Martedì 17 dicembre la trasmissione itinerante “Un dollaro per librerie” per la prima volta dal centro di Milano, a due passi dal Duomo,
nella splendida location della libreria Bocca, di Galleria Vittorio Emanuele, è andata dunque in onda l’abituale appuntamento letterario del martedì sera condotto da Dario Boemia, Federico Rucco, con la regia di Tommaso Ghigna e l’assistenza di studio di Valentina Scarfia.
Ospiti della serata sono stati lo scrittore Silvano Scaruffi insieme all’illustratore di fama nazionale Mauro Moretti che sono scesi dall’Appennino tosco-emiliano per presentare uno il libro dal titolo “Un problema di creature mannare a Ligonchio”, trilogia surreale di un mondo a se stante, l'altro il nuovo progetto con cui l’emittente sandonatese ha deciso di varcare le soglie dell’editoria digitale: l’audiolibro dello giornalista Massimo Zanicchi dal titolo “I colori dei pittori”.
La cornice suggestiva della libreria è stata studiata per porre l'attenzione sulla possibile chiusura della stessa. La storica Libreria Bocca apre a Torino nel 1775 coi fratelli Giovanni Antonio Sebastiano e Secondo Bocca, nativi di Asti. In quell’anno nasceva William Turner, Volta inventava l’elettroforo e in America scoppiava la Guerra di Indipendenza. Quanta acqua da allora è passata sotto i ponti… Oggi la Bocca è forse la più antica azienda libraria rimasta in attività, ma rischia la chiusura perché la vendere libri è diventata ormai un'utopia.
La replica della trasmissione sarà ascoltabile anche sulle frequenze di Radionova questo venerdì dalle 17 alle 19 creando, per la prima volta, una collaborazione con il network "Twentyzradio" www.twentyzradio.com
Il podcast è già ascoltabile all'indirizzo: http://www.mixcloud.com/twentyzradio/un-dollaro-in-duomo-silvano-scaruffi-mauro-moretti-e-massimo-zanicchi-17122013/
Il diario della serata di Silvano Scaruffi:
Alla libreria Bocca se ti scappa detto ‘schietto di pecora’, dopo mezzora tutti son lì che in mezzo a un discorso ci mettono sto inciso ‘schietto di pecora’. Dopo un po’ lo ripetono anche gli speaker della trasmissione radio. Lo dicono, lo soppesano, ‘schietto di pecora’, sorridono, e se ne stimano.
In vetrina, alla libreria Bocca, c’è una copia della prima edizione de ‘I promessi sposi’, credo, e costa dei mila euro, ne sono certo, me lo ha confermato anche Giorgio che gestisce la libreria.
Sua moglie mi sa che disegna delle specie di wurstel giganti con la faccia di cane, e la coda, di cane, e le zampette un po’ rattrappite. Illustra libri per bambini e i cani wurstel sono ritratti in grandi quadri appesi ovunque.
Alla libreria Bocca c’è una scala su rotaia per raggiungere i testi più in alto, secondo me siamo oltre i dieci metri.
Per arrivare alla libreria io, Emanuele e Massimo abbiamo preso la rotaia sotterranea a Porto di mare. A parte che tirava "na zinfra" umida da star male, nel gelo mi son chiesto “Che nome sarebbe Porto di mare per una stazione di Milano?” Poi mi son detto che anche a Ligonchio, sul monte, c’è un faro, ma niente scogli o risacca attorno.
In libreria Mauro disegna a raffica su fogli bianchi, tutti stan compiti e seduti, ma appena i fogli iniziano a girare, fanno a spintoni per portarsene a casa uno.
Il biglietto della metro vale novanta minuti dalla convalida. Appena lo leggo mi prende l’ansia, perché novanta minuti sotto terra con sta calabrona che inchioda proprio non li reggerei. Però con questo biglietto a Rho fiera non ci puoi andare. Perché non è valido. E mi rincuoro.
