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Aprile, un giardino in valigia

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Aprile dolce dormire, così dice il detto.

Per quanto riguarda il giardino è l'esatto opposto. Con le giornate che si allungano e diventano più calde il giardino richiede più attenzioni, quindi rimbocchiamoci le maniche!

RANUNCOLO
(Un romantico bouquet di ranuncoli)

Se non l'avete ancora fatto, ripulite il terreno dalle foglie cadute sotto le piante e incominciate a concimare. La concimazione è periodica ogni 12-15 giorni per i fiori in vaso. Poiché aprile è un mese piovoso i fiori non hanno bisogno di grandi annaffiature.

Se possediamo una serra o abbiamo protetto alcune piante con il tessuto TNT, è giunto il momento di togliere le protezioni, soprattutto nei giorni di sole e nelle ore centrali della giornata.

Le bulbose a fioritura primaverile sono già in piena fioritura, possiamo cominciare a scegliere quelle a fioritura estiva, che verranno poste a dimora in giardino quando le temperature saranno superiori agli 8-10 C.

Alcune bulbose a fioritura estiva sono: Calle, Dahlie, Freesie, Gigli, Ranuncoli, Begonie e Gladioli.

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Il fiore del mese: la Primula

PRIMULAAppartiene ad un genere di piante della famiglia delle Primulacee, originario delle zone temperate di Europa, Asia ed America. Il nome deriva dal latino primus per indicare la precocità di fioritura che avviene subito dopo la scomparsa della neve, quando nei prati comincia a comparire l'erba.

Comprende circa 500 specie di piante erbacee annuali e perenni, alte da pochi centimetri fino a diversi decimetri, con foglie basali a rosetta sessili o picciolate, fiori coloratissimi riuniti in ombrelle, capolini, grappoli o verticilli sovrapposti, circondati da brattee, sorretti da lunghi gambi. I frutti sono generalmente a capsula.

Tra le più conosciute specie spontanee della flora italiana vi sono la P. veris, nota col nome comune di primula odorosa o primavera odorosa, spontanea sulle prode dei fossati, sulle Alpi e gli Appennini, dove fiorisce alla fine dell'inverno, la P. vulgaris, comune nei boschi, nota col nome comune di primaverina, e occhio di civetta, la P. farinosa, dai fiori colorati di rosa o rossi, comune sulle Alpi.

Le specie esotiche che mal sopportano il gelo vengono coltivate in vaso nelle serre o negli appartamenti. Tra le specie rustiche, adatte alla decorazione di sottoboschi, prati e giardini umidi, segnaliamo la P. acaulis dai fiori giallo-chiari, la P. auricolacon foglie carnose e fiori gialli, la P. hirsuta dai fiori porporini e la P elatior, con fiori di colore giallo o arancio riuniti in ombrelle, e numerose varietà con una vasta gamma di colori, dal giallo al rosso al blu.

Vengono utilizzate per le proprietà medicinali la P. veris e con risultati minori la P. vulgaris.

Le primule coltivate in piena terra, desiderano esposizione semi-ombrosa e riparata, terreno acido e fresco, fertile e ben concimato con sostanze organiche; mentre le specie coltivate in vaso, richiedono locali freschi e umidi, luce solare filtrata, terriccio fertile, leggero e acido, concimate ogni 15 giorni con fertilizzante liquido, annaffiature abbondanti, le specie perenni vengono coltivate come annuali, scartandole dopo la fioritura.

La moltiplicazione avviene con la semina sotto vetro o in ambiente fresco e ombreggiato, in terriccio di bosco sabbioso, utilizzando seme freschissimo, da aprile in poi, con fioritura nell'inverno-primavera successiva.

Le cultivar vengono moltiplicate per via agamica, con la divisione autunnale dei cespi, o dei getti, anche se generalmente le primule, mal sopportano i trapianti, presentando scarse fioriture.

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La ricetta del mese: risotto alle Primule

Sciacquate le foglie di primula. In un pentolino portate ad ebollizione 1 litro d’acqua con del sale grosso, scottate le foglie per due minuti e toglietele dall’acqua, che verrà poi usata come brodo.

In un tegame rosolate uno scalogno con un filo d’olio, tostate il riso e sfumate con vino bianco; proseguite la cottura aggiungendo poco alla volta l’acqua di cottura delle foglie di primula.

