Ab alio expèctes àlteri quod fèceris = Aspettati da chiunque ciò che tu hai fatto ad altri.
Traduce alla lettera l’espressione popolare: Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. O la massima: Chi la fa l’aspetti. Era opinione diffusa che persino le cattive intenzioni, prima o poi, venissero punite. Una variante del motto suona: Ab alto expectes alteri quod feceris [Aspettati dal cielo ciò che hai fatto ad un altro]. Calcando ancor più sul pessimismo si arrivava a dire:
A n’ fâr mâl ch’ l’é pcâ;
a n’ fâr bên ch’ l’é strusciâ
[Non fare male che è peccato; non fare bene che è sprecato].
Perché si dice...
Acqua in bocca
Una signora molto devota e bene intenzionata, ma afflitta dal vizio della maldicenza, chiese al confessore come liberarsi da tale cruccio. Risultati vani i rimedi della preghiera e dei buoni propositi il confessore le diede una boccetta d’acqua di sorgente (acqua normalissima) con l’invito a metterne due gocce sulla lingua ogni volta che sentiva crescere la voglia di parlare male di qualcuno, e tenere la bocca chiusa fino a quando la tentazione non fosse passata. Un altro aneddoto, attribuito a S. Filippo Neri, parla di una penitente che, anche lei, non riusciva a smettere di parlare male del prossimo. Il santo le ordinò di prendere un pollo e di spennarlo lungo la strada in una giornata di vento, poi ritornare da lui. Quando questa si ripresentò, contenta d’avere fatto quanto suggerito, il santo le ordinò di ripercorrere il tragitto e raccogliere tutte le penne. La donna rispose che era impossibile. “Anche fermare le conseguenze della maldicenza e delle calunnie è impossibile”, rispose il santo.