"Nella serata di ieri, lunedì 14 ottobre, nella sala polivalente del Comune di Ramiseto, si è tenuto un incontro informativo sul futuro dei comuni del crinale. L’ordine del giorno della lettera inviata ai cittadini a firma dei quattro sindaci era: 'Presentazione del progetto di fusione dei comuni di Ramiseto, Busana, Collagna e Ligonchio'. Già una lettera impostata in questo modo non lasciava dubbi di come sarebbe stata condotta la serata dai primi cittadini". Chi scrive queste cose è Lino Franzini, già conosciuto coordinatore del gruppo pro-diga di Vetto.
"In base alla geografia e l’orografia dei territori e al peso economico dei comuni - dice - è logico e naturale che alcune fusioni tra comuni limitrofi e posti sulla stessa valle o sulla stessa viabilità principale siano ben accettate dai cittadini". "Purchè sussistano tali condizioni", però, aggiunge subito.
Per poi spiegare: "Ma per i comuni del crinale reggiano sta avvenendo l’opposto: si propone la fusione tra comuni posti su valli diverse, Secchia e Enza, e con crinali che pongono confini naturali; oltre ad avere storia, cultura, estensione del territorio e interessi e pesi economici molto diversi. Da qualunque punto la si guardi, la fusione tra questi comuni è un matrimonio che non sta in piedi; è la cosa più assurda che si possa proporre. Molto peggio di Toano e Villa Minozzo. Diverso sarebbe stato se la fusione fosse stata proposta tra Ramiseto e Vetto, entrambi sul bacino dell’Enza e con interessi e storia molti simili".
Per l’intera serata - a detta di Franzini - "non si è fatto altro che illustrare i vantaggi di ogni tipo che comporta questa fusione, a cui Ramiseto darebbe moltissimo senza avere nulla in cambio; si è ribadito che senza fusione si perdono nove dei dieci servizi degli attuali comuni, senza dire che con la fusione la maggior parte dei servizi finirebbero nel nuovo comune, non credo a Ramiseto. Come premio di consolazione è stato detto che a Ramiseto, come altrove, resterebbero i municipi. Per fare cosa? Per avere l’anagrafe o un ufficio di rappresentanza? E questo sarebbe il contenimento dei costi? E quanto durerebbero? Nulla è stato detto dei vantaggi che Ramiseto avrebbe aderendo alla fusione allargata con Castelnovo ne' Monti, come faranno tanti comuni montani, e sulla comodità di avere proprio alcuni servizi a Castelnovo; e senza tralasciare il vantaggio che questa soluzione consentirebbe a Ramiseto di mantenere Municipio, Comune e sindaco, cosa che vale molto di più di quanto offre la fusione".
"E’ comprensibile - conclude - l’entusiasmo e il calore che i signori sindaci di Busana, Collagna e Ligonchio mettono nel portare avanti questa fusione: è naturale, ne avrebbero solo dei vantaggi. Non si comprende il comportamento di Ramiseto, che con questi territori non ha nulla da condividere e svenderebbe il proprio territorio e il proprio peso economico".
Caro Lino, che cos’ha in comune Ramiseto con Vetto se non la strada che porta a Reggio Emilia? Sono 14 anni che i Comuni di Ramiseto, Collagna, Ligonchio e Busana lavorano assieme: stesse risorse, stesse problematiche, stessi servizi, stesso comprensorio scolastico, stesse risorse turistiche. Diventerebbe il Comune più grande della Provincia di Reggio Emilia. Manterrebbe la sua autonomia politica e decisionale; quella che perderebbe il Comune di Ramiseto obbligato per legge ad unirsi a Castelnovo a Carpineti, Casina, ecc., che nulla hanno da spartire con noi. Che importanza avresti come sindaco di Ramiseto (che fra qualche anno avrà meno di 1000 abitanti) ad un tavolo con altri 10 sindaci? Che cosa andresti a decidere?, non lo so. Una cosa è certa: che con un po’ di intelligenza, utilizzando i contributi in arrivo (e sembrano tanti), investendoli sulle energie rinnovabili, e noi ne abbiamo tante, si metterebbero i conti del nuovo Comune al sicuro per decenni. Saremmo il Comune che fornisce l’acqua a mezza Provincia, abbiamo un patrimonio boschivo invidiabile, risorse turistiche invidiabili e soprattutto saremmo noi a decidere cosa fare del nostro territorio. Non aspettiamo che siano altri a farlo al posto nostro. Pensaci.
(Dario Torri)
Mi permetto di sottolineare che Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto hanno già da oltre un decennio costituito un unione di Comuni denominata, appunto, Unione dei Comuni dell’Alto Appennino Reggiano, cosa che non mi risulta abbiano fatto invece Toano e Villa Minozzo. Rispetto le opinioni del signor Franzini ma credo che per i Comuni del crinale la strada della fusione sia ormai tracciata e tornare indietro significherebbe avere buttato tempo ed energie. Le valutazioni che leggo, e che personalmente non condivido, andavano fatte semmai 15 anni fa e non ora.
(Massimiliano)
Giusto per non essere frainteso desidero precisare che il mio intervento non vuole essere a favore o contrario alla fusione dei quattro Comuni del crinale, scrivo queste righe perché ritengo che di fronte a certe affermazioni non si possa far finta di nulla. Il signor Franzini afferma “si propone la fusione tra Comuni posti su valli diverse … con crinali che pongono confini naturali … storia, cultura … interessi e pesi economici molto diversi”. Ma che film ha visto? Ma di che confini sta parlando? Io raggiungo Ramiseto in macchina da Busana in meno di 15 minuti senza nessuna difficoltà. Il concetto di valle che utilizza cosa significa? Forse si immagina che i problemi di Busana sono più simili a quelli di Rubiera (valle del Secchia) che a quelli di Ramiseto? Suo nonno non mangiava forse le stesse castagne che mangiava il mio? Non mungeva le stesse pecore? Il grande peso economico di Ramiseto dov’è? Io vedo solo un Comune squattrinato come tutti gli altri. Per andare a Castelnovo, Reggio, Modena, ecc. gli abitanti di Ramiseto non passano dalla Sparavalle come me? Cosa significa “i servizi finirebbero nel nuovo Comune” e, anche ammettendo che i servizi si spostino come le automobili, perché sarebbe meglio spostarli a Castelnovo? Come si può affermare che Ramiseto non ha nulla da condividere con Busana, Collagna e Ligonchio? Io mi chiedo piuttosto cosa c’è che non può essere condiviso? Cosa hanno di diverso i ramisetani? E ancora, a chi lo svende il Comune di Ramiseto il proprio territorio, chi se lo compra e per farne che cosa? Tutte le opinioni sono lecite e devono essere rispettate, anche se a volte si fa veramente fatica. La fusione avrà certamente pregi e difetti ed è perciò importante che su questo passaggio si rifletta seriamente. Chi però adduce, per contrastare questo progetto per fini politici, motivazioni che invece di unire i montanari li separano, riproponendo anacronistici pregiudizi di campanile, sicuramente non ha a cuore il futuro della nostra terra e di chi, spesso con fatica, la abita.
(Lorenzo Franchini)
Premettendo che Vetto non vuole, per quanto ne sappia io, fare unioni/fusioni ecc.. con Ramiseto, il nocciolo della questione (spiegato egregiamente dai quattro sindaci, per chi fosse stato attento, lunedì sera) è un altro: o si entra subito (01/01/14) nella grande Unione a 10 con Castelnovo ne’ Monti mettendo in forma associata 9 su 10 funzioni oppure si avvia un processo di fusione che comporta l’arrivo di qualche soldino, due anni di tempo per pianificare bene la cosa, un referendum che dia la possibilità alla popolazione di dire la sua ed infine, nel caso di avvenuta fusione, l’entrata nella grande unione con la gestione associata di soli 3 presidi su 10. E’ così strano che i quattro sindaci puntino sulla seconda opzione? Secondo me no, visto e considerato che la nostra Unione, che piaccia o meno, sta funzionando da 14 anni a questa parte e non riesco a capire come mai ci si accanisca così tanto su questa loro presa di posizione. Personalmente, come mamma e nipote di nonni molto anziani, preferisco perdere “fisicamente” municipio e sindaco (visto che comunque rimarrebbe l’ufficio anagrafe e la presenza di tutte le altre funzioni 1/2 o 3 giorni alla settimana) che l’ottimo servizio scolastico e sociale garantito dall’Unione. Una domanda mi sorge spontanea: non è che il signor Franzini, con tutto il rispetto per la sua opinione, vede questa fusione come ostacolo ad una sua eventuale candidatura il giugno prossimo come sindaco di Ramiseto?
(Marianna)
Credo che quanto scritto dal signor Franzini possa essere sintetizzato come alternativa che si prefigge di creare un’unione dell’alta Valle dell’Enza (eventualmente anche con i comuni parmigiani di Palanzano e Monchio D/C) volta a promuovere, tutelare e salvaguardare un ambito naturalmente omogeneo e con molti aspetti storici e culturali comuni, ma purtroppo da tempo frammentato politicamente fra troppi enti che non vedono al di là del loro orticello. Sicuramente il coordinamento sinergico di tutto il territorio dell’alta Valle dell’Enza, in modo compatto, non potrebbe che portare notevoli benefici, sia in termini di viabilità, che di sviluppi del progetto (od alternativi progetti) della diga di Vetto. Penso che nessuno voglia dividere i montanari o tanto meno screditare i vicini di Busana o Collagna, si tratta di capire quali siano le scelte migliori per il territorio in genere, anche perchè la montagna continua sia oltre l’Enza che oltre il Secchia… Senza ulteriormente approfondire aspetti comuni tra i municipi della valle dell’Enza, quanto scritto dal signor Franzini è assolutamente condivisibile, visto che dopo 14 anni di contribuzione all’Unione da parte del territorio ramisetano i cittadini hanno beneficiato degli stessi servizi che comunque si sarebbero ottenuti anche “sposandosi” con Vetto ma non hanno ottenuto alcun appoggio in merito alle più importanti problematiche del territorio: viabilità della valle dell’Enza e Diga di Vetto.
