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Francesco Zuccolani riceve la medaglia d’onore come “cittadino italiano deportato e internato nei lager nazisti”

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IMG_0412Un altro “figlio” della montagna reggiana è stato premiato per le angherie patite durante i mesi che seguirono l’armistizio dell’8 settembre. Si tratta di Francesco Zuccolani, nato a Castelnovo ne’ Monti nel 1923, che l’8 settembre del 1943 fu catturato e deportato dapprima in Austria e di seguito in Germania per essere poi classificato come “imi” (internato militare italiani).

Mentre si trovava di pattuglia in sud Tirolo, un gruppo di civili armati fedeli al Reich lo catturarono e lo consegnarono ai nazisti; caricato a forza su di un vagone ferroviario per essere trasferito in Austria venne successivamente deportato nei territori dell’allora Prussia, nel campo di prigionia di Piol.

Trasferito negli stabilimenti della Ford, fu sottoposto ad un duro regime di lavoro assieme ad altri settecento italiani ma ebbe la fortuna di essere liberato il 14 aprile del 1945 dalle truppe americane che poco dopo gli permisero di fare rientro in patria.

Per questo motivo, la speciale commissione interministeriale che fa capo alla presidenza del Consiglio dei ministri, ha deciso di conferire a Zuccolani la medaglia d’Onore in qualità di “cittadino italiano deportato ed internato nei lager nazisti”.

La cerimonia di consegna è avvenuta nella sala consiliare del comune di Castelnovo ne’ Monti, alla presenza del sindaco Gianluca Marconi, del Capo di gabinetto della Prefettura, Giorgio Orru e dei rappresentanti di Polizia Stradale, Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato e Vigili del Fuoco.

Durante la cerimonia Zuccolani, che nonostante l’età gode di un’ottima lucidità mentale, ha ripercorso le tappe fondamentali della sua prigionia raccontando i tanti patimenti cui è stato sottoposto durante il lungo periodo di internamento.

(Roberto Rocchi)

5 COMMENTS

  1. Ma è il signor Zuccolani, impresario edile del passato? Se sì voglio complimentarmi con lui per questa medaglia, visto che era il datore di lavoro del mio defunto padre per tanti anni. Le angherie da lui subite gli avranno sì indurito il carattere, ma comunque l’ho sempre conosciuto come una persona seria, onesta, vicina ai suoi dipendenti, come se ne fosse stato il loro padre. Grande Francesco, ce ne fossero come Lei! Lunga vita in serenità!

    ([email protected])

  2. Apprendo solo ora da Redacon del conferimento di questo riconoscimento al signor Zuccolani. Poteva essere un’occasione per allargare, ad esempio agli studenti, la platea degli intervenuti. Credo tra l’altro che siano ancora in vita diversi cittadini castelnovesi deportati, che potrebbero aggiungere anche le loro testimonianze. Il ricordo è un patrimonio che va tenacemente difeso e tramandato perchè chi ignora la storia può consentire, pur senza volerlo, l’avverarsi di dolorose ipoteche sul futuro.

    (Luigi Bizzarri)

    • Firma - luigi bizzarri
  3. Eh, no, ragazzi, non si può parlare di quest’uomo senza menzionare il suo soprannome: “Cesco”! Con mio padre erano come fratelli! Lo conobbi appena diplomato geometra perché sia la Caserma dei Carabinieri di Castelnovo sia Villa Paola furono commissionate da mio padre all’Impresa Zuccolani Vito (se ben ricordo!) & figli. Ho così collaborato sia con Francesco sia col fratello Germano e ho fatto in tempo a conoscere anche i loro anziani genitori. “Cesco” è persona straordinariamente lucida, dite? Per forza! Pare che un misterioso pescatore si presenti ogni tanto a casa sua con una qualche trota salmonata, ricchissima di fosforo… I coniugi Francesco e Bianca non hanno figli e sono accuditi da una badante francese che si prende cura di Loro, con una dolcezza che commuove: sono sicuro che il Comandante Rocchi sarà d’accordo se aggiungo quella splendida signora, alle autorità!

    (Umberto G.)

    • Firma - UmbertoG.