“Il primo aprile 1945, giorno di Pasqua, fu per la nostra montagna una giornata di sangue. Nella battaglia di Ca’ Marastoni, che scoppiò a pochi giorni dalla fine della seconda guerra mondiale, caddero infatti sette partigiani”: così il sindaco Michele Lombardi ricorda il tragico avvenimento che domenica mattina, 6 aprile p.v., sarà commemorato nel luogo in cui si consumò sessantanove anni fa.
Il programma dell’anniversario prevede, alle 10,15, il ritrovo a Ca’ Marastoni, cui faranno seguito un corteo, la deposizione di una corona di alloro al locale sacrario, la messa ai caduti celebrata da don Alpino Gigli, il saluto del primo cittadino toanese e gli interventi dell’onorevole Danilo Morini, presidente provinciale dell’Alpi (Associazione liberi partigiani italiani), e dell’onorevole Vanna Iori.
“L’aspro combattimento - spiega il sindaco Lombardi - si consumò su Monte della Castagna, in cui si fronteggiarono forze partigiane e truppe naziste. Queste ultime avevano raggiunto il crinale e, sopra Cerrè Marabino, avevano intercettato e fucilato la staffetta Nadia, Valentina Guidetti, premiata con la medaglia d’argento al valore. Il nemico fu costretto a ritirarsi ma tra i partigiani persero la vita il capitano William Manfredi (medaglia d’argento al valore militare) e altri cinque uomini delle 284.a brigata partigiana Fiamme verdi: Vito Caluzzi (medaglia di bronzo), Ariante Mareggini, Meuccio Casotti (medaglia di bronzo), Ennio Filippi (medaglia di bronzo) e Valentino Lanzi”.
La commemorazione sarà a cura degli studenti della scuola secondaria di primo grado di Toano. Alla cerimonia, indetta dal Comune e dalle associazioni partigiane Alpi e Anpi di Reggio Emilia, parteciperà inoltre il corpo bandistico di Cavola.
Conclude il primo cittadino: “Già dal primo anniversario il ricordo della battaglia di Ca’ Marastoni, che è tuttora vivo, è stato sempre celebrato con grande partecipazione. In quel periodo di lotta per la libertà e la democrazia fu decisivo il contributo della popolazione. Anche oggi è molto importante che il sacrificio di chi ha vissuto prima di noi, pensando pure a noi, non venga mai dimenticato”.
Sembrerò essere polemico ma resto sconcertato nel leggere la locandina della manifestazione a ricordo della battaglia del primo aprile, in programma per domenica 6: non ho letto che verrà deposta una corona al monumento della Valentina Guidetti, staffetta partigiana a Cerrè Marabino… E’ sempre stato fatto negli anni passati… Spero sia stata una dimenticanza nella stesura del volantino…
(LuSan)
Buon pomeriggio. Credo che l’apposizione della corona avverrà comunque, ma già da alcuni anni l’immagine di Valentina, scolpita su bronzo, è stata collocata nei pressi del monumento di Ca’ Marastoni, di fianco all’ingresso. Mi risulta infatti che così abbiano concordato Alpi e Anpi, nel chiaro intento di volere trasmettere un messaggio di unitarietà tra le associazioni partigiane. La invito a contattare l’Anpi, che potrà darle spiegazioni più dettagliate rispetto alle mie. Cordiali saluti.
(Michele Lombardi, sindaco di Toano)
Ringrazio il sindaco Michele Lombardi per il suo impegno a mantenere vivo nella memoria di tutti quanto ci sia costata la libertà che oggi abbiamo. Ci tenevo a ricordare che questa battaglia ebbe inizio con il grido “Avanti Fiamme Verdi”, pronunciato dal comandante Don Carlo, prete partigiano, Alpino vero, portatore di quei valori di amicizia, di generosità e di libertà che tanti Alpini hanno nel loro DNA; ma Don Carlo aveva qualcosa in più, combatteva per la libertà senza mai dimenticare il suo essere prete; grande uomo, grande Prete e grande Alpino. Volevo ricordare che vari Alpini reggiani saranno presenti a questo importante evento per ricordare i caduti e il loro caro amico Don Domenico Orlandini, “Don Carlo”, prete partigiano delle nostre terre.
(Lino Franzini, capogruppo Alpini di Ramiseto)
Ogni anno, il primo aprile, mi riporta con la memoria a quei giorni ed in modo particolare a quel mattino di Pasqua. Io abitavo con i miei nonni proprio sotto il Monte della Castagna, a un centinaio di metri da dove si svolgeva la battaglia. Ricordo che al mattino avanti giorno fui svegliato da un trambusto insolito, in casa, spinto dalla curiosità, mi alzai e mi precipitai in cucina, dove trovai i miei nonni, in mezzo ad un gruppo di militari armati fino ai denti, che stavano chiedendo ai miei nonni qualche cosa da mangiare, perchè avevano fame. Allora mia nonna, tutta spaventata, fece loro vedere che avevamo solo un tegame di latte, munto alla sera dalle nostre due vacchine, e un tegame con le uova cotte il giorno prima, tinte con la caliggine del camino, come si faceva allora. Uno che penso fosse il comandante gli fece cenno che volevano bere del latte, mia nonna diede loro dei bicchieri ed un mestolo, lui però gli fece cenno che prima doveva darne un poco a me da bere, attesero un pochino, poi in poco tempo svuotarono il tegame, ed altrettanto fecero con le uova. Mentre mangiavano uno che parlava un poco di italiano gli disse di non temere, che non ci avrebbero fatto niente, che anche loro avevano moglie e figli in Germania e che loro cercavano soltanto i partigiani e se ne avessero visti in giro. Erano delle SS, tanti erano gli armamenti che avevano addosso che mio nonno per farli entrare dovette spalancare tutti e due i portoncini di casa. Dopo di che si avviarono su per il monte, dal quale vennero scacciati, solo nel pomeriggio, e per fortuna non vi fecero più ritorno.
(Beppe)