(FM)
Penso, con tutto il rispetto per le altre opinioni, che tutta la montagna dovrebbe essere unita indipendentemente dalla storia, dalla politica, dalla cultura, dal territorio, ecc. L’unione fa la forza! Un Sindaco senza far nome e con tutto rispetto, ha affermato “ma noi siamo diversi” e mi chiedo: diversi da chi? Diversi perchè si è di Castelnovo, di Ramiseto, di Vetto, ecc.? Secondo me la forza è proprio nella diversità, tante problematiche da affrontare, non da rimarcare senza far nulla. Tante teste, più idee e quando la battaglia si fa dura si comincia il gioco. Ci vorrebbe uno squadrone di disoccupati, giovani o ultra quarantenni che sono rimasti senza occupazione, che non sanno come fare a tirar avanti e quindi il compenso per il mandato d’amministratore gioverebbe sia a livello d’occupazione che d’incentivo a nuove idee. A fare egregiamente l’amministratore di un ente locale servono solo due cose: competenza ed onestà! Nessuno ha mai pensato a formare liste civiche miste fra i molti montanari senza occupazione? Ne gioverebbe lo svecchiamento dell’attuale classe “politica locale!”
(Una felinese)
Davvero non capisco queste crociate campanilistiche che sembrano quantomeno medievali, a vederle nel 2013/14. Ma davvero si crede che mantenendo la propria “identità” di comune si faccia il bene per il futuro delle popolazioni di quel comune? Ma davvero si crede che esistano confini naturali e/o geografici che differenzino le necessità giornaliere di ciascun abitante dell’Appennino? Sarò forse esageratamente futurista, ma sono convinto che le fusioni dei comuni montani siano la vera necessità futura per contare di più sui futuri tavoli decisionali della Regione e dello Stato. Rimanere piccoli non vuol dire preservare una identità, vuol dire semplicemente essere ignorati. Che triste l’uomo che non apre la propria prospettiva a scenari futuri ineluttabili. Il risparmio di spesa pubblica è una formidabile opportunità per creare una nuova entità territoriale forte.
(Fabio Mammi)
Ero presente anch’io all’incontro di Ramiseto e credo che quanto illustrato dai quattro sindaci sia stato funzionale principalmente ad informare la cittadinanza sul bivio decisionale che questi comuni devono affrontare entro il prossimo 31 ottobre. Come prevede la L.R. di riordino istituzionale n.21/2012, l’ambito dell’attuale Unione Alto Appennino Reggiano non è più conforme alla legge e quindi o si avvia in modo ufficiale un processo di fusione che permetterebbe, fino alla sua conclusione con referendum, di mantenere lo status quo o, dalla fine dell’anno 2013, tutti i servizi attualmente gestiti in forma associata dall’Unione torneranno in capo ai singoli comuni. Tanto per avere un idea dei servizi di cui stiamo ragionando n breve elenco: servizio sociale, polizia municipale, servizio tributi (Tares e IMU), micronidi, scuola di musica, gestione paghe e personale, turismo, commissione edilizia, servizio di edilizia privata, gestione appalti pubblici, ecc. I comuni però, nel nostro caso tutti sotto i 3.000 abitanti, non potranno più gestire queste funzioni da soli ma saranno comunque obbligati dalla legge a gestirle (almeno 9 su 10 funzioni fondamentali) in forma associata nell’ambito della grande Unione (ex Comunità Montana) che sta nascendo in questi giorni e che sarà operativa… quando? Da qui credo la necessità di valutare in modo sereno e consapevole l’opportunità di una fusione fra queste quattro realtà che hanno alle spalle una esperienza consolidata di collaborazione che in tanti anni ha consentito di mantenere tutti i servizi esistenti e addirittura di implementarli (vedasi micronidi e scuola di musica). Mi sono stupita molto quando ho sentito parlare di tutte queste differenze, o presunte tali, che Ramiseto e la sua valle, possono vantare rispetto agli altri tre comuni, e mi sono stupita ancora di più pensando come mai tutte queste differenze non sono emerse in oltre 14 anni di lavoro insieme quando le risorse dell’Unione venivano ripartite in funzione delle reali necessità dei comuni e di cui Ramiseto, come altri, ha beneficiato più volte. Se vogliamo analizzare serenamente la situazione abbiamo davanti a noi quattro comuni che sono simili per caratteristiche territoriali, economiche e per struttura della popolazione. Che gravitano tutti sulla valle scavata da un fiume, tre sul Secchia e uno sull’Enza. Quattro comuni che hanno in comune già da tempo, oltre ai servizi indicati, parti importanti della vita dei cittadini, la scuola, la Croce Verde, l’organizzazione ecclesiale e, soprattutto, quattro comuni nel cui territorio insistono le risorse ambientali e turistiche più importanti del territorio provinciale. Se il cittadino di Ramiseto, che può vantare la presenza sul suo territorio del bellissimo lago Calamone, di Pratizzano, dell’area artigianale di Gazzolo, della Latteria del Parco, potesse, parlando del suo futuro comune, ostentare anche la stazione sciistica di Cerreto Laghi, l’Atelier dell’acqua e dell’energia di Ligonchio, il Parco Cerwood e le Terme di Cervarezza, non credete ne sarebbe più gratificato? Io penso di sì!
(Daniela Pedrini)
Ero presente all’incontro di Ramiseto e mi trovo in totale disaccordo con il signor Franzini. La fusione è un atto tecnico amministrativo, così come l’unione, e non c’entra nulla con il patrimonio culturale, storico o anche geografico dei vari comuni. Il concetto è che dobbiamo unirci per avere maggiori risorse, non dividerci in base a sterili campanilismi. Le casse dello Stato italiano (per chi non lo avesse capito) sono vuote e certi percorsi di unione o fusione sono, in questo momento storico, obbligati. Il fatto che non sia giusto che a pagare siano i piccoli comuni è vero, ma cosa possiamo fare di diverso, ora? Purtroppo la maggior parte della popolazione pensa che la fusione sia un’idea dei nostri sindaci e non un ordine dello Stato centrale. Inoltre vorrei fare presente al signor Franzini che Ramiseto è un Comune, non un feudo medioevale arroccato su sè stesso, pertanto gli scambi con gli altri paesi devono essere favoriti, non limitati.
(Ramisetana pro fusione)
Vetto d’Enza, a mio parere, dovrebbe unirsi con Ciano d’Enza, San Polo, Montecchio ecc. cioè con la Val d’Enza. Non mi risulta Vetto essere per territorialità e altitudine un comune montano. Il capoluogo è alto 450 metri. Stessa cosa per Toano, anche se il comune è alto più di 900 metri, il suo territorio no (la legge dice che deve avere oltre il 65% del territorio). Stessa cosa Castelnovo ne’ Monti, Casina, Carpineti ecc. I comuni montani sono Collagna, Ramiseto, Busana, Ligonchio e Villa Minozzo. La soluzione sarebbe che Toano, Carpineti e Casina si unissero fra loro e Villa Minozzo entrasse nell’Unione dei Comuni dell’Alto Appennino. A mio parere Castelnovo ne’ Monti, sia per popolazione che per territorialità, non dovrebbe unirsi per il momento con nessuno, avendo già ottime potenzialità. Cordiali saluti.
(G.V.)
Fabio, sono contenta che condividi le mie idee, ne sarebbe contento anche il nostro mitico Claudio Gilioli, lui che si era tanto infervorato per la tabella di Fivizzano dove compariva il gemellaggio con Castelnovo ne’ Monti e sulla nostra no. Così hai già capito chi si firma come una di Felina o una lettrice (riguardo l’antenna).
(Una felinese)
Dando già per scontato, da parte mia, della conoscenza della stragrande maggioranza dei navigatori di Redacon della più che decennale esperienza dell’Unione dei Comuni dell’Alto Appennino, mi chiedo perché nella lettera si debba proporre un accorpamento tra Vetto e Ramiseto, accorpamento che viene osteggiato dal primo (giustificabilmente secondo me, in quanto economicamente svantaggioso per Vetto) per poi criticare la fusione tra le 4 realtà del crinale in quanto economicamente differenti. Non intendo soffermarmi più di tanto sulla questione del presunto impedimento alla fusione determinato dalla linea d’impluvio, come se si fosse ancora nel 1847 quando lungo la linea spartiacque tra Val Secchia e Valle dei Cavalieri insisteva un confine internazionale (in ogni caso tutti e 4 i paesi si trovavano nello Stato Modenese). Credo che la fusione sia un passo fondamentale, se non necessario, per i 4 comuni che, secondo me e lo dico col massimo del rispetto, sono gli economicamente e demograficamente più fragili della provincia reggiana. Penso i veri problemi per i ramisetani (e per gli altri abitanti del crinale) siano la fuga dei giovani verso la pianura e Castelnovo ne’ Monti e l’invecchiamento della popolazione residente (a Ramiseto gli over 60 sono 542 su 1.290, a Collagna 416 su 971, a Busana 507 su 1.285 e 400 su 861 a Ligonchio), il dissesto idrogeologico che più o meno ogni anno si porta via qualche decina di case o addirittura un paese (tra il ’55 e il ’72 le tre ville di Succiso, nel 2000 Poviglio, e quest’anno Taviano e Caprile; l’anno prossimo a chi toccherà?), la scarsità di servizi, la quasi assenza di industrie (credo che l’unica zona industriale presente nei quasi 260 kmq dei 4 comuni si trovi a Gazzolo) per non parlare della poca appetibilità che può rappresentare per un giovane la prospettiva di lavorare e magari costruirsi una famiglia in uno dei paesi del crinale. Credo che il futuro, per le comunità dei quattro Comuni della Montagna Reggiana, sia molto in salita ma al contempo ritengo che esse, se mettono da parte i campanilismi e si uniscono in un solo vasto Comune, possano trarne numerosi vantaggi, in primis economici. Così facendo dimostreranno, inoltre, agli abitanti della pianura e dell’intera provincia, che spesso tacciano (ingenerosamente) i montanari di “arretratezza culturale”, di essere i primi ad accantonare i campanilismi per fondersi ed affrontare insieme le irrimandabili sfide del presente e del futuro.