A due minuti dalla fine della cottura aggiungere le foglie e solamente al momento di servire aggiungere i fiori (pochi, altrimenti il gusto risulterà troppo amaro).

Si consiglia di non aggiungere né burro né formaggio al risotto alle primule per non coprire il gusto delle erbe.

A piacere si può aggiungere una spolverata di pepe.

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Proverbio del mese:

Aprile dolce dormire

Quando tuona in aprile buon segno per il barile

Aprile ogni goccia un barile

Per tutto aprile non ti scoprire

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Curiosità del mese:

Perchè il primo giorno di aprile è dedicato agli scherzi?

Le origini di questa festa, che si tramanda da secoli in molti paesi del mondo, sono incerte. Non si conosce esattamente il periodo in cui ebbe inizio, né per opera di chi.

Gli studiosi di tradizioni popolari forniscono diverse versioni (basate più su congetture teoriche che su dati scientificamente provati) che avvolgono la nascita di questa tradizione in un alone di mistero. Tra le varie ipotesi due risultano le più probabili.

L’ipotesi più accreditata negli ambienti accademici fa risalire l’origine del pesce d’aprile ad un periodo antecedente al 154 A.C., quando il primo aprile segnava l’inizio dell’anno.

Nel 1564 re Carlo IX decise di adottare il calendario gregoriano e soppresse la festa stabilendo l’inizio dell’anno il primo di gennaio.

Alcuni sudditi non accettarono il cambiamento, motivo per cui la vecchia tradizione continuò comunque a sopravvivere tra i pagani che per questo venivano derisi e scherniti. Ben presto i loro concittadini iniziarono a sbeffeggiare l’usanza e ogni anno, in occasione del 1 aprile, inviavano ai “tradizionalisti” regali burla o li invitavano a feste fantasma.

Un’altra ipotesi, abbastanza diffusa, si rifà invece al rito pagano, legato all’antico calendario giuliano, quando il primo di aprile segnava l’inizio del solstizio di primavera. Terminato l’inverno, l’avvento della stagione primaverile segnava il rinnovamento della terra e della vita. In questa occasione, tra il 25 di marzo e il primo di aprile, si usava propiziare gli dèi offrendo doni e facendo sacrifici in loro onore. La festa era anche occasione per esprimersi in massima libertà con lazzi, burle e buffonerie.

Con l’avvento del Cristianesimo, nell’Impero Romano feste di questo tipo, per volontà della Chiesa, furono sostituite con altre festività religiose al fine di far scomparire per sempre gli usi e le tradizioni pagane. Questo fu il destino che toccò anche alla festa del primo di aprile, rimpiazzata da quella della Pasqua. Le persone che, nonostante ciò, si ostinavano a festeggiare il vecchio rito pagano venivano ridicolizzate e fatte oggetto di scherzi e burle di ogni tipo.

Entrambe le ipotesi, comunque, confermano la matrice pagana e buffonesca della festa, che continua tutt’oggi, seppur con sfumature diverse, a restare viva in gran parte del mondo.

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Un'idea originale e diversa, rispetto alla classica fioriera, è quella di prendere una vecchia valigia e ricoprirne il fondo con della plastica, se la parte superiore non è tanto rovinata potete tenerla originale, altrimenti va ricoperta con la carta che preferite (io ho usato carta da pacchi e sopra, più o meno in centro, ho applicato un'altra carta, questa volta da decoupage). A questo punto sul fondo della nostra valigia mettiamo dell'argilla espansa (così quando innaffiamo l'acqua viene assorbita dall'argilla e rilasciata gradatamente, senza ristagnare), la terra e i fiori che abbiamo scelto.

Teniamo presente che se li scegliamo di diverse altezze quelli più alti andranno dietro, quelli "medi" in mezzo e i più bassi davanti. Nella mia valigia ho messo: in fondo due anemoni con in mezzo una violetta, davanti due primule con ai lati dell'edera.

Un consiglio: prima di metterli definitivamente a dimora fate le prove per vedere se vi piace l'accostamento dei colori e la posizione.

Lo stesso procedimento si può applicare a qualsiasi cosa che si ha a disposizione inutilizzata, rovinata o "vecchia". Quindi prima di buttare qualcosa guardate che non possa diventare un originale porta fiori.

Buon lavoro!

(informazioni tratte da Wikipedia)