Segui il filo della testimonianza e del ricordo di Donne semplici e straordinarie: questo l’invito rivolto per le strade e nei supermercati di Castelnovo dalla prof.ssa Nicoletta Beretti e da alcune studentesse della 5 M del Liceo delle Scienze Sociali in occasione della Giornata Internazionale della Donna
Chi è uscito in piazza o a far spesa nel capoluogo della montagna, la mattina di sabato scorso, ha potuto imbattersi in un gruppo di giovani donne vestite con gli abiti del Primo Novecento. Un omaggio speciale alle donne che ci hanno regalato il progresso: le nostre mamme, nonne, bisnonne.
“Da tempo avevo l’idea che fosse necessario trovare il modo di riconoscere quanto le donne nate dei primi decenni del 900 hanno contribuito a creare il nostro benessere. Da qui ha avuto origine la manifestazione di stamattina –spiega la prof. Nicoletta Beretti - “Sono donne semplici perché hanno vissuto in famiglie povere e numerose, hanno lavorato tanto, in silenzio, hanno affrontato le difficoltà della guerra e l’impegno per la ricostruzione… Sono donne straordinarie perché, pur non avendo potuto frequentare la scuola, hanno creduto nell’importanza dell’istruzione come mezzo di promozione sociale, hanno rivendicato per le loro figlie un ruolo diverso, hanno sostenuto chi lottava per la libertà, hanno tanto contribuito con il loro lavoro a garantire a noi un futuro migliore… Sono le donne per le quali la vita si è fatta sentire e oggi vogliamo riconoscere quanto da loro abbiamo ricevuto”.
Come è stato preparato il lavoro?
“Alle classi prima e seconda ho assegnato il compito di raccogliere una testimonianza di vita delle loro nonne, o comunque di una persona nata in quegli anni. Alle ragazze di quinta ho proposto di diffondere questi ricordi per le strade del paese, trovando un modo diverso dal solito. La mia proposta di cercare abiti del periodo successivo alla guerra è stata accolta con entusiasmo, quindi è iniziata la ricerca in armadi e bauli. Nella fase dell’ideazione e in quella successiva ha avuto un ruolo importante Giacomina Castagnetti, con la quale ho discusso l’idea e che subito, con passione, mi ha messo a disposizione il sua abito da sposa e altri indumenti. Le ragazze, con curiosità mista ad interesse, hanno provato i vestiti e deciso quale fosse quello più adatto per loro”. In questo modo siamo arrivati ad oggi: avevo preliminarmente verificato la disponibilità ad accoglierci di due supermercati, del municipio, di Villa delle Ginestre. L’intenzione però era quella di portare la testimonianza per le strade, le piazze, cercando di coinvolgere coloro che avremmo incontrato, stupendo e incuriosendo con il nostro modo di presentarci”.
Come ha reagito la gente?
Abbiamo sentito qualcuno dire che c’erano una sposa e invitati a un matrimonio, un bambino chiedere alla mamma: - Ma come si sono vestite?! Abbiamo avvertito gli sguardi curiosi, increduli, interrogativi, delle persone. Chi ci ha dedicato attenzione e ascolto nei diversi luoghi ha sicuramente “portato a casa” qualcosa perché glielo abbiamo letto sul viso, abbiamo sentito la loro partecipazione… L’aspetto che mi ha un po’ sorpreso è che diverse persone incontrate per strada a cui abbiamo chiesto la disponibilità ad ascoltare una testimonianza riguardante le donne, hanno rifiutato, si sono allontanate. Nel primo supermercato, nel quale l’iniziativa era stata pubblicizzata, era stato predisposto uno spazio per noi dove abbiamo avuto la possibilità di leggere diversi ricordi, solo un numero ristretto di persone si è fermato; la maggior parte ha continuato il suo percorso, indifferente a quanto di diverso stava accadendo. Anche nel secondo è successa la stessa cosa: qui avevamo le persone di fronte a noi, ci hanno guardato, ma tutto è continuato come se ciò che stava succedendo riguardasse solo noi”.
Un primo bilancio?
Avevo deciso di proposito di non pubblicizzare l’iniziativa: non mi ha mosso il desiderio di mostrarci, di essere celebrati. La prima domanda che mi sono posta è come mi sarei comportata io nella stessa situazione. Le successive riguardano il peso che possono avere la diffidenza, la paura nei rapporti con le persone; quanto la fretta, l’essere centrati su un compito, possono condizionarci. Io sono comunque contenta e credo di poter dire che lo sono anche le ragazze che hanno partecipato. Sono anche contenta perche i ragazzi di prima e seconda hanno diffuso le testimonianze all’interno della scuola e se ciò che volevo far passare è arrivato, il mio obiettivo è stato raggiunto”.
Insieme alla prof. Beretti e a Giacomina Castagnetti, partigiana nota per le sue testimonianze rivolte soprattutto ai giovani, hanno partecipato le studentesse Beatrice Alinovi che ha emozionato con la sua interpretazione di “Quello che le donne non dicono” di Fiorella Mannoia e Bella ciao; Andrea Croppi, Noemi Dallari, Deborah Ferrari, Yasmine Fiorini, Alessandra Kunzi, Camilla Jattici, Chiara La Grutta, Ezra Ljesnianin, Gaia Lombardi, Krisilda Mucolari, Michela Valentini e Marianna Toni, bellissima nell’abito da sposa,.
(Giovanna Caroli)
Ho avuto il piacere e l’onore di accogliere questo gruppo di ragazze in Municipio. Un gruppo davvero bello, vivace, che ha scelto una modalità fortemente innovativa per ricordare a tutti i valori dell’8 marzo, che è qualcosa di più di una semplice “festa”: è la Giornata Mondiale delle Donne, che fin dall’inizio del secolo si celebra con l’intenzione di porre maggiore attenzione ai diritti delle donne ed alle battaglie per la parità di genere. Ringrazio le ragazze e le loro insegnanti per questa pregevole iniziativa, invitandole ad insistere ed a riproporla anche i prossimi anni.
(Nuccia Mola)
Che peccato non avervi incontrate! Vi avrei ascoltate volentieri.
(Rosanna Fontana)
Grazie di cuore anche da Villa delle Ginestre per la vostra gradita visita e per aver incluso nei vostri ricordi anche le donne più anziane della nostra montagna che ne hanno fatto la storia!
(Monia)