(Luca Mazzali)
Egregio signor Mazzali, non dobbiamo dimostrare niente a nessuno. Dobbiamo solo trovare il modo di stroncare quel “divide et impera” che ha sempre fatto di noi “un volgo disperso che nome non ha”.
(MV)
Gentile MV, il mio non era un paternalistico augurio finale o un’esternazione sul presunto motivo occulto della fusione, ma piuttosto una conseguenza (implicita) del processo stesso di accorpamento dei 4 comuni del crinale (“Inde est quod”). Ovvio che la fusione non si fa contro qualcuno/qualcosa ma per qualcosa: in questo caso i contributi regionali. Ciò che Lei chiama “divide et impera”, io lo chiamo campanilismo e, come Lei, concordo che in certe situazioni, come quando si dovrà andare a votare, esso dovrebbe essere annichilito, estirpato. Tuttavia come credo che sappia tutto ciò è molto più facile a dirsi che a farsi: questi affabili discorsi non sono altro che Ventassi di parole pronti a franare rovinosamente al primo test referendario.
(Luca Mazzali)
Gentile signor Mazzali, chiedo scusa del ritardo nel replicare a questo Suo Ventasso di parole: ciò che Lei chiama campanilismi io li chiamo campanilismi, ciò che io intendo per “divide et impera” è un’altra cosa. Le auguro una buona giornata.
(mv)
Se eliminare i Comuni e creare grandi territori sprovvisti di qualsiasi rappresentaza credibile è il nuovo che avanza, torniamo indietro velocemente, il baratro è vicino; un solo Comune per un territorio di montagna così grande è pura follia. Nella fattispecie della fusione in oggetto la differenza di peso tra Ramiseto e gli altri comuni è indiscutibile; siamo tutti buoni, bravi e generosi ma alla fine i nodi verranno al pettine, a meno che Ramiseto non intenda regalare tutto per il bene degli altri. Ramiseto ha industrie che danno lavoro a un centinaio di persone, dispone di un polo artigianale a Gazzolo che fa invidia ai paesi della bassa, ha molte imprese edili e di movimento terra che operano ovunque, ha un territorio agricolo lavorativo triplo di quello di Busana e un potenziale energetico e turistico enorme, a partire da Succiso. Visto ciò si comprende come i Comuni di Ligonchio e Collagna, già sotto i mille abitanti, vedono nella fusione la loro unica speranza; cosa conterebbero se finissero nella grande unione con Castelnovo?, nulla. Questo fa comprendere perchè in tanti diranno: fusione, fusione, e per arrivare a questa si fanno promesse, tante promesse, che come ben sappiamo non saranno mai mantenute o rispettate. Solo una cosa è certa, se va avanti la fusione ci sarà un solo Comune e dopo pochi anni tutto sarà concentrati lì; servizi, scuole, carabinieri, farmacia, poste, ecc.; chi la pensa diversamente ritengo che si illuda molto. Se Ramiseto va in Unione con Castelnovo mantiene tutto, perde solo alcuni servizi comunali, ma che problemi ci sono ad averli a Castelnovo?; non è meglio di Busana? Cittadini di Ramiseto avete creato tanto, perchè buttare via tutto? A Toano i cittadini e tanti esponenti di partito, di destra e sinistra, lo hanno compreso e hanno detto no, con l’82%; nessuno vi obbliga a farlo, aspettate e ne vedrete delle belle. Se vi fondete per voi è finita; non ascoltate chi predica i propri interessi, guardate i vostri, per il vostro territorio, per il vostro futuro.
(Davide)
Tutte osservazioni giuste quelle che si leggono qui, anche se di direzione opposta. Penso che attuare la spending review limitando i costi irrisori della composizione amministrativa di 4 piccoli comuni riunendoli in uno, quando lo Stato e le Regioni spendono infinitamente di più e non applicano la stessa proporzionalità di risparmio che invece impongono agli enti locali, sia veramente poco coerente. La spesa corrente dello Stato, che rispetto al debito pubblico accumulato è “insostenibile”, non si riduce in modo determinate con queste operazioni che colpiscono prima ciò che costa infinitamente meno lasciando intatto ciò che costa infinitamente di più. In ogni caso, qualunque dubbio sussista, penso che sia logico in questa fase avviare la procedura di fusione che consente di prendere tempo sullo sviluppo della questione, tanto da avere delle occasioni in più per trattare meglio le modalità di passaggio. Senza contare che durante questo percorso rimane lo spazio per dire l’ultima parola con il previsto referendum, nel quale i cittadini avranno l’ultima parola. E’ innegabile tuttavia che il caso di Ramiseto, rispetto agli altri 3 comuni interessati (Busana, Ligonchio e Collagna) è particolare: infatti, mentre gli altri 3 sono omogeneamente riuniti intorno ad un unico asse viario interregionale, ad un unico bacino idrografico (valle del Secchia) esprimendo e circa 3.000 elettori insieme, quello di Ramiseto si trova omogeneamente sviluppato lungo la valle dell’Enza e lungo un’altra viabilità principale, ma secondaria rispetto alla SS 63. Non solo, ma ciò nonostante, da solo ha la maggiore dimensione territoriale da gestire e la maggiore dotazione di attività produttive e commerciali ancora presenti in montagna, pur esprimendo solo 1.300 elettori che eleggerebbero l’unico sindaco che rappresenterà tutti e 4. La situazione è palesemente sproporzionata. In questo senso spero si concretizzi l’ipotesi di potere modificare lo statuto, appena formato sulla base di un esempio “bolognese”, della nuova Unione allargata, in modo tale da garantire una rappresentanza distinta e autonoma per i territori delle due valli in questione. Poi si vedrà: durante il percorso da avviare entro il 31 ottobre e prima di arrivare il previsto referendum, si dovranno verificare tanti aspetti, fra i quali spero e conto anche questo. Per il resto sono buon testimone del fatto che di “riunire” non solo 4 ma i 5 comuni del crinale si parlava già alla fine degli anni ’80, quando già allora e “senza crisi economica” si riteneva fossero tutti e 5 omogeneamente riconoscibili in un’unica realtà territoriale, tanto che molti interpretarono nella L.R. 11/88 che istituiva i parchi regionali un primo passo in questa direzione. Questo per dire che comunque il territorio del crinale ha una sua omogeneità economica, sociale, ambientale e logistica che in qualche modo suggerisce una forma riunita di gestione: il problema forse è proprio quello di riuscire a formarla con tutti e 5 questi comuni, altrimenti queste identità e omogeneità territoriale rischiano di non essere valorizzate e portate ad un completo regime neanche in questo caso.
(Marco Leonardi)
Egregio signor Franzini, non capisco la sua paura, non capisco i suoi dubbi, stiamo entrando nel 2014, le hanno spiegato che esiste un’Unione di Comuni dell’Alto Appennino Reggiano dal 1999? Spero vivamente di sì, le hanno spiegato cosa è riuscita a fare in questi 14 anni? Spero di sì! Ha chiesto ai suoi concittadini se l’Unione ha portato divisioni e se il suo territorio è stato svenduto? Ha chiesto se ha portato benefici, solidarietà alle persone anziane e aiuto alle imprese?
Lei dice peggio della mancata fusione tra Villa e Toano, non è che per caso lei ha iniziato la sua campagna elettorale? Il Comune di Ramiseto ha tanto da condividere con gli altri comuni del crinale, essendo un comune di crinale ed avendo una storia comune! Avere la Valle dell’Enza e la Valle del Secchia unite è un opportunità, non una disgrazia! Penso che lei non abbia capito lo spirito di questa eventuale fusione. Cordialissimi saluti.
(Luca Cagnoli, assessore Comune di Ligonchio)
Credo che vadano fatte alcune considerazioni sul discorso fusione. Inanzitutto credo che per logica prima di riformare i Comuni andrebbero riformate le Province e questo, per Ramiseto, sarebbe fondamentale per decidere con chi eventualmente fondersi. Nel progetto presentato abbiamo 3 Comuni che appartengono alla valle del Secchia, che insieme hanno 3.000 abitanti, ed uno unico sulla valle dell’Enza che avrebbe solo 1.300 abitanti quindi, quando si tratterà di definire le scelte strategiche, mi spiegate Ramiseto dove ci guadagna? Ramiseto ha il doppio di km di strade comunali, 106 partite IVA aperte, il territorio più vasto dei 4, una vivacità del tessuto socio economico importantissimo, l’asse viario maggiormente utilizzato, quello della val d’Enza, da parte delle nostre imprese; peraltro l’ultimo tracciato della Statale 63 fatto qualche anno fa tagliava completamente fuori Ramiseto rispetto agli altri Comuni. Il comprensorio scolastico, per chi ancora a Ramiseto non lo sapesse, include anche il Comune di Vetto, quindi questo è un parametro che non può essere preso in considerazione. Mi piacerebbe poi sapere quali parametri sono stati presi in considerazione per stabilire che la sede sarà a Busana e non in un altro Comune, visto che pubblicamente non se ne parla ma a livello politico è gia stato deciso? Ramiseto in questa fusione non ha niente da guadagnare perchè pur essendo nel crinale è una realtà con problematiche completamente diverse dagli altri 3. Mi stupisce l’improvviso sostegno alla fusione di certa gente che, quando si avviò il discorso Unione 14 anni fa, diceva che l’unica cosa che ci unisce agli altri 3 comuni è la “miseria”, forse è dovuta ai soliti vecchi sistemi della politica da rottamare che usano il potere per convincere le persone a fare questi interventi telecomandati!
