In risposta alle dichiarazioni del capogruppo provinciale di Forza Italia-Pdl Avv. Giuseppe Pagliani in merito alla discarica di Poiatica l'Ausl reggiana ha rilasciato un documento sempre a firma di Daniela Riccò, direttore sanitario. Lo ospitiamo.
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Alcune precisazioni in merito alle pesanti dichiarazioni dell’Avv. Pagliani sul tema della discarica di Poiatica. L’aggressività dei toni e l’insinuazione del capogruppo provinciale di Forza Italia-Pdl che questa azienda nasconda importanti informazioni sullo stato di salute della popolazione ci inducono a rispondere in modo preciso e dettagliato.
L’Azienda USL di Reggio Emilia è una delle aziende territoriali che ha più investito sulla prevenzione, sulla conoscenza dello stato di salute della sua popolazione e sulla ricerca epidemiologica e ambientale.
L’Azienda dispone dei seguenti dati: registro di mortalità, registro tumori, registro diabete, registro mesoteliomi; a questi si aggiungono il sistema di sorveglianza degli esiti dei parti (certificato di assistenza al parto) e le sorveglianze delle malattie infettive. Questi registri e sorveglianze, nati per misurare la presenza delle patologie, possono fornire dati epidemiologici attendibili, in grado cioè di descrivere l’andamento delle malattie e delle cause di morte in un certo territorio e in un determinato periodo.
I dati di questi registri sono periodicamente pubblicati e disponibili sul sito dell’Ausl o della Regione. Il livello di dettaglio con cui i dati vengono pubblicati è stabilito sulla base della numerosità degli eventi: per la mortalità viene pubblicato regolarmente un atlante della mortalità che fornisce dati per comune e per causa di morte; per il registro tumori il livello comunale non viene pubblicato perché i numeri sono troppo piccoli e non sarebbero sufficientemente informativi.
I registri sono comunque a disposizione della cittadinanza (enti locali, associazioni di cittadini o qualsiasi altra rappresentanza dei cittadini) che può fare richieste specifiche di dati con differenti disaggregazioni. A queste richieste l’Azienda risponde entro pochi giorni, non solo fornendo le tabelle richieste ma spesso aiutando i richiedenti a formulare le richieste stesse e fornendo un supporto metodologico per l’interpretazione.
Il servizio sanitario dispone inoltre di dati che rilevano le sue prestazioni: ricoveri, specialistica ambulatoriale, farmaceutica, pronto soccorso, attività di assistenza territoriale. Questi dati possono contribuire alla redazione dei registri, ma se si vuole analizzare l’andamento di una particolare malattia è necessario condurre delle specifiche ricerche.
Queste ricerche sono state effettuate in altre occasioni dall’Ausl per problematiche simili, con metodologie adeguate: in particolare non è sensato cercare di stabilire un nesso causale fra l’esposizione ambientale e patologie rare su di una popolazione piccola, perché anche se il rischio ci fosse, la possibilità di osservarlo è inesistente. Devono essere condotti studi più grandi su più siti simili, come è stato fatto da questa Ausl nel caso degli inceneritori con lo studio Moniter e sull’inquinamento ambientale, principalmente da traffico, con lo studio Epiair2. In particolare lo studio degli esiti pre-natali, al contrario della mortalità infantile, necessita di meticolose indagini sulla popolazione in studio e sulle popolazioni con cui la si confronta; nonostante gli sforzi fatti da molti gruppi di ricercatori, studi sugli aborti spontanei e, soprattutto, sulle malformazioni infantili, sono sempre affetti da una grande incertezza sull’affidabilità dei dati su cui si basano.
Per questo motivo la discarica di Poiatica è stata inserita, anche grazie all’interessamento della Regione e dell’Azienda Usl, nello studio multicentrico sugli effetti sulla salute dei processi di trattamento dei rifiuti, coordinato dall’Istituto superiore di sanità e voluto dal Ministero della salute. Sebbene l’Ausl di Reggio Emilia sia la più solerte nel fornire i dati richiesti, i tempi di uno studio nazionale non sono però stabiliti da questa Azienda.
