo di portare, tutti insieme, aiuto a chi ne ha bisogno. Buona protezione civile a tutti.
(Argo Pignedoli)