(Emiliano Pedrini)
Premesso che non ritengo che le fusioni siano la soluzione a tutti i mali, anche perchè dovrebbero essere altre le riorganizzazioni da fare (vedi accorpamenti delle province) prima di azzerare i comuni. Detto questo almeno in questo caso (a differenza di Toano e Villa) c’è un pregresso e dei percorsi più appropriati per prendere una decisione così importante come una fusione. Un pregresso fatto da una gestione associata dei servizi pluriennale, un percorso che porterà ad un referendum probabilmente tra due anni, quindi con tutto il tempo necessario per approfondire l’argomento, il che non vuol dire poi necessariamente arrivare ad una fusione come insegna il caso di Toano o quello di qualche mese fa a San Mauro Pascoli in Romagna. In più i cittadini del crinale avranno una scelta in più che altri non hanno avuto, la primavera prossima ci saranno le elezioni comunali (tranne che per Collagna) e quindi potranno scegliere il loro candidato sindaco anche in base al suo programma e alle sue posizioni in merito alla fusione, cosa da non sottovalutare. Il mio augurio è che ci sia un dibattito franco ma corretto, fatto di dati e non di frasi fatte urlate, dopodiché saranno i cittadini attraverso il referendum a decidere cosa è meglio per loro.
(BE)
Visto che il signor Franzini e altri sono così sicuri che andare nell’Unione con Castelnovo ne’ Monti porterà benefici a Ramiseto, perchè non fanno una riunione con amministratori del capoluogo che spiegano il tutto. Così valuteremo, grazie.
(Cittadino di Ramiseto)
Stiamo svolgendo le assemblee pubbliche (15 assemblee in tutti i principali paesi dei 4 comuni) prima di adottare il primo atto consiliare che spero possa dare avvio al processo di fusione dei 4 comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto. Una volta avviato l’iter occorreranno non meno di uno o due anni, durante i quali ci saranno elezioni amministrative in tre comuni su 4, un referendum (che intendiamo considerare vincolante nel suo esito in ogni singolo comune) prima di poter assistere alla nascita del nuovo comune. Intendiamo offrire ai nostri cittadini questa opportunità dove gli elettori saranno chiamati ad esprimersi sul quesito referendario (sì o no) ma anche sulla scelta del nome del nuovo comune. Ci saranno ancora molte occasioni nelle quali avremo la possibilità di tenere conto dell’espressione della volontà popolare. Siamo ben consapevoli che la modifica degli assetti istituzionali dei comuni (che è così come oggi la conosciamo da quasi due secoli) rappresenti un processo che deve essere affrontato con ponderatezza, avendo affrontato ogni singolo aspetto. Da questo punto di vista non abbiamo fretta. Nelle assemblee (molto partecipate) che stiamo svolgendo arrivano molti incoraggiamenti, suggerimenti e proposte rispetto al progetto di realizzare il più grande (per estensione territoriale) comune della provincia di Reggio Emilia, il più importante comune del Parco nazionale, un comune con grandissime potenzialità turistiche, di sviluppo e sfruttamento delle energie rinnovabili e delle risorse naturali (acqua, neve, boschi, vento), un territorio con grandi possibilità di sfruttamento dei prodotti del sottobosco (funghi, mirtilli, ecc.). L’idea ed il progetto di realizzare un solo comune sul crinale consentirebbe di aver maggior peso politico su tutti i tavoli istituzionali, di ottenere importanti risparmi (è intuitivo che più sono i comuni che si fondono e maggiori sono i risparmi) sia sui costi organizzativi del nuovo ente ed anche sui cosiddetti costi della politica (un sindaco, una giunta, un consiglio invece di 4, anzi invece di 5 considerando anche l’Unione). Le fusioni oggi sono molto incoraggiate dal punto di vista finanziario e dei contributi assegnati da Stato e Regione (se la fusione accadesse domani sarebbero disponibili circa 8,5 milioni di euro in 10 anni), tuttavia l’aspetto finanziario, sebbene importante, non è a nostro avviso quello decisivo. Crediamo sia più importante costruire sulla nostra comune identità un grande progetto politico che valorizzi le nostre eccellenze, che costituisca una prospettiva per il futuro dei nostri giovani, che possa rappresentare un sogno, un’ambizione di rilancio, di crescita e di sviluppo per il territorio più fragile della montagna e della provincia (il crinale, appunto). Insieme allo studio del progetto di fusione vogliamo anche partecipare alla definizione degli assetti istituzionali che governeranno in futuro la montagna (grande Unione, Distretto socio-sanitario, ecc.). I problemi legati alla comprensorialità di Castelnovo ne’ Monti (ospedale, scuole superiori, viabilità comprensoriale, investimenti sulla cultura, ecc.) sono problemi che ci riguardano e che ci interessano. Vogliamo essere al “tavolo” della discussione ben sapendo che la tutela di quei servizi è un obiettivo della montagna e non solo del suo capoluogo. Siamo determinati ad applicare la norma che consente di mantenere i servizi ed i municipi esattamente dove sono ora. La legge parla chiaro: “Nei comuni istituiti mediante fusione di due o più comuni contigui lo statuto comunale può prevedere l’istituzione di municipi nei territori delle comunità di origine o di alcune di esse. Lo statuto e il regolamento disciplinano l’organizzazione e le funzioni dei municipi, potendo prevedere anche organi eletti a suffragio universale diretto (art. 16 testo unico enti locali)”. Intendiamo applicarla alla lettera. Soprattutto per quelle comunità di origine che hanno maggiore estensione e specificità. Naturalmente arriva anche qualche osservazione critica, che è giusto valutare e ponderare con attenzione. Proposte e critiche sono e saranno molto utili per costruire un progetto ed adottare atti migliori e più completi che tengano conto delle indicazioni che ci stanno arrivando dai cittadini. Su questa testata è stato scritto che “Ramiseto non ha nulla da condividere con Busana, Collagna, Ligonchio”. E’ un dato di fatto che Ramiseto abbia un territorio più grande (98 kmq a fronte dei 66 di Collagna, 61 di Ligonchio e 30 di Busana) e che il suo territorio di confine con la provincia di Parma sia segnato dall’Enza. Vorrei però riflettere e focalizzare l’attenzione su cosa già unisce i nostri territori. Abbiamo sul territorio dei 4 comuni: Croce Verde alto Appennino reggiano, Istituto comprensivo (scuole materne, medie, elementari), micronidi gestiti insieme, vicariato e pubblicazione del bollettino parrocchiale (“Oltre lo Sparavalle”), istituti di credito con dirigenti a “scavalco” su più comuni. Struttura della popolazione pressochè identica per numero di abitanti, incidenza della popolazione anziana, ecc. Struttura economica dei 4 comuni molto simile. Un’esperienza di quasi 15 anni di collaborazione istituzionale dei 4 comuni (Unione) che ha portato a realizzare e gestire insieme: Tarsu (con tariffe identiche sui 4 comuni), servizio sociale (un’unica assistente sociale per tutti), scuola di musica e micronidi, commissione edilizia unica, appalti gestiti per l’80 per cento a livello di Unione (come ben sanno molte imprese del territorio che operano ormai da anni indifferentemente sui 4 comuni), medesima imposizione fiscale sul territorio (no addizionale Irpef sul 4 comuni), aliquote Imu praticamente uguali, struttura dei bilanci molto simile (pochi oneri di urbanizzazione), medesimo numero di dipendenti sui singoli comuni, struttura del debito quasi uguale. Condividiamo l’appartenenza al Parco nazionale, problemi di viabilità, manutenzione strade, spalata neve molto simili. Abbiamo insieme consorzi forestali, usi civici e livelli che da tempo collaborano. Gestiamo insieme da anni il servizio di polizia municipale. Siamo accomunati da feste e tradizioni popolari e mi piace ad esempio ricordare la ricorrenza di S. Maria Maddalena che vede da secoli salire sul monte Ventasso ed al lago Calamone le comunità dei paesi adagiati alle pendici della montagna. Questo elenco potrebbe continuare a lungo. Avremo tempo per riflettere ed approfondire, si può essere favorevoli o contrari ma credo che un’identità di montanari che vivono e operano nella parte più bella ed insieme più difficile dell’Appennino esista già e si possa su questa identità costruire un progetto ed una prospettiva di forza invece che di debolezza.
(Alessandro Govi)
Mi sembra che Ramiseto abbia tratto molto vantaggio dalla nascita della Croce Verde, dal momento che il rapporto volontari offerti/interventi ricevuti sia abbastanza eclatante. Se i volontari dei tre Comuni della valle del Secchia avessero ragionato come il signore dell’articolo e qualcun altro più sotto nei commenti non si sarebbero certo impegnati a far nascere una realtà che fosse a servizio di tutti e 4 i comuni. Invece la Croce Verde sta lì, a testimoniare che insieme si possono fare cose che funzionano bene, al di là di campanilismi davvero incomprensibili.
(Fabio Cerri)
Qualcuno sta confondendo 14 anni di convivenza derivanti da un’unione con un futuro matrimonio chiamato fusione, un matrimonio che neppure la Sacra Rota potrà annullare. Condivido pienamente che certe fusioni tra Comuni omogenei per viabilità e geografia possono trasformarsi in matrimoni perenni, ma unire Ramiseto con tre comuni omogenei ed entrambi baricentrici su Busana e sulla Val Secchia è una cosa che non sta in piedi da nessuna parte la si guardi. A fusione avvenuta qualsiasi scelta mirata allo sviluppo del territorio del nuovo Comune vedrà i cittadini di Ramiseto, 1.300 abitanti, soccombere contro i 3.000 coalizzati dei comuni del bacino del Secchia; Ramiseto, da Comune più importante potrà essere trasformato in riserva indiana in qualsiasi momento e non potrà neppure protestare. Ramiseto si troverebbe in una situazione assurda, inaccettabile e soccombente in tutto; mi auguro che i ramisetani comprendano questa situazione e non si facciano intortare da Busana, Collagna e Ligonchio che vedono nella fusione la loro unica salvezza; con Castelnovo farebbero una ben magra figura. Ramiseto ha tutte le carte in regola per entrare nella grande unione con Castelnovo già da subito e farà più bella figura di tanti altri Comuni che stanno per entrarvi; perderà alcuni servizi, che perderebbe ugualmente con la fusione, ma manterrebbe il proprio Comune, il proprio Municipio e la propria autonomia; una domanda ai ramisetani: ma ci tenete al vostro territorio?; a me sembra che qualcuno stia già preparando un cancello da porre sulla Sparavalle all’incrocio per Ramiseto con scritto: prossima chiusura.
