Venerdì e sabato scorsi, 21 e 22 marzo, a Casina, si è tenuto un doppio appuntamento con Ezio Orzes, assessore all’ambiente di Ponte nelle Alpi (Belluno), il comune che negli ultimi quattro anni ha vinto l’Oscar di Legambiente per il riciclo dei suoi rifiuti. Una comunità di 8500 abitanti inserita nel Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi che nel giro di sei mesi ha assistito ad una vera e propria rivoluzione, passando dal 23 al 90% di raccolta differenziata.
“Oggi i cittadini di Ponte – ha spiegato Orzes – producono 29 kg di rifiuti pro capite all’anno, mentre prima ne facevano 350, pari a 3000 tonnellate complessive che ogni anno il Comune si trovava a dover smaltire, con costi in incremento continuo”. Il risultato straordinariamente rapido di Ponte nelle Alpi è stato conseguito grazie all’introduzione del servizio di raccolta porta a porta (PAP) per tutte le frazioni di rifiuto e al sistema della tariffazione puntuale per cui i cittadini che più differenziano meno pagano, rendendo possibile una maggiore equità fiscale e sociale. Fra le altre cose, un servizio così a misura di cittadino permette di effettuare interventi mirati su categorie particolarmente vulnerabili costituite dalle famiglie con bambini e dagli anziani soli.
I due incontri casinesi sono stati organizzati dall’Amministrazione nella sede della locale Croce Rossa proprio con l’obiettivo di studiare il modello del comune più riciclone d’Italia e capire come iniziare ad intraprendere un percorso analogo sul territorio. Decisi a muoversi in questa direzione il sindaco Gian Franco Rinaldi e l’assessore all’ambiente Stefano Busanelli, che comunicano: “Abbiamo messo in cantiere due appuntamenti per agire da subito su un doppio binario: l’incontro di venerdì sera era destinato alla cittadinanza con l’obiettivo di sensibilizzare e sollecitare comportamenti virtuosi nella gestione domestica del rifiuto; quello di sabato mattina è stato concepito come tavolo operativo ed era rivolto prioritariamente a sindaci, assessori, consiglieri e candidati alle prossime amministrative”. Ad entrambi gli appuntamenti hanno partecipato ed esposto le loro istanze diversi comitati della montagna e della pianura.
Come ha spiegato Orzes, dati e tabelle alla mano: “Il PAP non è un sistema più costoso. A Ponte siamo partiti nel 2007 ed in questi pochi anni abbiamo abbattuto dell’11% il costo totale del servizio grazie alla drastica riduzione della quantità di residuo avviata a smaltimento e agli introiti derivanti dalla cessione del materiale puro recuperato, che può essere adeguatamente valorizzato economicamente riducendo quindi i costi del servizio. Tradotto in cifre, abbiamo evitato di sotterrare rifiuti per un valore di 400 mila euro, soldi che abbiamo potuto utilizzare per assumere nuova forza lavoro. Oggi abbiamo 15 dipendenti occupati nella Ponte Servizi srl, la società in house 100% che gestisce il servizio e che abbiamo voluto costituire per avere il controllo pieno del ciclo dei nostri rifiuti. In questo modo abbiamo spostato una considerevole voce di costo da smaltimento a risorse umane, e in tempo di crisi è un risultato doppiamente significativo”. “Cambiare rotta si può – ha rimarcato Orzes - facendo la scelta di trasformare i rifiuti da problema a risorsa. Si stima che se in Italia tutti i comuni al di sotto dei 50 mila abitanti adottassero la metodologia virtuosa, si creerebbero 200 mila nuovi posti di lavoro”.
Il sistema di raccolta PAP non ha solamente vantaggi ambientali o tariffari ma anche importanti ricadute sul tessuto imprenditoriale del territorio. Infatti, ha spiegato Orzes, nella regione Veneto in cui il 77% dei comuni adotta sistemi di raccolta domiciliari nel corso del tempo è nata un'importante filiera industriale di oltre 1000 aziende che operano nella selezione, trattamento e recupero di materia, utilizzando fra l'altro tecnologie d'avanguardia che trovano mercato al di fuori dei confini nazionali.
E da noi cosa succede? L’assessore Busanelli ha illustrato che la prima differenza macroscopica è data dal fatto che mentre in Veneto sono possibili gestioni del servizio a livello comunale, in Emilia Romagna la gestione viene fatta a livello di ambito territoriale ottimale, che da noi è rappresentato dalla provincia. In particolare, con il piano provinciale di gestione rifiuti vigente si è promosso un principio di solidarietà inter-comunale per il quale tutti i comuni contribuiscono in egual misura agli obiettivi ed ai costi del sistema provinciale. In tale sistema i comuni hanno meno libertà d'azione, in particolare per quanto riguarda il tipo di modello di raccolta. Questa caratteristica verrà ulteriormente accentuata nel 2014, anno nel quale la pianificazione e la programmazione del servizio passeranno da una scala provinciale ad una scala regionale in virtù del nuovo Piano regionale gestione rifiuti (PRGR) in corso di approvazione. “Il PRGR non ci soddisfa a pieno – ha sottolineato Busanelli – e auspichiamo che sia possibile arrivare ad un'intesa a livello provinciale per poter convergere su osservazioni comuni da presentare alla Regione”.
