C’è chi è partito alle 3 di notte. Chi in treno, chi in pullman (uno, da Castelnovo). E’ il mondo delle piccole e imprese dell’artigianato e del commercio che, ieri a Roma, ha dato vita alla manifestazione “Senza imprese non c’è l’Italia”.
Presenti le delegazioni castelnovesi di Cna, Confartigianato imprese, Confcommercio e Lapam. Gente da Ramiseto, Vetto, Castelnovo, Busana, Villa Minozzo, Toano… un po’ da tutti i comuni della montagna oltre cento gli imprenditori scesi nella capitale. Qualche disguido per chi è sceso in treno (uno stop imprevisto a Bologna per soccorrere qualcuno che si era sentito male), i ritardi (per incidenti) per chi è sceso in pullman ma, alla fine, alle ore 12 Piazza del Popolo era gremita, di quasi 20 mila persone.
La manifestazione è stata lanciata da “Rete Imprese Italia”, coordinamento nazionale delle associazioni, per chiedere con forza a Governo e Parlamento una svolta urgente di politica economica.
270.000 le imprese che hanno chiuso nel 2013. “E l’Appennino – rileva una nota di Confartigianato di Castelnovo Monti – segna le croniche difficoltà strutturali legate ai costi di produzione, alla viabilità, alla fuga delle menti cui, ora, si aggiunge anche il tema della sicurezza. Il mondo imprenditoriale non è avvezzo a protestare in strada, ma le situazioni attuali ce lo impongono. La risposta così ampia di imprenditori della montagna a una manifestazione nazionale è segno di imprese che non ce la fanno più e chiedono una svolta”.
Il sistema congiunturale della crisi e la fiscalità italiana, come prevedibile, sta impoverendo le famiglie. Di qui la richiesta del deciso cambio di rotta. Per Rete imprese Italia: “il mondo dell’impresa diffusa, dell’artigianato e del terziario di mercato rappresenta il tessuto produttivo dell'Italia. Dal futuro di questo sistema di imprese dipende il futuro del Paese”. Da qui le richieste di eliminare i vincoli e i costi che pesano sul lavoro per assumere i giovani, l’impegno delle banche a reinvestire nell’imprenditorialità, una tassazione locale responsabile, una sburocratizzazione del sistema, una tassazione più equa e non asfissiante. Quindi interventi di forte impulso per la ripresa economica. Misure urgenti per le imprese in difficoltà per potere tornare a crescere.
Non vorrei che anche questa volta si avverasse il detto “chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati”, cioè che si sentissero dire che oramai non ce n’è più per nessuno, che è troppo tardi. Speriamo bene che a Roma si rendano conto della gravità della situazione; o aspettano che si suicidino tutti i nostri piccoli imprenditori? Perchè oramai sono veramente con l’acqua alla gola con tutti i balzelli e le tasse imposte loro. Vedremo se prenderanno coscienza, che tutti i giorni centinaia se non migliaia di piccole e medie aziende chiudono i battenti, mandando a spasso migliaia di operai che non sanno come fare a sfamare le proprie famiglie. O aspettiamo che succeda come in tanti paesi africani che sono in guerra continua, a causa di negrieri sfruttatori, che levano loro anche la pelle?
(Beppe)