(Laura)
Questa è la risposta, signora Laura: sono di Ramiseto, tengo al mio territorio e sono favorevole alla fusione. L’importante è mantenere i servizi esistenti e se si potrà migliorarli ma per farlo ci vogliono le risorse. I confini nel 2014 devono passare in secondo piano e mi sembra che i confini più duri da abbattere siano quelli mentali. Purtroppo.
(Commento firmato)
“I 3.000 coalizzati dei comuni del bacino del Secchia” contro i 1.300 abitanti di Ramiseto? Signora Laura, se vuole far credere che ci sarà una guerra tra poveri faccia pure, la sua opinione è da rispettare, ma Le ricordo che ormai i campanili non hanno più i campanari che fanno la gara a chi suona meglio e più forte. Nel 2013 le campane sono elettriche! Cordialmente.
(Antonio)
Mi sono letta tutti i commenti in risposta all’intervento di Franzini fatto in assemblea a Ramiseto, serata in cui ero presente, serata molto partecipata, serata a dire il vero che ha visto pochi interventi negativi alla fusione, ora i commenti dei lettori di Redacon me lo confermano. Voglio anch’io portare il mio contributo a questo dibattito, tutti sanno ormai che l’unione esiste da 14 anni, è sparito Ramiseto? Abbiamo perso la nostra storia? Abbiamo perso la nostra identità? Gli altri comuni hanno perso qualcosa? Ecco, io credo che di qui bisogna ripartire, non voglio ripetere cose che sono già state dette, ma senza l’Unione noi sicuramente avremmo fatto meno progetti, meno investimenti, meno passi avanti, questo non possiamo dimenticarlo! Quando la legge dello Stato prima, della regione poi ci ha messo davanti uno scenario triste, perchè la nostra unione non poteva più esistere, è iniziato un percorso di discussioni, di confronti di richieste che ha portato gli amministratori davanti ai cittadini, con un progetto che venga discusso partendo dal basso portando a conoscenza di ciò che è la legge per le riforme territoriali come già è stato detto sarà un percorso non breve, che si concluderà con un referendum popolare, perciò saranno i cittadini a decidere del loro futuro in perfetta democrazia! Concludo dicendo che io sono nata in un comune, mi sono sposata in un altro e lavoro in un altro ancora; ecco, non nomino neppure i comuni perchè non cambierebbe il fatto che sono un’abitante di questo meraviglioso Appennino, che amo da est a ovest, da sud a nord, con i suoi pregi e i suoi difetti come i suoi abitanti! Un Appennino che vorrei vedere crescere, occasioni di lavoro per i nostri figli, un turismo intelligente, fonti rinnovabili, ambiente incontaminato a misura d’uomo: ecco, tutto questo potrà esserci solo se sapremo superare campanilismi, confini e interessi personali!
(Loredana Giudici)
Si contina a sottolineare che l’Unione ha portato benefici; ma è proprio l’unione che porta sviluppo mantenendo la propria individualità, non la fusione. Si dice che con la fusione si perdono i servizi e le scuole, è vero esattamente il contrario; la fusione in pochi anni farà sparire tutti i servizi a favore del nuovo Comune, le scuole saranno riviste e ridimensionate su un solo Comune e non su quattro e la frazione di Ramiseto sarà la più penalizzata in quanto con la fusione non avrà più alcun potere. Ha perfettamente ragione la signora Laura, tutte le cose belle e utili potranno essre fatte sui tre Comuni della Val Secchia e lungo la 63, mentre tutto il resto sarà fatto in quel di Ramiseto. Per far capire come andranno le cose faccio un esempio che spero faccia aprire gli occhi ai Ramisetani: se il nuovo Comune che nascerà dalla fusione deciderà di fare una discarica comprensoriale dove sarà fatta?, su Busana o sul sul Secchia, oppure sul comune fuori valle come Ramiseto? Ai Ramisetani la risposta. Sorprende leggere alcuni commenti di Ramisetani favorevoli a svendere il loro Comune a favore di altri, quando penso che andando nella grande unione si conserverebbe tutto, si perderebbero solo alcuni servizi che si perderebbero anche con la fusione.
(Nadia)
Scusi signora Nadia ma “con la fusione le scuole saranno riviste e ridimensionate su un solo Comune e non su quattro”, mi chiedo come fa lei a saperlo e chi le ha fornito tale informazione, tra l’altro fuorviante per la cittadinanza. Purtroppo c’è molta disinformazione sul tema scuole/fusione/unione, pertanto sarebbe opportuno fare chiarezza, magari con le parole di qualche soggetto coinvolto (dirigenti, assessori alla scuola).
(Sc)
Come al solito il signor Franzini accende gli animi e stimola i punti dolenti della nostra quotidianità suggerendo uno spunto di riflessione alternativo su un argomento di difficile analisi, non tradendo il suo personale stile e dando sempre voce a una minoranza che ha idee proprie e spesso molto più originali e lungimiranti. Oggi ci chiedono se vogliamo buttarci dalla finestra o dal balcone, ricordandoci che dal balcone abbiamo una vista migliore. Ebbene la scelta non è sicuramente facile e un approccio superficiale potrebbe dimostrarsi molto dannoso in futuro e assumere la forma di processo irreversibile. Forse dovevano interpellare i cittadini quando decisero nel ’99 di creare l’Unione. In ogni caso vorrei togliere i dubbi e le presunzioni a chi crede ancora che la fusione lasci integri i servizi e parzialmente attivi i municipi locali e questo sulla base di un principio fondamentale espresso nella legge regionale 23 dicembre 2010, n.12, art.5 comma 2, e secondo tutte le leggi che alla base hanno processi di riordino finanziario, che è quello dei tagli. Il nuovo ente non farebbe eccezione dato che l’art. 24 della LR 21 Dicembre 2012 n.21 cita testualmente:
“4. La gestione associata svolta dall’Unione deve ricomprendere tutte le funzioni, le attività, i compiti e gli atti ricompresi nell’ambito funzionale oggetto della gestione tanto nel caso di funzioni fondamentali quanto nel caso di ulteriori funzioni comunali, senza che residuino in capo ai Comuni attività e compiti riferibili alla stessa funzione, salva la possibilità di articolare unità organizzative per sub-ambiti o sportelli decentrati territoriali purché alle dipendenze dell’Unione e compatibilmente con gli obiettivi generali di riduzione della spesa.
5. È presupposto indispensabile, per l’accesso ai contributi, il trasferimento del personale, delle risorse finanziarie e strumentali dei Comuni all’Unione. È altresì necessario che la Giunta dell’Unione sia composta esclusivamente dai sindaci o da un unico assessore per Comune con specifica delega all’insieme delle funzioni conferite all’Unione.”
Ciò significa che la fusione sarà totale e imperitura come specificato bene nel comma 6. Per contro l’unione con Castelnovo lascerebbe, credo, poco spazio a Ramiseto ma lascerebbe in loco sede municipale, sindaco e una certa autonomia su alcuni ambiti dandoci un vincolo di permanenza nella stessa di 10 anni. I nostri amministratori hanno fretta di decidere perché i contributi verranno elargiti dal 1° Gennaio 2014 a chi ha già incominciato il processo di fusione (e qui mi chiedo a cosa servirebbe un referendum futuro dato che le azioni intraprese dimostrano che a quel punto tutto è già stato deciso) ma forse una unione con Castelnovo, nonostante il vincolo dei 10 anni, non si dimostra una scelta definitiva che dà tempo e modo di riflettere meglio sulle possibilità e offre ai cittadini un reale spazio di opinione e decisionale a prescindere da incentivi finanziari (che prima o poi finiranno come sono finiti per le Unioni di comuni) e da interessi campanilisti.
(Isabella Vaccari)
I rapporti di forza in discussione fra i territori non sono quelli fra Ramiseto e Ligonchio, o fra Busana e Collagna, ma verso il resto della provincia, della regione e del mondo che è cambiato: per poter pesare di più nella rappresentanza degli interessi, e quindi della crescita delle condizioni di vita in montagna, bisogna che questa sia omogeneamente rappresentata e con una piattaforma di maggiori dimensioni; questo anche senza che la legge nazionale, che non nego solo frutto di questa fase di diseconomia che ci ha colpiti tutti, ci avesse messo tutta questa fretta e questa scelta forzata.
D’altra parte l’evoluzione dei tempi o la si governa o la si subisce. Chiunque vinca le prossime elezioni amministrative si avvantaggerà di un pulpito di maggiori dimensioni, munito di maggiore potere contrattuale. Poi è ben noto alle parti che Ramiseto rappresenta una realtà economica e logistica diversa dagli altri 3 e per questo sarà giusto cercare condizioni d’ingresso adeguate: nessuno può negare che l’importante aspetto della viabilità a sostegno statale dei comuni della valle del Secchia mette a rischio il mantenimento dell’importanza di quella della val d’Enza, dove di converso resiste ancora la più consistente quantità di attività agricole, artigianali e commerciali. Io continuo ad avere molte riserve sulla reale necessità di ridurre il numero dei comuni in Italia, che per altro sono già in numero inferiore a quelli della Francia e della Germania, ma tanto è stato deciso da uno Stato che non ha saputo adeguarsi per tempo agli scenari internazionali e qui ne paghiamo le conseguenze: ma ammesso ciò, rimane il fatto che comunque la fusione, che io spererei perfino estesa a Villa Minozzo, formerebbe un ente territoriale con tutta quella forza che serve per farne valere molto di più di oggi le proprie ragioni e il proprio interesse. Un’altra verità è che il crollo demografico che continua incessante in questi territori ne determina per forza la necessità di fusione e questo aspetto suggerisce che il modo per cercare di correggere questa tendenza negativa è proprio quello di acquisire omogeneità di rappresentanza, visibilità e potere contrattuale per poter favorire di più di quanto si possa oggi delle politiche di rilancio e di crescita adeguata a questa epoca, che verta sulla valorizzazione delle ricchezze che questi territori hanno a differenza degli altri più popolati che ne sono privi.
