Ricorre il 15° anno dalla prematura scomparsa di Simone Giorgini.
Ci hai lasciato alla giovane età di 29 anni. Una orribile malattia ha vinto sulla tua immensa voglia di vivere, sulla tua bontà, sul tuo sorriso. Ti ricordo sempre accanto a me con il cappellino, in negozio, impegnato nella tua grande passione, l’installazione di autoradio, come ti ricordo nei tuoi lunghi viaggi per ospedali, il tuo travaglio, tra momenti di immensa felicità e “presunta” salute, come ricordo il tuo ultimo viaggio a Verona, le tue parole: "Pensano che io sia scemo, io so cosa ho e non è una ciste". Ricordo il tuo ultimo mese, le sofferenze, la tua vita che si spegneva piano piano . Ricordo il giorno del tuo funerale, quanta gente attorno a te, il viaggio a spalla da casa tua, sino alla chiesa e poi al cimitero, un gesto di grande affetto e di amore. Da quel giorno un pezzo di me non c’è più, però tu sei sempre nel mio cuore e la tua foto è sempre in bella mostra a ricordarmi che bella persona eri! Hai lasciato un vuoto nella mia vita, nella vita dei tuoi amici e dei tuoi familiari.
Roberto
Non lo dimenticherò mai, quante battaglie abbiamo fatto con le macchinine radiocomandate (alla Frescaspesa, in viale Bagnoli ed al centro fiera dove avevamo realizzato un circuito quasi da F1!) ed in caso di bisogno mi aiutavi sempre nelle regolazioni (a volte difficoltose) del mezzo: tu sì che eri un vero esperto! Riposa in pace, Simone.
(Denis Croci)
“E la vita continua anche senza di noi”. Riposa in pace.
(Alex)
Simone era appassionato anche di body building ed era assiduo frequentatore della palestra; ricordo che, a differenza di altri miei allievi, fu tra i pochi a non sorridere, quando gli dissi (lo dicevo a tutti): non dimenticare mai che il muscolo più importante è il cuore!
(Umberto)
Simo, mi vengono in mente i nostri giri in Vespa Pk, la tua verde col marmittino e la mia bianca, le nostre risate nell’officina di Palla a Migliara e tanti sorrisi che ci facevi fare con le tue storie. Un abbraccio e un ricordo
(Alessandro Pignedoli)
Io ricordo una mansarda piena di dischi e un impianto che quando suonava faceva tremare il palazzo. Sono convinto che adesso i tuoi dischi li suonerai per gli angeli…
(Fausto Malvolti)
Simone, ancora oggi ti ricordo per la bella persona che eri, insieme a scuola alle medie quante risate e dispetti abbiamo fatto (eri il mio vicino di banco). La tua bontà e generosità (a ricreazione compravi sempre gnocchino o pizza in abbondanza e alla fine non riuscivi a mangiare tutto e allora ne davi un po’ a me e un po’ agli altri). Poi io ho scelto Ragioneria e tu Iti ma quando ci vedevamo scambiavamo sempre battute e risate. Ricordo quando siamo partiti in corriera per andare a Piacenza alla visita di leva militare e tu ci facesti scendere tutti a Porta Castello e a piedi raggiungemmo con ritardo la stazione di Reggio Emilia; il treno che dovevamo prendere era partito appena cinque minuti prima. Prendemmo allora un treno locale che ad ogni stazione si fermava, arrivando con quasi un’ora di ritardo. Arrivati in stazione gli ufficiali militari ci aspettavano preoccupati del ritardo esclamando “avete dormito? Ricordate che in questi tre giorni siete militari!”, ma tu con una risata gli dicesti che la colpa era delle ferrovie dello Stato. Poi, purtroppo,… ma io ti voglio ricordare così e rimarrai sempre nel mio cuore e nei miei ricordi.
(Doriano Fiorini)
Il mio cuore nel pensarti si riempie di ricordi, in realtà tu vivi ogni giorno in ognuno di noi. Ciao, Simo.
(Anna)
Grande Simo, quanti ricordi all’Ipsia, quante risate insieme. Un abbraccio e riposa in pace.
(Walter Franceschini)
Ci manchi tantissimo.
(Denise)
Ho avuto la fortuna di condividere con Simone alcuni anni, quando insieme ad altri amici gestivamo la Sapoteca. Era il nostro dj. Mi è rimasta dentro, e ancora oggi ricordo in ogni occasione, la sua gioiosa carica di simpatia, che regalava a tutti. Sempre sorridente e pronto a donare cordialità e amicizia sincera. Un ricordo particolare per fare capire il suo altruismo è stata la sua imposizione per farci assumere anche l’amico Simone Tapognani come dj, allora alla prima esperienza ma appassionatissimo di musica.
(Gaddo)
Non so chi era l’altro ragazzino che lo accompagnava con cui arrivò a Roncadelle (Brescia). Erano giovanissimi, forse 15 o 16 anni. Arrivati a salutare Monica, all’insaputa di tutti: Azzio ed io e i loro genitori. Dormirono sul prato, per ritornare ai monti il giorno dopo. Mi è rimasto nel cuore. Ora chiacchiera con Azzio.
(Giunchiglia)
Grazie Simone, per tutto. Scusa se sono riuscita a passare solo una volta a portarti un fiore, ma non è facile guardare la tua foto là sopra. So che sei sempre con noi e ci guardi sorridendo, ti voglio bene.
(Uccy)