Nel corso degli ultimi anni l’Azienda ha preparato relazioni e ha restituito dati il più dettagliati possibili in risposta alle istanze sollevate dalla cittadinanza e da interlocutori istituzionali, oltre a partecipare a diversi incontri pubblici
Per la presentazione delle pubblicazioni del Servizio di epidemiologia, sono infine stati organizzati nel corso degli ultimi anni a Reggio Emilia, i seguenti convegni aperti a professionisti e cittadini:
- 11 aprile 2003: seminario "Il Registro tumori della Provincia di Reggio Emilia";
- 7 giugno 2005: convegno “Incidenza, sopravvivenza e fattori di rischio dei tumori”;
- 5-6-7 aprile 2006: 10° convegno nazionale dell’Associazione italiana registri tumori;
- 25 giugno 2008: convegno "Il registro tumori di Reggio Emilia: 10 anni di incidenza";
- 30 novembre 2009: convegno “I tumori nella provincia di Reggio Emilia nel 2007: analisi dei dati e progetti di ricerca”;
- 12 ottobre 2012: “La prevalenza dei tumori e la riabilitazione oncologica: quali sfide per il futuro?”.
Rigettiamo con forza le insinuazioni e le offese dell’Avvocato Pagliani sulla trasparenza e la correttezza etico-deontologica dell’Azienda e dei suoi professionisti nella tutela della salute della comunità e ci riserviamo di valutare se questo suo intervento possa essere lesivo della immagine della nostra istituzione.
Come sempre avvenuto in passato, ribadiamo la nostra disponibilità a qualsiasi confronto basato su dati scientificamente dimostrabili.
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Aggiornamento 16 gennaio 2014
Replica Giuseppe Pagliani, capogruppo Fi-Pdl in Provincia. Di seguito il suo intervento.
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Si dà il caso che siano proprio quelli che l’Ausl definisce “piccoli numeri”, quelli relativi ai casi che si contano per ogni comune, che invece saprebbero fornirci immediatamente un quadro preciso della concentrazione, sul territorio, di determinate patologie.
Quello che infatti dovrebbe inquietare è la possibile presenza di cluster sul territorio, che potrebbero evidenziare esuberi anomali, esattamente come successe nell’area compresa tra Lentigione, Boretto Sorbolo qualche anno fa, quando solo grazie al coraggio di un medico di base si sollevarono inquietanti interrogativi. Sono state fatte diverse interrogazioni regionali, comunali e provinciali, per ottenere con maggior trasparenza i dati epidemiologici di ogni comune, e sembra davvero impossibile che questo non si possa ottenere, se non fornendo dati accorpati in una media statistica del tutto insignificante. Come se poi non bastasse, qualche anno fa, ci siamo anche accorti che da una pubblicazione all’altra del Registro tumori vi erano dati diversi, aggiornati e reinterpretati secondo le nuove modalità europee. L’indignazione crebbe ancora di più quando su di un quotidiano locale uscì la dichiarazione imbarazzante della dott.ssa Riccò, che, rispondendo a una mia interrogazione provinciale, affermava che non ci fosse stato alcun caso mortale di leucemia infantile nel comune di Toano nel 2004, omettendo invece la tragica vicenda di un bimbo scomparso proprio nel 2004 a soli nove anni. Questa affermazione della dott.ssa Riccò è la prova di come grazie ad un sistema farraginoso venga così a modificarsi la percezione reale del danno. Ecco perché continuiamo a chiedere dati epidemiologici per comune e usiamo toni forti perché siamo onestamente stanchi di ripetere da anni le stesse domande! L’Ausl reggiana deve chiarire i dubbi dei cittadini reggiani e degli amministratori, non permettendosi di usare mai toni sopra le righe.
