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Ultimo saluto alla Rica: 103 anni e più di forza, cordialità, famiglia e lavoro

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La Rica era molto conosciuta a Casina, per la cordialità e vivacità dei saluti quando la incontravi e per la sua capacità di darsi da fare, per il non stare mai con le mani in mano. Attiva da sempre e fino a non molti anni fa, era capace di svolgere anche le mansioni più pesanti non solo nella tenuta della casa ma anche nella sua costruzione! Era nata il 15 novembre 1910 da Domenico e Linda Cilloni nel cuore antico di Casina, a la Braglia, dove i Venturi contendono ai Rinaldi e ai Bragli il primato dell’insediamento. Il fratello Ezio e la sorella Gemma morirono molto giovani a 21 anni il primo al ritorno da militare, a 38 la seconda, entrambi di polmonite; il fratello Enzo e le sorelle Armelinda e Isella raggiunsero invece anch’essi un’età ragguardevole, la sorella Isella è morta a un passo dai cento anni, lo scorso giugno. Particolare curioso: anche la balia di Agata, Genoveffa Morani, morì ultracentenaria a 102 anni. Forse la mamma della Rica era andata a sua volta a balia e aveva dovuto lasciare la figlia alla vicina, come accadeva spesso in quegli anni, certamente prese presto la via di Milano la Rica stessa, appena undicenne, portata a Reggio in bicicletta dal fratello Ezio e dal cugino Cido (Alcide Rinaldi). Una vita “che adesso sono favole”: il viaggio in treno da sola e sola anche all’arrivo, con soltanto l’indirizzo e il numero del tram. Il primo incontro con il dialetto milanese nella risposta del bigliettario all’ennesima richiesta di essere avvertita della fermata giusta per la strada indicata sul fogliettino che teneva stretto nel pugno: “Ma sì, tuseta, t’al disi mi”. Il fagotto che si apre sul predellino del tram spandendo quattro povere cose, il silenzio al suono del campanello del grande palazzo, il primo sonno per la stanchezza sui gradini. Poi all’arrivo della “signora” i piatti di 10 giorni da lavare in piedi sul panchetto per arrivare all’acquaio fu l’unica accoglienza.

Tutta una vita dedicata al lavoro e alla famiglia quella di Rica: a trent’anni il rientro a Casina e il matrimonio con Ester Gentili, detto Ninin, noto muratore e bersagliere, la nascita di due figli –Maria Gabriella e Danilo – la costruzione di diverse case. Tempra forte “non aspettava il trattore per fare i lavori” come dice una conoscente, senza rinunciare però ad andare incontro sorridente a chi incontrava, a scambiare pareri e a dire la sua, nell’epoca in cui la passione politica accendeva gli animi, con le amiche e con chi si fermava a parlare con lei.

Anche la figlia Maria Gabriella conosce l’emigrazione e trascorre la vita in Svizzera, ma dopo 53 anni la vecchiaia della madre la riporta a casa per accudirla insieme al fratello e assicurarle finalmente un poco di riposo e la conferma del valore della famiglia che Rica aveva curato per tutta la vita. Ieri sera in un soffio l’ultimo respiro.

Venerdì 3 alle 20 ci sarà la recita del S. Rosario presso l’abitazione in via Borghi 9. I funerali si svolgeranno sabato 4 alle 13.45 partendo in macchina per la chiesa parrocchiale quindi per il cimitero locale. La famiglia ringrazia la dott. Arne Costoli e l’infermiera Ornella Franzini per la professionalità e l’umanità.