(Marco Leonardi)
La fusione è un processo che va sicuramente ponderato e analizzato prima di essere messo in atto, vista la sua complessità. Però vorrei porre qualche quesito ai contrari: pensate che gestire 9 funzioni su 10 nella grande Unione con Castelnovo sarà semplice e immediato? E in base a quali parametri giudicate che sarà più vantaggioso per Ramiseto rispetto alla fusione? Non mi sembra una risposta esauriente affermare che siamo in un altra vallata, che il territorio è più vasto, che ci sono più imprese. Ci sarà ugualmente un forte decentramento amministrativo. Le cose cambieranno comunque per i piccoli comuni, in un senso o nell’altro, quindi dobbiamo scegliere in modo consapevole. Dire semplicemente no e pretendere che tutto rimanga invariato non è una strada oggi praticabile.
(LB)
Si è parlato più volte della gestione associata di 9 funzioni su 10 nella grande Unione con Castelnovo; qual è la funzione che rimarrebbe quindi a capo dei singoli comuni? Forse l’anagrafe?
(Sc)
Chiunque legga la risposta della signora Isabella Vaccari dovrebbe meditare attentamente; è la prima risposta che chiarisce tanti aspetti sulla fusione e sull’unione. Grazie Isabella Vaccari, si presume che tanti altri conoscessero questi aspetti, in particolare i nostri Amministratori; perchè non hanno informato la cittadinanza di questo? E’ una mancanza molto grave, alla cittadinanza può essere demandato di esprimersi su una scelta da effettuare, ma solo se viene messa al corrente di tutto e non di quello che fa comodo a qualcuno. Per Ramiseto da qualunque parte la si guardi la fusione è una tragedia, solo la grande unione con Castelnovo ne’ Monti ci permetterà di restare un Comune importante, il più importante del crinale, più importante di oggi e permetterà ai ramisetani di portare avanti il lavoro di chi ci ha preceduti e rendere Ramiseto un grande Comune. Nessuno vuole condannare Ligonchio, Busana e Collagna, ora possono entrare in Unione con Castelnovo e dare il loro contributo alla grande Unione.
(Sergio)
Rispetto la sua opinione signor Sergio ma non mi sembra calata nella realtà. “solo la grande unione con Castelnovo ci permetterà di restare un comune importante… e rendere Ramiseto un grande comune”. Come fa a fare delle previsioni così ottimistiche? C’è calo e invecchiamento della popolazione, la viabilità è’ quella che è, l’agricoltura è inesistente da anni, il lavoro scarseggia e soprattutto mancheranno le risorse economiche. Inoltre il comune è composto anche da frazioni, ma questo nessuno lo ricorda mai, in particolare l’alto ramisetano (Succiso, Miscoso, Cecciola…) soffre da anni di un grave spopolamento e tra un po’ di tempo diverrnno paesi fantasma popolati solo il mese d’agosto. Lei pensa veramente che unendosi con Castelnovo ci sarà la soluzione a tutti i problemi? Una nota positiva è data solo da alcune aziende che operano con successo nel territorio da anni e forniscono lavoro a diversi giovani. Ma di questi tempi non è sufficiente per mantenere vivo e autonomo il comune e la fusione è l’unica via percorribile.
(SP)
Signor sindaco Govi, complimenti per aver migliorato il suo territorio! Ma, a danno di chi? Cito testualmente le sue parole: “Un’esperienza di quasi 15 anni di collaborazione istituzionale dei 4 comuni (Unione)…” Come possiamo parlare di collaborazione, di eccellenze, di prospettive per il futuro dei nostri giovani, di ambizioni di crescita, di sviluppo quando proprio in questi ultimi anni siamo talmente retrocessi, quasi da ritorno al Medioevo? Il comune di Ramiseto non si può proprio vantare della gestione dell’Unione! Noi ci siamo impoveriti! Non possiamo vantarci del Parco che ci ha sottratto le terre assoggettandoci a vincoli a non finire, non possiamo vantarci per avere meno uffici postali (facenti capo a Busana), meno sportelli in municipio, la sede centrale di una banca, il distretto scolastico, il vicariato, l’ambulanza di stanza a Busana. Non possiamo vantarci di avere una rete stradale da terzo mondo! Come potete ancora pensare che potremmo avere benefici alla fusione dei comuni dell’Alta Val Secchia?
(LD)
Premesso che il mio pensiero sulla fusione dei comuni del crinale sia ormai inevitabile, per motivi detti e ridetti: popolazione ridotta ai minimi, invecchiamento della popolazione, mancanza lavoro, politiche occupazionali nulle, infrastrutture per lo sviluppo della montagna nulle, ambiente degradato, investimenti a pioggia anche per opere inutili e non prioritarie, dispersione delle forze lavoro interne agli enti esistenti, troppi enti, consorzi… Il percorso è certamente difficile ma il risultato sarà valido soltanto se le azioni non saranno rivolte a “portare a casa soldi”, ma dovranno essere rivolte ad invertire la rotta del “crinale” sopra esposta. Credo inoltre che la legislatura sia in piena confusione e non d’aiuto a risolvere i problemi economici locali, i Consigli comunali del crinale dovranno in questi giorni votare lo Statuto dell’Unione Montana (ex Comunità Montana ridotta), dovranno votare l’avvio della fusione entro fine mese al fine di poter anche accedere ai contributi dell’attuale Unione dei Comuni del Crinale. Un paese con una tale confusione legislativa dove vuole andare? Qualsiasi unione o altro camminerà e darà sviluppo se fondata su leggi chiare e lungimiranti ed anche di risparmio per l’intero Paese se guidata in tal senso. L’esperienza dell’esistente Unione dei comuni del crinale dovrebbe essere d’aiuto, alcune azioni sono state lungimiranti e hanno prodotto risparmi, sinergie ed una positiva ricaduta sui cittadini, altre un po’ meno, l’edilizia che dovrebbe contribuire allo sviluppo economico e sociale ha disatteso qualsiasi aspettativa, se la creazione di un’unica commissione per la qualità (ex commissione edilizia) è stato un successo credo si vada poco lontano. Perchè nessuno dice che dopo 14 anni non è stato ancora concluso l’iter del PSC, strumento fondamentale per la gestione del territorio, dall’edilizia civile alla pubblica, alle infrastrutture per lo sviluppo ecc… Perchè nessuno dice che dopo 12 anni di lavoro con relativi costi pubblici (a cinque zeri) siamo rimasti con strumenti degli anni ottanta? Possiamo pertanto decidere, proporre e fare fusioni di ogni genere, non andremo da nessuna parte se le azioni non saranno rivolte al vero sviluppo e non a creare specchietti per le allodole. Questo sarà possibile se gli amministratori avranno il coraggio di “staccarsi” dalle decisioni dei palazzi superiori che decidono da lontano sulla testa dei montanari ormai ridotti ai minimi storici. Le proposte presenti nei prossimi consigli comunali fanno sperare poco, il solito sistema calato dall’alto. Cordialmente.
(Fabio Leoncelli)
Premesso che sono poco e mal informato, non ho potuto partecipare alle riunioni fin qui tenute e neanche alle prossime potrò purtroppo essere presente e ammesso che l’Unione portò diversi vantaggi, io spero che oltre a discutere di benefici o meno a livello economico e di casse vuote (che sempre lo sono state), si dia la massima attenzione alla logistica del territorio e a non allontanare troppo i servizi essenziali dai cittadini.
(Maurizio)
Da molti anni i 4 comuni del crinale lavorano insieme all’interno dell’unione, diversi servizi sono già unificati, l’istituto scolastico è già uno solo e funziona egregiamente. Il crinale tra Collagna e Ramiseto ho sempre pensato fosse uno splendido scenario montano appartenente a entrambe le popolazioni e non una divisione (hanno pure asfaltato la strada della Scalucchia, per dire). Ventasso, Pratizzano e Casarola sono patrimoni che Ramiseto ha in comune con Collagna e Busana, non con Castelnovo ne’ Monti. Le eventuali scomodità ci saranno tanto per gli abitanti di Miscoso quanto per quelli di Cerreto Laghi o di Ospitaletto e non capisco quale danno economico potrebbero avere le ditte del Ramisetano. Non tifo per le unioni, ma dovendole fare (non è una scelta, sveglia!) pensavo fosse utile seguire una logica sensata: mai in vita mia avrei pensato di sentire un “vicino di casa” del crinale preferire l’inglobamento nel calderone di Castelnovo ne’ Monti piuttosto che l’unione con chi, da sempre, condivide lo stesso territorio e le stesse problematiche. Da abitante del comune di Collagna caldeggerei l’unione con Ramiseto, perché ne avrei un vantaggio economico e logistico? Ma in che film? Ma cosa dite, signor Franzini e ramisetani che la pensate come lui? Per me, se volete andare a farvi mangiare la zuppa in testa da Castelnovo ne’ Monti e raccogliere le magre briciole che cadranno dalla loro tavola, fate pure. Anche Tafazzi ha una sua dignità.
(Collagnese)
Una fusione con Vetto e una unione con i centri della Val d’Enza, con un progetto di sviluppo importante tramite la costruzione di una adeguata fondovalle viaria, aprirebbero scenari che ridarebbero slancio al nostro comune. Un’arteria stradale di questo tipo valorizzerebbe anzitutto la nostra area artigianale che oggi è il primo ostaggio di questa viabilità disastrosa (si sappia che si circola ancora su “guadi provvisori”), assolverebbe il compito di agevolare i lavoratori pendolari nel raggiungere o trovare il posto di lavoro, dato che lungo l’asse dell’Enza ci sono poli agro-industriali che offrono opportunità di impiego appetibili, nonché ridurrebbe notevolmente tempi e distanze al casello autostradale. Concludo dicendo che le prospettive di Unione con Castelnovo ecc. o di fusione con Busana & co. provocherebbero soltanto una sterile sopravvivenza, forse è ciò che vogliono i nostri politici.