Appena usciti dalle fondamenta faccio una foto al duomo e viene tutta sfuocata.
Giorgio ha la manzola a una mano a forza di fare avanti e indietro per aprire la porta. Il campanello che ronza e ronza e ronza, zimme zomme la gente avanti e indietro. Secondo me potrebbe anche staccarlo, che poi un campanello, in una libreria… ma lui tiene duro, almeno un pò, poi vedo che si avvilisce e allora spalanca la porta e si piazza un metro fuori, a fumare.
Son lì con il microfono in mano, registi e speaker attorno, gli attori interpretano dialoghi del libro, Mauro da un lato che disegna, guarda attorno, ridisegna, Massimo dall’altro che ogni tanto scatta una foto. In sottofondo L. A. Woman, quella di Billy Idol. Sedute in libreria un po’ di giacche di velluto a coste fine, qualche cravatta, un paio di tailleur, un cappellino di pelo simil David Crockett su una ragazza, e mi chiedo come ci siamo finiti io, Emanuele, l’AbaoAqu, il libro mannaro, Mauro, alla libreria Bocca, che mette soggezione, e per calmarmi mi ripeto che abbiam preso la metro a Porto di mare. Così ci siam finiti.
I ragazzi di Twenty’z radio tra una canzone e una lettura mi fanno rivelare spezzoni di trama, che a fatica ricordo. E giù domande. Secondo me sperano che io dica ancora ‘schietto di pecora’, ma non cado nel tranello, per resistere alla tentazione in testa mi ripeto: armadgat, armadgat, armadgat armadgat. Domandano a più riprese “Com’è Legione?”, “E Varini?”, “E invece Gatlone?”, a chiunque verrebbe da dire che son ‘schietti di pecora’, ma io non mollo. Ci giro intorno.
Sul retro della libreria Bocca trovo a fumare la cassiera dello Spizzico che ha servito pizza, acqua e macedonia a Emanuele e a me, siam partiti con il nostro vassoietto, che Emanuele ha cappottato in terra appena si è seduto.
La serata và avanti, Beppe, l’altro editore dell’AbaoAqu chiama da Bosco Mesola per sapere com’è. Intanto i ragazzi di Twenty’z presentano l’audiolibro con i racconti sui pittori del mio amico Massimo. Mauro traccia due segni e consegna l’ennesima tavola in pasto al pubblico.
Dietro di me ci sono appese le sue tavole meravigliose, galleggiano tra dorsi di libri incisi, su fino al soffitto, di lato i cani wurstel che son belli anche loro, e non poco.
“Vai a Milano a presentare il libro? E dove?” Mi ha chiesto Kella una settimana fa al bar della Croce.
“Alla libreria Bocca, in galleria Vittorio Emanuele.”
“Dove?”
“Lì, di fianco al Duomo.”
“Quella con il tetto trasparente?” Ha detto lui.
“Evè, mi sa che sia trasparente, con tutte le cagate di piccione sopra.”
“Grande!! Oh, una volta ci son stato in galleria e vendevano una gonna a seicentocinquanta euro. Son degli squilibrati!”
Fuori dalla libreria sbircio le vetrine, ma della gonna alla quale accennava Kella non c’è traccia.
Adesso lo chiamo e gli dico però dell’edizione dei Promessi sposi.
A ripensarci bene, io poi, quando ho detto ‘schietto di pecora’ volevo riferirmi al formaggio. Mi sa che non l’hanno mica capito.
Complimenti a Silvano, uno degli scrittori più bravi che ci siano in giro e intendo non a livello locale. Si merita successo e visibilità, anche perché è autentico, sincero, non costruito come certi fenomeni editoriali. Bravo e avanti così!
(Normanna Albertini)
Grande Nazza, hai comprato gli adesivi?
(Kella)
E bravo Silvano! Complimenti per il tuo talento e a presto per nuove collaborazioni!
(Francesca Correggi)