Avevano riempito il camion con oltre 300 forme di Parmigiano Reggiano prelevate dal caseificio di via Argentina nella frazione di Cavola ed erano da poco usciti dal piazzale quando gli abbaglianti di una volante dei carabinieri li ha sorpresi nel bel mezzo della notte. Impossibilitati a seminare i militari, dato il carico e il mezzo, i malviventi hanno preferito scendere dal camion, risultato peraltro rubato nel foggiano, per scappare a piedi nei campi. Era accaduto la notte del 20 dicembre scorso, con gli uomini dell'Arma di Toano e di Castelnovo ne' Monti che recuperarono l'intera refurtiva dal valore di oltre 250mila euro evitando che altrettante forme venissero caricate sull'autoarticolato in possesso della banda. Dal sopralluogo effettuato sul posto era subito emerso che chi stava per portare a termine il colpo era una banda di autentici professionisti, che per entrare all'interno del magazzino del caseificio avevano segato le sbarre, coprendo poi con della stagnola i sensori di allarme e operando così in tutta tranquillità.
Non conoscevano la circostanza che i carabinieri, su indicazioni del Comando provinciale di Reggio Emilia, erano in allerta da diverse ore, in quanto proprio la notte precedente due analoghi colpi in caseifici della bassa reggiana erano saltati a causa dei sistemi d'allarme adottati. In un caso, dopo aver praticato un foro nel muro attiguo al magazzino, i ladri avevano dovuto desistere per la presenza dei sensori; nel secondo, invece, a fare abortire il colpo era stato l'allarme collegato alla caserma dei carabinieri e attivatosi.
Oggi la svolta, grazie alle indagini dei militari del Nucleo operativo della Compagnia di Castelnovo ne' Monti, i quali per mesi hanno lavorato ricostruendo, grazie anche alle analisi dei sistemi di videosorveglianza comunali ai controlli del territorio, non solo i movimenti della banda ma procedendo all'identificazione di tutti i componenti, risultati essere 7 persone - aventi un'età compresa tra i 47 anni per il più grande e 24 per il più giovane - tutte originarie della Puglia, dove vivono, ad eccezione di un albanese abitante in provincia di Cremona.
Nei loro confronti i carabinieri di Castelnovo hanno raccolto incontrovertibili e concordanti elementi di responsabilità, per cui sono stati denunciati alla Procura reggiana con l'accusa di concorso in tentato furto aggravato. La svolta investigativa potrebbe avere riflessi positivi nelle analoghe indagini che da tempo vedono i carabinieri reggiani indagare per identificare i responsabili dello stillicidio di furti nei caseifici che s verificano nell'intera Emilia-Romagna.