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Se il federalismo porta troppi balzelli…

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Riceviamo e pubblichiamo.

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La mini Imu sta effettivamente creando parecchio disorientamento, e in qualcuno anche un po’ di  apprensione, sia per le incertezze  sulla sua applicazione  sia  per  gli incombenti tempi di pagamento e le aliquote da versare, spesso diverse da Comune a Comune.

Speriamo che questo “incidente di percorso” non abbia più a ripetersi, perché quei tanti italiani che adempiono   puntualmente ai loro dovere di contribuenti non si meritano questo trattamento, ma intanto viene da fare un’amara e sconsolante considerazione.

Il federalismo  attuato fino ad oggi ha purtroppo provocato una sommatoria di “tasse e balzelli”  -   tra Stato centrale, Regioni, Enti locali e loro emanazioni   -   che ha innalzato a dismisura il carico fiscale in capo alle famiglie e alle imprese,  in mezzo ad un arcipelago sconfinato  di norme e disposizioni nel quale è molto difficile districarsi.

Sembra quasi di essere ritornati  all’Italia preunitaria dell’ottocento, quella dei Ducati, dove ogni  entità territoriale era sovrana e  dettava le proprie regole.

C’è da credere che non fosse proprio questa l’idea delle “AUTONOMIE” pensata oltre mezzo secolo fa dai Padri Costituenti della nostra Repubblica, e pertanto, alla luce di quanto vediamo succedere, bisognerà che le forze politiche arrivino a ripensare  quanto prima possibile  il modello di federalismo che si è imposto in questi anni.

(Robertino Ugolotti)

5 COMMENTS

  1. Purtroppo viviamo in una nazione che ha cittadini di serie A e serie B. C’è chi continuia a pagare ed ha sempre pagato in una nazione dove parte dei cittadini vive alle spalle di altri. Regioni a statuto speciale che dovrebbero essere abolite, territori dove si aumenta l’autostrada e territori dove non si paga, casualmente il Nord paga il Sud prende. Ma se va bene così, avanti pure! Sarebbe meglio che ognuno potesse gestire autonomamente il proprio Pil per valorizzare il territorio in cui vive, tutti uguali e nessuno con pregi, sarebbe meglio. Il federalismo l’ha boicottato il tuo Casini facendo fallire il referendum 2006. Cordialmente.

    (Chicco Ferretti)

    • Firma - ChiccoFerretti
  2. Senza scomodare i Padri costituenti è sufficiente ricordare che la mini IMU a Castelnovo nasce dalla scelta politica dell’Amministrazione comunale di elevare al massimo (O,60) l’aliquota addizionale, unico comune in montagna. Si doveva e si poteva contenerla allo 0,40 e la mini Imu non ci avrebbe interessato. Punto.

    (Federico Tamburini)

    • Firma - Federico Tamburini
  3. Il solito compitino ordinato, con sorprendenti e spericolati richiami alla Costituzione, dove il contenuto sono le solite “osservazioni”; banalità di chi fa politica da una vita nei limiti che la politica pretende e che, solo i migliori, sono in grado di dare. Bravo Robertino, un 4– di incoraggiamento.

    (MV)

    • Firma - mv
  4. Se circoscriviamo il problema all’IMU di Castelnovo ne’ Monti il discorso di Tamburini non fa una grinza, ma non mi sembra comunque sbagliato prendere lo spunto da una questione che ha riguardato tantissimi contribuenti per allargare lo sguardo sulla fiscalità più generale del nostro Paese, argomento cui quasi tutti siamo fortemente interessati. In molti, peraltro, si aspettavano che il federalismo potesse portare ad un contenimento della tassazione complessiva, e se le cose non sono andate così viene abbastanza naturale interrogarsi sul modello istituzionale che si è andato formando in questi anni – viste le ricadute sul nostro quotidiano, tasse e imposte comprese – e anche chiedersi se il vigente tipo di decentramento amministrativo sia quello prefigurato da coloro che ne furono gli ispiratori.

    (P.B.)

    • Firma - P.B.
  5. Il tema del riordino degli enti locali va nella direzione di superare un tipo di decentramento amministrativo, Province e Regioni, che ritengo concausa di cattiva ed onerosa amministrazione. Eliminare (veramente) le Province e le Regioni e riposizionarsi su aree ampie, sul modello dei Land tedeschi, che possano basarsi su omogeneità di territori e risorse e non di antichi confini regionali da cartina geografica. Un federalismo moderno, senza gli apparati e gli orpelli che abbiamo creato tra cittadini e governo centrale, facendone centri di spesa pubblica incontrollata e di clientele politiche di ogni genere. Sembra già arenata l’abolizione delle Province attraverso marchingegni, tipo enti di secondo grado ed altro, che limano la forma senza toccare la sostanza tanto che faccio fatica a pensare che si possa seriamente lavorare ad un intervento più radicale e definitivo. Quindi, ancora per un bel po’, il caos tra tasse e imposte e pressione indebita sui cittadini.

    (Federico Tamburini)

    • Firma - Federico Tamburini