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“Sei di… se…” l’ultima moda che spopola sul web, fra ricordi e testimonianze

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Ligonchio, Toano, Castelnovo,  Vetto, Cerredolo,  Corneto, Montefiorino, Morsiano, Villa Minozzo,  Collagna,  Busana,  Ramiseto,  Vetto,  Ciano e Canossa,  Casina, Viano,  Baiso, Carpineti, Le Casette di Carpineti, Quattro Castella, Vezzano, Vogno, Felina e ogni ora ne nascono di nuovi per ogni paese o frazione dell'Appennino, alcuni sono doppi o tripli, noi abbiamo citato i più numerosi.

Di cosa si tratta? Sul noto social network Facebook da qualche giorno stanno comparendo gruppi formati da persone che si incontrano, si ritrovano e scambiano ricordi postando frasi che in genere cominciano con "Sei di... se...".

Stanno scrivendo la storia recente delle borgate, in cui sono cresciuti, tramite aneddoti e vicende. Persone che il tempo ha riposto fra le polveri nell'oblio sono rispolverate, per citarne gli atteggiamenti i motti, le particolarità. Una gara a chi evoca le cose più recondite o più assurde di cui è stato testimone o delle quali ha sentito raccontare.

Vecchie foto di scolaresche in bianco e nero, squadre di calcio formate da quelli che ora sono nonni, ogni sorta di commento atto a rievocare bei tempi andati, o tristi momenti.

Così per una volta il web diventa terreno di chi non ha più vent'anni, ma anzi, proprio forti della loro età sono orgogliosi di portare testimonianze che in pochi possono dare.

Anche di un recente passato che è appena dietro l'angolo del tempo, ma di cui già si sente la mancanza, forse perché, in un periodo in cui la crisi pesa in modo particolare, ricordare "che si stava meglio quando si stava peggio" forse aiuta a rompere la monotonia del quotidiano.

Alcuni hanno anche imparato ad usare il mezzo informatico solo per apportare nuovi contenuti al gruppo dei ricordi on line.

I ragazzi assistono, a volte increduli, all'impossessarsi del computer da parte dei loro genitori, o spesso si leggono commenti fatti da adolescenti con fra parentesi il nome dei genitori, che hanno dato consiglio o suggerito domande e risposte. Capita anche che ci si debba rivolgere al nonno, per trovare nuovo materiale.

Che sia nato un nuovo modo per raccontare la storia? Comunque questo modo di utilizzare la nuova tecnologia sembra proprio che piaccia a tutti.

Sei di se facebook
Sei di se Facebook

 

 

2 COMMENTS

  1. Sono nato a Costabona di Villa Minozzo il 30 settembre 1937, poi a tre mesi sono stato messo a balia dalla signora Amabile abitante a Quara di Toano, una signora molto buona, che mi voleva molto bene, anche se aveva un figlio suo di alcuni anni piu di me, che si chiamava Pietro. Suo marito faceva lo stradino sotto al comune di Toano, da lei sono rimasto fino all’età di tre anni, quando sono stato preso dai miei nonni materni, Luigi ed Elettra, che avevano un podere vicino a casa Marastoni e piu precisamente a Cà ad Paltin, una casa isolata ai piedi del Monte delle Castagna. Lì sono rimasto fino al ’51 quando purtroppo i miei nonni sono morti, se ne sono andati tutti e due a distanza di tre mesi e mezzo, per me è stato un trauma di cui ho portato le conseguenze per tanti anni, perchè per me erano i miei genitori, non i miei nonni. Mio padre era andato a Roma in Vaticano come autista, per non ritornare militare, mia mamma lo seguì e andò ad allattare il figlio di una famiglia della Roma bene, i signori Castelli. Mi venivano a trovare due o tre volte l’anno, ma per me erano come dei parenti lontani, che quando venivano mi portavano qualche caramella, oppure un poco di zucchero da mettere nel caffè d’orzo che tutte le mattine mia nonna mi preparava, poi nel ’51 sono andato ad abitare con i miei veri genitori, a Costabona e per oltre quindici anni non sono piu ritornato nella casa dei miei nonni, tanto era il dolore ed il rancore che mi portavo dentro, perchè ritenevo che mi avessero abbandonato, come se fosse stata una loro colpa, l’essere morti. Quello passato con i miei nonni penso sia stato il periodo piu bello della mia vita. Mio nonno era un uomo molto buono e mite, che non avrebbe calpestato una formica se se ne fosse accorto, era un Belli, veniva da Cavola, più precisamente sopra Cavola, dal Pusignolo; mia nonna era una donna più burbera, era una Ceccati, anch’essa veniva da Cavola, ma aveva un carattere molto più forte di mio nonno, anche lei dopo il primo figlio andò ad allattare a Marsiglia, in Francia, per aiutare mio nonno a comperarsi dei terreni che circondavano la loro casa, erano tutti boschi e mio nonno in inverno, quando non lavorava da muratore, li dissodava con la zappa per potervi seminare un poco piu di grano. Ho frequentato le elementari a Casa Marastoni, dove vi era una scuola, assieme anche a Don Ugo Tagliatini, il parroco che è purtroppo mancato in questi giorni in comune di Carpineti. Lì però c’era solo fino alla terza elementare, dopo bisognava andare a Quara, per la quarta e la quinta, a piedi tutti i giorni, era un bel tragitto, ma con tutta l’energia che avevamo nelle gambe, non mi spaventava. Poi tanti giorni, il pomeriggio, dovevo andare a dottrina a Cerrè Marabino, perchè come parrocchia eravamo sotto a Cerrè Marabino, per essere ammesso alla Prima Comunione. Vi era parroco,Don Guidarini, il quale essendo molto vecchio aveva come aiutante quel Don Callisto che poi venne mandato in pianura, in una parrocchia piu grossa. Andavamo a dottrina anche a Quara, c’era Don Enzo a farci dottrina, mi diede anche il premio per il mio impegno, ma nonostante ciò Don Callisto non mi ammise alla Prima Comunione perchè mio padre si era rifiutato di ritornare sotto le armi e lui era un grande fascistone. Così pensò bene di punire me, a questo però pose rimedio mio nonno, il venerdi Santo quando si facevano in tutte le chiese le confessioni di Pasqua mi tirò giu dal letto e mi disse “Vieni con me che ti ci metto io alla Prima Comunione” e cosi facemmo, andai a confessarmi e poi sempre dietro a mio nonno a prendere la Santa Comunione. Spero che il Signore ci abbia perdonati se non abbiamo seguita tutta la trafila.

    (Beppe Bonicelli)

    • Firma - BonicelliBeppe
  2. “Sei di… se…” è un modo per condividere in modo virtuale emozioni e ricordi, per questo ha tanto successo. Infatti cos’è che colora la vita se non le emozioni? Un piccolo appunto, però, si può fare a questa moda e cioè la privacy a volte non viene rispettata in modo corretto; faccio un esempio: in un gruppo veniva citato un insegnante delle superiori (vivente) in toni poco lusinghieri da alcuni suoi ex allievi. Forse presi dalla novità ci si dimentica la forza divulgatrice del mezzo di comunicazione.

    (Michela)

    • Firma - Michela