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Si da il caso che nel 2011 sia finita sui quotidiani locali una faccenda piuttosto strana: i dati del registro tumori di Reggio Emilia mostravano vistose differenze tra una pubblicazione e l’altra, pur relazionandosi allo stesso arco di tempo.
Tutto questo fu in seguito commentato dai diretti responsabili, che si giustificarono spiegando che si erano dovuti adeguare ad alcune direttive europee e che quindi tutti i dati erano stati reinterpretati. Di conseguenza però erano state modificate le percentuali statistiche mostrate per la mortalità e l’incidenza di ogni patologia tumorale. Inspiegabile, comunque, che fossero stati omessi i casi di mortalità per mesotelioma nei soggetti di sesso maschile, proprio mentre a Torino si dibatteva tutto ciò nel famoso processo Eternit, o che fossero stati vistosamente ridotti i casi di mortalità per tumore delle ovaie, ecc. A questo punto, considerato che nella prefazione ai lavori del registro tumori 1996/2007 veniva sottolineata dalla dr.ssa Candela l’eccellenza e la qualità dei dati significativamente raccolti e il fatto che questi dati si presentassero in linea con i dati regionali e nazionali, ossia state tutti tranquilli che non si sono evidenziate cluster allarmanti nella nostra provincia, si è badato in seguito a far sparire nella versione on line tale inappropriata citazione, che resta comunque nelle copie cartacee in nostro possesso. Poco dopo tutta la forzata politica, imposta dalla casta “del tutto va bè”, fu minata da ciò che emerse dallo studio Sentieri, che individuò invece una abnorme incidenza tumorale nel distretto industriale di Fidenza e nel distretto ceramico reggiano. Comunque sia, prima ancora di questo, a citare l’incremento di malformazioni neonatali, tumori cerebrali e leucemie tra i bambini residenti nei pressi delle discariche della nostra montagna, citando Carpineti, fu proprio l’Istituito Superiore di Sanità, con il rapporto tra siti di smaltimento rifiuti e popolazione infantile, della dr.ssa Loredana Musumeci, nel 2003. Se ne deduce, quindi, quanto sia doveroso prendere con le pinze le autorevoli statistiche diffuse alternativamente dall’Ausl, per smorzare ogni più che legittima preoccupazione degli ambientalisti e di come la preoccupazione per gli aspetti epidemiologici non sia nata da una semplice intuizione, ma da presupposti più che concreti. Su questi fatti purtroppo furono avanzate diverse interrogazioni, provinciali e regionali, a cui seguirono risposte alquanto insoddisfacenti.
(Sir Francis)
Ahi ahi ahi… qui si comincia a parlare di presupposti per lesa immagine. Stiamo passando all’autodifesa sotto forma di minaccia? Prima il Pd carpinetano con i comitati e ora questo. Mi sembra un segno di nervosismo alla “politico italiano”… Non si starà mica facendo politica sulla pelle di quei disgraziati che abitano vicino Poiatica, spero? Gentile dott. Riccò, anzichè continuare a scrivere sui giornali che gli studi ci sono e sono disponibili a tutti (a tutti chi?), perchè domani non li raccoglie e li manda direttamente ai comitati in modo che si possano mettere il cuore in pace? Già tempo fa un suo collega, al noto consiglio di Carpineti in Pagoda, disse che avrebbe fatto avere questi dati. Ma si dimenticò di dire a chi e quindi di quei dati ancora non si sa niente! Perchè tergiversare ancora? Lo dico nel suo interesse. Perchè questi qua sono dei montanari testoni e non lasceranno mica perdere, sa? Poi un’altra cosa: io abito in zona Poiatica e in 19 anni nessuno mi è mai venuto a domandare o mi ha fatto fare analisi mirate a causa discarica. Quindi come avete fatto a studiarmi? O aspettate che muoia così mi potete mettere nel registro tumori? Sempre che io non sia un numero irrilevante…
(Pover Me )