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Quell’Unesco così lontana e così vicina

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Appuntamento a Ligonchio lunedì 24 per sindaci e comuni appenninici, del Parco e oltre, da Canossa a CastelnovoGarfagnana, da Neviano a Fosdinovo.

Vista dall’Appennino, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura può apparire qualcosa di molto lontano.

I bisogni quotidiani si chiamano frane, strade, lavoro, abbandono.

Ma qual è - a ben riflettere- la prima delle infrastrutture e la più importante delle forze per un territorio,anche se si tratta di un comprensorio montano?.. per il suo futuro e -ancor di più- per il suo presente?

Non ci possono essere dubbi, oggi: sono le risorse umane.

E’esattamente questo il primo obiettivo della candidatura alla rete Unesco-Mab del territorio montano-collinare attorno ai due versanti del crinale tosco emiliano del Parco nazionale.

Creare un capitale umano adatto alle sfide della crisi e della globalizzazione in un’area rurale come l’Appennino. Creare un capitale umano in grado di mettere in valore le cospicue risorse naturali, paesaggistiche e produttive di un territorio, in grado di apprezzare le risorse locali e farle apprezzare a livello globale.

Del resto è noto: è l’impoverimento delle risorse umane da sempre il deficit più grave e sofferto dei territori montani. E d’altro lato è proprio la crescita dell’educazione, della cultura e della scienza la missione essenziale delle reti di territori laboratorio dell’UNESCO.

Non si tratta dunque di andare a caccia di soldi, di finanziamenti, né di spenderne ,né di creare nuovi enti e normative, ma solo mettere in rete e mettere in valore il meglio che c’è.

Il Ministero dell’Ambiente sta promuovendo una “internazionalizzazione attiva “ dei parchi italiani.

Il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano ha scelto di non accontentarsi di un riconoscimento Unesco di quel che c’è, ma di misurarsi con questo progetto di potenziamento culturale insieme con ampi territori a valle dei crinali.

Parmigiano Reggiano e prosciutto di Parma, acque ed energie rinnovabili, Lunigiana e Garfagnana come nomi di ruralità storiche e ben identificate, sono la base di un progetto che al tempo stesso è di conservazione e di cambiamento, di innovazione sostenibile e competitività. L’appuntamento di Ligonchio è lo start up di una sfida molto importante,forse storica e soprattutto attuale.

 

​Fausto Giovanelli

​Presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano

4 COMMENTS

  1. Se ne è accorto ora che le risorse umane sono la prima e fondamentale infrastruttura estremamente necessaria all’Appennino? Meglio tardi che mai! Non pensa sia offensivo “creare un capitale umano adatto… in grado…”, forse pensa che il capitale umano attuale sia proprio così scadente e non adatto ai tempi che corrono? Cordialmente e buon lavoro.

    (Fabio Leoncelli)

    • Firma - fabio leoncelli
  2. Pur riconoscendo al presidente del Parco nazionale tosco-emiliano il merito e la capacità di avviare varie iniziative, credo che nell’attuale situazione di abbandono del territorio dell’Appennino reggiano, dove abbondano frane e disoccupazione e manca totalmente una viabilità decorosa e prospettive di lavoro, non bastano progetti culturali e buone intenzioni. Sui paesi del crinale le risorse umane ci sono, ma per metterle in grado di produrre, di fare, di generare reddito, di ridare vita a questi territori abbandonati servono infrastrutture vere, opere reali, che diano occupazione a migliaia di lavoratori, opere come la diga di Vetto e il collegamento viario dell’alta Val d’Enza al casello autostradale di Terre di Canossa, opere paragonabili a quelle realizzate dalle società elettriche Cieli e Emiliana all’inizio del novecento, con la realizzazione di centrali idroelettriche, gallerie, dighe e bacini e la luce nelle nostre case. Sono opere come queste che cambiano il destino di un territorio, basti pensare a quale sviluppo ha portato la piccola diga di Ridracoli al suo territorio e al Parco nazionale delle foreste casentinesi e la diga di Monte Cotugno al Parco nazionale del Pollino; il lago di Vetto sarebbe la perla del Parco nazionale tosco-emiliano e darebbe vita alla montagna e salverebbe l’agricoltura reggiana e parmense; irrigata con le acque del Po, forse più inquinate di quelle utilizzate nelle Terre dei Fuochi, e qui si sprecano le acque pulite di montagna e le risorse naturali che la nostra valle ci offre; credo che questo sia il più grande scandalo della Regione Emilia-Romagna. Per questo chiedo al presidente del Parco nazionale di adoperarsi per fare cessare lo spreco di queste acque e aiuti veramente la montagna.

    (Lino Franzini)

    • Firma - LinoFranzini
  3. Con la candidatura dell’Appennino Tosco Emiliano al riconoscimento MaB-Unesco si avvia una fase nuova nella concertazione delle politiche di tutela, valorizzazione e sviluppo del territorio tra le istituzioni, le comunità e le realtà economiche e sociali. Ricerca, diffusione della conoscenza, condivisione delle informazioni, coinvolgimento della Scuola, sono le linee di investimento per la cura e la crescita del capitale umano e sociale, risorsa indispensabile per ribaltare le tendenze in atto e prefigurare modelli innovativi. L’orizzonte al quale si guarda è quello internazionale, come di natura internazionale sono i fattori economici e sociali con i quali i nostri territori devono fare i conti (pur con le loro declinazioni locali). Il percorso di ottenimento del riconoscimento MaB-UNESCO rappresenta la cornice per costruire modelli gestionali e di governo del processo. La proposta guarda molto oltre il perimetro del Parco; non ne rappresenta certo l’estensione (né territoriale né dei vincoli) ma è piuttosto la ricerca di una dimensione territoriale adeguata a progettare e attuare nuove strategie. Nell’assemblea si è sentito il clima positivo, la volontà di tutti di sviluppare e approfondire i temi, la consapevolezza che solo con la costruzione di politiche di sistema, condivise dalle comunità, si possano superare le criticità e aprire una fase nuova di crescita.

    (G. Franco Lazzeroni – pres. Comunità di Parco – Sindaco di Bagnone)

    • Firma - G Franco Lazzeroni
  4. Gentile presidente Giovanelli, nemmeno l’ingegnere dal vestitino nuovo, nemmeno la senatrice scheda-bianca e nemmeno Udicino-meno-meno sono mai riusciti a scrivere (usando ben 354 parole, ma solo 153 di contenuto essenziale) l’assoluto niente come Lei è qui riuscito a fare. L’espressione “così lontana e così vicina”, poi, ricorda la scuola veltroniana, denunciando studio e cultura. Sono tentato di nominarLa capoclasse.

    (MV)

    • Firma - mv