(Cristiano Dolci)
Mi permetto di dissentire dalla sua affermazione: “Lungo l’asse dell’Enza ci sono poli agro-industriali che offrono opportunità di impiego appetibili”, poichè anche la Val d’Enza non è esente dalla crisi che attanaglia il nostro Paese, quindi le opportunità di lavoro sono purtroppo ridotte anche in questa zona e diventa difficile, oggi, dimostrare il contrario. Inoltre la viabilità da Vetto in poi si svolge su una strada (la SP 513) che è provinciale per cui non si comprende qual’è o quale dovrebbe essere il ruolo del Comune di Ramiseto nel riammodernamento o sviluppo di questa rete viaria.
(MG)
Sì, ma Vetto e i centri della val d’Enza sono concordi o meglio sono interessati ad unirsi con Ramiseto? Pare che Ciano d’Enza/Canossa sia intenzionato ad unirsi con il distretto di Montecchio, come suggerisce la logica.
(SP)
Mi sento chiamato in causa dall’intervento del signor Sc e quindi credo opportuno intervenire nuovamente, sia pur con ritardo, questa volta in veste di dirigente scolastico. L’Istituto Comprensivo è già un’istituzione scolastica unica che aggrega plessi di 5 comuni. Le “scuole” di Ramiseto sono plessi, ovvero punti di erogazione del servizio dell’Istituto. Non esistono al momento norme che prevedono la soppressione di plessi a seguito di una fusione dei comuni. L’eventuale chiusura di un plesso viene decisa dall’amministrazione comunale competente sulla base di oggettive situazioni. In tutti i casi di mia conoscenza la chiusura di plessi scolastici è stata determinata da due fattori: carenza di alunni o inadeguatezza dei locali scolastici.
Sui plessi scolastici di Ramiseto non sono presenti questi fattori. Inoltre, anche prescindendo dalle gravose problematiche relative al trasporto degli alunni, allo stato attuale gli edifici scolastici di Busana non sarebbero in grado di accogliere gli alunni di Ramiseto; una chiusura dei plessi di Ramiseto sarebbe quindi solo fonte di grossi problemi per qualsiasi amministrazione. Esiste in prospettiva un problema reale per il plesso della scuola media di Ramiseto che, con i dati dell’attuale popolazione scolastica, nel 2017-18 potrebbe scendere per un triennio al di sotto del limite di 19 alunni con la conseguente attivazione di una sola tripla classe (1^, 2^ e 3^). Questo dato non è purtroppo modificabile con le scelte che si stanno discutendo. Concludendo, non esiste nessun motivo oggettivo per poter affermare che l’organizzazione attuale del servizio scolastico potrà essere modificata in conseguenza di fusione o unione con Castelnovo ne’ Monti.
(Lorenzo Franchini)
Accorpamenti tra comuni sono sempre auspicabili, si risparmiano spese e si aumentano le risorse. E’ di qualche giorno fa la notizia del sit-in davanti al municipio di Vetto dei ragazzi delle medie ancora senza riscaldamento. Il sindaco si è molto adombrato perchè sostenevo che vi sono troppi dipendenti sottoutilizzati per un comune microscopico, con meno di 2000 abitanti comprese le frazioni. Sono sempre convinto che se si condividono risorse si ottengono economie importanti, che permettono di investire meglio per il rilancio della nostra economia, recuperando posti di lavoro e non posti sterili di assistenza. L’attività turistica, ad esempio, è difficile da sviluppare se non ci sono i soldi per asfaltare le strade. Poi il discorso si potrebbe prolungare all’infinito. Intanto la montagna si spopola sempre più.
(M.R.B)
Grazie al dirigente scolastico, prof. Franchini, per aver dato una risposta precisa e chiarificatrice. Aggiungo che si può essere favorevoli o contrari alla fusione, ogni opinione è da rispettare ma certe frasi del tipo: “ridimensioneranno le scuole, toglieranno l’ambulatorio, chiuderà la posta, ecc. ecc.” sono da evitare poiché creano un inutile allarmismo e sono fuorvianti per la popolazione. I cittadini dovrebbero comprendere che ogni ente erogatore di un servizio ha i propri parametri oggettivi di funzionamento a prescindere da eventuali unioni/fusioni, per cui certe affermazioni basate sul “sentito dire” sono da evitare. Inoltre se qualcuno avesse ancora dei dubbi può informarsi e leggere la legislazione sulle unioni/fusioni prima di dire o scrivere certe notizie.
(Sc)
Bisogna considerare che c’è ancora la possibiltià di una probabile scomparsa di alcune Province quindi, in merito al commento del Signor Cristiano Dolci, bisogna dire che si può assistere ad una riorganizzazione del territorio, pertanto pensando a un futuro, è meglio avere l’occasione di poter scegliere come Comune invece che, un domani, non aver nessuna possibilità di scelta, perchè è questo che porta la fusione.
(Fc)
Poprio considerando che possano scomparire alcune province aspettiamo un attimo a fare la fusione, magari possiamo aggregarci ad altri Comuni limitrofi, pensiamoci bene perchè una volta fatta la fusione non si torna più indietro, non è come una unione che fra dieci anni se le cose non quadrano si può sciogliere, riflettiamo bene, dopo di noi ci sono i nostri figli e i nostri nipoti a subirne le conseguenze.
(P.F.)
Sarebbe bello che la scelta potesse essere fatta democraticamente dai cittadini! Purtroppo saranno gli amministratori dell’Unione a votare per noi e per i nostri figli e nipoti! E sarà irrimediabilmente la fine. Corre voce che si riuniscano, di tutta fretta, all’inizio della prossima settimana e che siano già pronti per una fusione. E’ troppo appetitoso il premio immediato dato dalla Comunità E. E. e scadono i termini a breve (una volta tanto, sarei felice di sbagliarmi). Se ci fonderemo con i comuni dell’alta Val Secchia potremo dire addio ai sogni di glorie future, addio al bacino di acque limpide e cristalline, addio ad una seria fondovalle Enza… Saremo dei “tagliati fuori”, perché sarà fusione per sempre e ci terremo il sindaco che da Busana ci amministrerà. Buona riflessione a tutti i ramisetani!
(LD)
Ha ragione “LD”, il referendum è solo consultivo e lo fanno a cose avvenute, quindi la scelta non è dei cittadini ma degli amministratori che ritenendosi democratici mi auguro che almeno specifichino bene sullo statuto quello che hanno promesso durante tutte queste riunioni e, cioè, che se la popolazione non è contenta la fusione non verrà fatta e non verràa fatta nemmeno se uno dei tre comuni non è d’accordo, considerando che non si sa se fra due anni saranno ancora loro i sindaci. Non si riuniscono la prossima settimana ma già sabato 26 a Busana. Peccato che i fondi di cui sono ingolositi li daranno solo per pochi anni, è successo tale e quale quando hanno fondato l’Unione dei Comuni, si sono lasciati invogliare dai contributi che hanno dato per qualche anno e poi sono andati sempre calando fino a non dare più quasi niente. Non capisco questo accanimento a concludere l’iter, posso capire i Comuni di Ligonchio e Collagna che sono sotto i 1.000 abitanti e automaticamente andrebbero con Castelnovo, ma non capisco Ramiseto perché ha tutta questa fretta. Tra l’altro se verrà fatta la fusione tanta gente, chi per protesta, chi per comodità, chi perché magari l’ha mantenuta finora solo perché legato al suo comune, porterà via la residenza, questo sarà un guadagno per la montagna? Dopo non piangiamo sul piatto in cui mangiamo perché sarà troppo tardi. Chiediamoci un attimo alcune cose: è uscita voce qualche tempo fa (ora hanno messo tutto a tacere, salterà fuori una volta approvato l’iter della fusione, casomai) che la sede della fusione verrebbe fatta a Cervarezza (Busana), se così fosse mi dite quali uffici rimarrebbero a Ramiseto? A detta degli amministratori tutti, io non la penso assolutamente così, se si fa la fusione i Comuni spariscono, non solo come nome ma come uffici, rimarrà sì e no l’ufficio anagrafe perché la legge non permette di spostarlo (finchè anche qua non cambieranno le cose). E’ inutile fare opere di convincimento ai cittadini dicendo che gli uffici saranno aperti quasi tutti i giorni, non è così, guardate già dopo l’unione dei comuni, quanti dipendenti trovate in Comune di solito? Per risparmiare è giusto entrare in una unione, accorpare i servizi, eliminando così anche qualche responsabile di servizio che pesa sui bilanci comunali, praticamente non cambierebbe niente da come ci troviamo ora. Ramisetani, riflettete, confrontatevi l’un l’altro, se si fa la fusione è la fine di tutto, addio davvero una volta per tutte anche alla diga di cui tanti cittadini erano entusiasti e addio davvero alla fondovalle Enza. Provate un po’ a pensare quante persone percorrono ogni giorno da Ramiseto la fondovalle Enza per recarsi al lavoro, o per altri motivi e quante persone da Ramiseto percorrono invece la statale 63. Infine ribadisco ancora una cosa: dall’Unione si torna indietro, dalla fusione no, bene o male vadano le cose. E al signor Sindaco chiederei di prendere tempo, non di correre per ‘sta maledetta fusione, se è vero che tiene tanto al parere dei suoi cittadini deve sapere che oltre la metà non sono contenti, nelle riunioni sono intervenuti soprattutto i favorevoli perché per gli altri diventa difficile contrapporsi ai 4 sindaci uniti tra di loro, ma le polemiche si sentono soprattutto nei bar e in piazza. Detto questo vediamo se i nostri amministratori procedono o riflettono.
(P.F.)
Sono residente a Ramiseto e vedo la situazione da un punto di vista diverso rispetto al signor “P.F.”. Lei afferma con sicurezza che dall’Unione si torna indietro, mi chiedo come fa ad esserne certo, ossia come fa a prevedere quale scenario legislativo e sociale ci sarà tra 10 anni. Lei pensa forse che tra 10 anni si possa agevolmente sciogliere l’Unione con Castelnovo e tornare ad essere un Comune singolo, autonomo e con tutte le funzioni indipendenti? E con quanti residenti? Mi sembra una possibilità molto remota, non solo per Ramiseto ma per tutti i comuni montani con una popolazione numericamente debole. Rispetto alle tematiche “diga” e “fondovalle Enza” non si capisce il perchè siano contrapposte alla fusione, come se una cosa escludesse l’altra automicamente. Queste prese di posizione su cosa si basano di concreto e tangibile?