Ha chiuso gli incontri il sindaco Rinaldi: “Valuteremo tutti i percorsi possibili per riconquistare uno spazio d’intervento più prossimo alle nostre comunità, pur consapevoli delle difficoltà che ci attendono a causa della rigidità delle disposizioni regionali. Ad esempio il modello adottato per il sistema socio-sanitario, nel quale il servizio è gestito a livello regionale ma i sindaci del distretto hanno comunque luoghi e modi per poter incidere sulle scelte fatte, riteniamo possa essere assunto anche per il sistema di gestione rifiuti. Per questo auspico vivamente il sostegno e la partecipazione di altre amministrazioni del territorio, in quanto la neonata Unione montana dei comuni dell’Appennino reggiano potrebbe in tal senso rappresentare il soggetto più indicato per svolgere questo compito”.
Grande sindaco, grande assessore, ci aspettiamo molto in questo campo dalla nuova unione!
(Partigiana Jane)
E’ un buon inizio, lodevole iniziativa ora bisogna vedere cosa produrrà nel concreto visto che qui i sindaci sono notoriamente restii a pestare i piedi ad Iren. Iren che già mal digerirà lo scorporo dell’acqua che ci sarà entro la fine dell’anno e difficilmente di farà sfuggire anche il business dei rifiuti.
(Ty)
Sì, bellissima iniziativa, partecipata la serata di venerdì destinata alla cittadinanza, praticamente ignorata la mattinata di sabato dai soggetti per i quali era stata organizzata, presenti alcuni consiglieri di minoranza, qualche assessore, due candidati sindaci… nemmeno un sindaco! Certo sarebbe stato duro il confronto, da una parte una gestione dei rifiuti incentrata sul recupero quasi totale e gestita dal Comune col pieno coinvolgimento dei cittadini, dall’altra una gestione più rivolta allo smaltimento, nelle mani di una multiutility e che del coinvolgimento dei cittadini non ne vuole sapere. Due realtà molto simili per alcuni versi, ma distanti anni luce l’una dall’altra.
(Lorena Lugari)
Bellissimo, interessantissimo, sicuramente un faro per il futuro. Al momento però Casina è il comune della media montagna-collina con le performance di differenziata più basse. Le frazioni differenziate sono 4, l’organico non c’è e le piazzole dove ci sono tutti e quattro i cassonetti vicini sono soltanto due, nelle altre ci sono dove due, dove tre cassonetti e in altre c’è solo l’indifferenziato. Sicuramente la responsabilità non è del sindaco attuale, oggettivamente molto sensibile su questi temi, ma la raccolta rifiuti a Casina è sempre uguale da 15 anni…
(Commento firmato)
A questa iniziativa del comune di Casina plaudono anche i comitati EcologicaMente e Fermare La Discarica. Davvero interessante la serata con Ezio Orzes che ci porta l’esempio di come una realtà per molti versi simile alla nostra è riuscita in poco tempo a ridurre drasticamente lo smaltimento dei rifiuti in discariche ed inceneritori. Esempi come questi ci fanno sperare che le cose possano cambiare, affinché luoghi della vergogna come quello di Poiatica possano essere superati; chi meglio di noi, che viviamo sull’orlo di quell’immondezzaio, può sapere quanta sofferenza e preoccupazione per il futuro questo comporti? Sono sempre di più i Comuni virtuosi che decidono di invertire la rotta in tema di rifiuti e ormai nessuno può più dire che si tratta di esperimenti di piccoli sognatori, destinati ad un misero fallimento. Sono invece realtà consolidate, i cui risultati confermano che Rifiuti Zero funziona! Grandi città o Comuni di montagna non importa, ciò che accomuna queste esperienze è una forte volontà politica che mira al cambiamento, alla sostenibilità ambientale e, come se non bastasse, alla riduzione dei costi del servizio. Chiediamo quindi con forza anche ai nostri amministratori di trovare il coraggio e la determinazione di intraprendere un simile percorso: la strada da seguire ci è stata illustrata chiaramente da Ezio Orzes, occorre solo decidere di iniziare il cammino.
(I cittadini dei comitati EcologicaMente e Fermare La Discarica)