Premette Poli che "sulla discarica di Poiatica si è aperta recentemente un'importante riflessione pubblica, iniziata con la significativa presa di posizione critica dei parroci di Cavola, Toano e Valestra, che doverosamente segnalavano le comprensibili preoccupazioni delle loro comunità e a seguire vi sono stati interventi sia dei rappresentanti dei comitati 'EcologicaMente' e 'Fermiamo la discarica', da tempo favorevoli alla chiusura della stessa, che di altri soggetti importanti come l'Ausl e Legambiente a parziale difesa della struttura di Iren".
Per poi rilevare "come recenti dichiarazioni dell’assessore provinciale Mirko Tutino, sostenitore di una chiusura della discarica già dal 2015, si presentino stranamente difformi dalle politiche sui rifiuti immaginata dalla Regione Emilia-Romagna e probabilmente dallo stesso Piano provinciale dei rifiuti".
"Precisato che come Udc, pur con tutti gli approfondimenti del caso, rimaniamo convinti sostenitori che la discussione se utilizzare o meno il cosiddetto eventuale 6° lotto in questione debba essere aperta solo quando il famoso impianto TMB avrà prodotto a regime i propri benefici effetti, interpelliamo la presidente della Provincia Sonia Masini e l’assessore competente Tutino per conoscere e chiarire la montante confusione".
E più precisamente quanto segue:
"1) se il crono-programma della costruzione del TMB la cui conclusione era previsto per il 2015 è ancora attuale oppure no, visto che sono già state apportate modifiche di rilievo circa l’ordine di grandezza dell’impianto stesso e che non si conoscono i particolari del progetto;
2) se sussiste anche l’ipotesi, all’interno del Piano regionale dei rifiuti, di poter realizzare, stante l’abbandono del principio dell’autosufficienza provinciale, lo smaltimento dei rifiuti raccolti nella nostra provincia presso gli inceneritori presenti in altre province;
3) con quali strumenti e con quali tempi la Provincia di Reggio intenderebbe opporsi alla volontà della Regione Emilia-Romagna di proseguire di fatto con la logica delle discariche, quanto mai considerate negativamente dalla stessa normativa dell’Unione europea?".
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Nella giornata appena trascorsa si rifà viva anche Legambiente con una nuova nota, che registriamo qui di seguito.
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Esportare rifiuti in altre realtà regionali o nazionali non è certo la soluzione definitiva del problema, ma attiva conflitti e scempi ambientali in altri territori: se è vero che per anni i rifiuti di Parma e non solo sono arrivati nelle nostre discariche, questo deve anche servire come lezione da cui trarre giovamento, evitando di ripetere a nostra volta questo errore. La discarica di Poiatica va superata e chiusa ed è necessario che la politica su questa materia non sia fatta da Iren ma dagli amministratori pubblici. Fa bene l’assessore provinciale Tutino a preoccuparsi di quanto accede in Regione e ad evitare ulteriori ampliamenti del sito. Una delle soluzioni durature per arrivare al superamento del modello dello smaltimento dei rifiuti attraverso le discariche (e anche in ultima analisi dei più dannosi forni inceneritori) è la strada intrapresa da quei comuni reggiani che in questi ultimi mesi hanno portato la raccolta differenziata ad oltre l’80% (oltre il 90% se si considerano i rifiuti delle isole ecologiche), come Poviglio, arrivando quindi a rendere l’indifferenziato una esigua quantità ed avviando alle filiera del recupero tutto il resto.
Anche l’accordo fra le grandi catene della distribuzione ed il Comune di Reggio Emilia, con il progetto No-Waste va in questa direzione, parlando finalmente in modo organico di come ridurre la quantità di rifiuti immessi sul territorio. Sperare di risolvere questo problema solo a monte, ovvero a produzione di rifiuti avvenuta è quasi impossibile e costoso: occorre anche agire alla fonte riducendo la quantità di rifiuti che ogni cittadino produce, diminuendo soprattutto la quantità di imballaggi, che sono una delle componenti prioritarie. Gli sforzi dei comitati e delle associazioni ambientaliste devono tendere a anche a questo risultato, per dare una risposta alla future generazioni.
Per rispondere alle parole del consigliere della Lega nord Gianluca Vinci, lo ringrazio per la fiducia sul mio futuro politico, se mai ci sarà, ma i miei interventi sono sempre volti alla tutela dell’ambiente e della salute, altrimenti come Legambiente non ci cimenteremmo in decine di denunce, centinaia di segnalazioni e migliaia di sopralluoghi sul territorio ogni anno. L’ispezione del giugno del 2010 sul percolato di Poiatica, arrivato nel fiume Secchia, ha portato ad una denuncia penale, visto che la discarica è sottoposta ad Aia (Autorizzazione integrata ambientale) che ora è al vaglio della magistratura reggiana, a cui chiediamo, in particolare al procuratore capo Grandinetti, di procedere nel modo più sollecito possibile, visto che spesso le questione ambientali sono trattate in terz’ordine rispetto ad altre priorità.
(Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia)
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