(Commento firmato)
Signor “Commento firmato”, la perpetuità di un ente non può essere un parere soggettivo. È la legge che la definisce con norme e regolamenti e in questo caso la norma di riferimento è la LR 21/2012 che, come già è stato detto, stabilisce per le nuove unioni di comuni solamente un tempo minimo di vita che è quantificato in 10 anni. Ciò significa che ogni vecchio ente ha la possibilità di ripristinare la propria autonomia scaduto questo termine. Al contrario la fusione non offre possibilità di scelta. A proposito della seconda domanda che ha fatto su fondovalle Enza e diga, vorrei suggerire una risposta. Lei crede davvero che a Collagna, Busana e Ligonchio appartenendo ad un’altra valle, possano interessare progetti che sviluppino servizi in un’area a loro non congeniale? Sfrutto l’occasione per chiedere due cose per cui non ho ancora risposte: perché si parla di 9 funzioni su 10 per quanto riguarda le funzioni da unificare in Unione? A che norma fa riferimento questo dato? E ancora, perché non è mai stata presa in considerazione la possibilità di fare una “convenzione” con Castelnovo, possibilità meno invalidante e peraltro concessa dalla LR 21, alternativa a fusione e Unione? C’è qualche amministratore disposto a risponderci? Grazie.
(Isabella Vaccari)
Signora Isabella, la sua risposta circa la durata dell’Unione dei Comuni si basa su una fonte oggettiva e incontrovertibile, ossia una legge regionale, pertanto trattasi di un dato di fatto acquisito. Sugli sviluppi e conseguenze che lei cita “ciò significa che ogni vecchio ente ha la possibilità di ripristinare la propria autonomia scaduto questo termine” avrei qualche dubbio. Mi chiedo cioè se nel corso o al termine di questi 10 anni possano intervenire leggi che impongano ai Comuni ulteriori unioni o frammentazioni di funzioni, oppure che certe norme vengano abrogate. Il panorama legislativo in Italia pare essere rapidamente mutevole. Magari qualche lettore con conoscenze di diritto amministrativo può esprimere una chiave di lettura ulteriore o differente.
(MG)
Non sono amministratore ma in verità le funzioni associate nelle unioni per i comuni sotto i 5000 abitanti (3000 per le ex Comunità montane) saranno 10, non so perchè si parli di 9, come previsto dal decreto legge 95 del 2012, nell’ambito della famigerata “spending review” e che ha modificato l’art. 14 d.l. 78/2010 a cui faceva riferimento la legge regionale 21 del 2012 e sono:
a) organizzazione generale dell’amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo;
b) organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi compresi i servizi di trasporto pubblico comunale;
c) catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente;
d) la pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonchè la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello sovracomunale;
e) attività, in ambito comunale, di pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi;
f) l’organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione
dei relativi tributi;
g) progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini, secondo quanto previsto dall’articolo 118, quarto comma, della Costituzione;
h) edilizia scolastica, organizzazione e gestione dei servizi scolastici;
i) polizia municipale e polizia amministrativa locale;
l) tenuta dei registri di stato civile e di popolazione e compiti in materia di servizi anagrafici nonchè in materia di servizi elettorali e statistici, nell’esercizio delle funzioni di competenza statale.
Sul fatto che si tenda a preferire fusioni e gestioni associate in unioni rispetto alle convenzioni credo sia riconducibile a una mera questione economica, le prime due danno accesso a fondi regionali/statali mentre le ultime non hanno alcun tipo di sovvenzione e si dovrebbero reggere esclusivamente su ipotetici risparmi che generalmente non ci sono…
(Ty)
Nessuno ricorda la vicenda “Ingresso di Castelnovo ne’ Monti nel Parco nazionale”? Castelnovo entrò per dare, a detta degli amministratori di allora e di oggi, valore aggiunto (Pietra) ma mai avrebbe utilizzato fondi del P.N. per il proprio territorio, parole udite dalle mie orecchie presso la sede dell’allora Parco del Gigante a Busana, pronunciate da amministratori di Castelnovo ne’ Monti. Dopo 11-12 anni, le cose sono andate così? Chiedetelo agli amministratori di Castelnovo ne’ Monti oppure a quelli del Parco nazionale. Pertanto: 2+2 = 5. Comunque, possiamo fare fusioni, unioni, accorpamenti che vogliamo, ma se chi amministrerà percorrerà la strada sino ad oggi tracciata i risultati saranno i medesimi, spopolamento totale, degrado della montagna abbandonata ad animali mai esistiti. Saluti.
(Fabio Leoncelli)
Signor Commento firmato, le volevo rispondere in merito alle tematiche diga e fondovalle Enza: Secondo lei i cittadini di Busana, Collagna e Ligonchio quali interessi avrebbero in merito a questi due interventi? Siamo sempre al solito discorso, sono due vallate opposte. Non credo che per capire queste cose serva essere laureati, ci si pò’ arrivare con un po’ di buon senso anche senza avere studiato.
(P.F.)
“LR21, art. 7 comma 3: i comuni appartenenti all’ambito sono tenuti ad esercitare in forma associata tra tutti loro almeno tre tra le funzioni fondamentali previste dall’art.14, comma 27 (pianificazione territoriale, servizi sociali, polizia municipale e protezione civile) nonchè le tecnologie dell’informazione art. 14 comma 28 DL. 78 del 2010 convertito dalla legge n. 122 del 2010. I comuni con popolazione rispettivamente inferiore a 3000 o a 5000 abitanti esercitano in forma associata tra tutti loro anche le ulteriori funzioni fondamentali previste dall’articolo 14,comma 27 DL. 78 del 2010.” Il comune di Ramiseto nello specifico, avendo una popolazione inferiore ai 3000 abitanti deve mettere in forma associata tutte le funzioni fondamentali con l’Unione partecipando all’Unione, fuso con i restanti comuni (Busana, Ligonchio, Collagna) raggiungendo e superando così la quota dei 3000 metterebbe in forma associata tre della funzioni fondamentali. “LR 21 art. 32 (proroga termini art. 7, comma 12 della legge regionale n. 21 del 2012) punto 8: …i medesimi comuni ai fini delle gestioni associate di cui l’art. 7 della legge regionale 21 del 2012 possono convenzionarsi tra di loro all’interno del proprio ambito ottimale, ma sono comunque posposti nell’accesso agli incentivi o contributi, comunque denominati, a favore di comuni o altri enti locali e loro forme associative previsti da leggi regionali di settore e dagli atti amministrativi attuativi”. E’ stata presa in considerazione la possibilità di “convenzionarsi”, ma si capisce chiaramente che comporterebbe la quasi esclusione da ogni finanziamento/contributo ecc., non so come potrebbe sopravvivere il nostro Ramiseto di 1300 abitanti.
(Marianna)
Il signor “P.F.” ha ragione al 100%. Ci vorrebbe un unico comune con Ramiseto, Vetto, Palanzano, Monchio e Comano. Via le Province, via le Regioni: enti completamente inutili che non sono serviti a nulla (se non ad “ingrassare” i soliti noti). Un unico bel comune dell’Alta Val d’Enza dalle potenzialità turistiche enormi (Lagastrello, Prato Spilla, Alpe di Succiso, Ventasso, Pratizzano, diga di Vetto, fondovalle dell’Enza, la ventina di laghi glaciali del crinale), dai problemi comuni e dall’Enza che unisce invece di dividere. Nel 1848 il trattato segreto di Firenze che per colpa di un duca di Parma debosciato e mangiasoldi (ricattabile e squattrinato per lo sperpero suo personale) costrinse i paesi di Miscoso, Succiso, Cecciola e tutto il pievato di San Vincenzo a passare sotto i duchi estensi di Modena-Reggio (il famoso Pota d’Modna) deve essere completamente cancellato nei fatti facendo ritornare tutti i paesi amministrativamente un tempo uniti nelle valli dei cavalieri di nuovo tutti riuniti nell’unico e magnifico Comune delle terre alte dell’Enza. Da Succiso a Valcieca, da Taviano a Ranzano, da Temporia a Vetto, da Ramiseto a Palanzano, da Comano a Monchio un’unica faccia, un’unica razza.
(Francesco)
Molto interessante la sua disamina storica, signot Francesco, tuttavia la legge non lascia spazio alla nostalgia e impone una scelta dal 1° gennaio 2014.
(SC)
Ringrazio il signor “Ty”, l’art 19 lettera a del DL 95 del 2012 dà in effetti questo elenco e ora tutti, finalmente, sappiamo che anche l’anagrafe sarebbe unificata. La convenzione risulta dunque una strada percorribile ed è strutturata come una prospettiva che ha, oggi, il rischio di farci percepire meno finanziamenti, ma può essere visto come il prezzo da pagare per una libertà futura che potrebbe, però, rivelarsi l’unica speranza per riottenere autonomia o magari per scegliere una unificazione con territori maggiormente affini a noi su base storica, come ben illustrato dal signor Francesco, sinergia che oggi non ci è permessa data la persistenza delle Province. Credo che, a fronte di tutti questi commenti, sarebbe doverosa almeno una trasparente enunciazione dei pro e contro delle varie alternative, seguita da una democratica votazione dei cittadini antecedente alla decisione degli organi competenti: sarebbe il modo migliore per rappresentare la volontà del popolo. Saluti
(Isabella Vaccari)
Svolto e ampiamente commentato l’incontro sulla fusione a Ramiseto, sarebbe opportuno effettuarne uno sulla grande unione con Castelnovo, in modo che i cittadini siano informati su entrambe le opzioni.
(Marina)
Il referendum sulla fusione sarà svolto prima della fine del 2013?
(Commento firmato)
E’ allucinante solo a pensarlo, come si possa cancellare il comune di Ramiseto, un comune che ha territori, cittadini e potenzialità enormi; chi ha firmato questo procedimento si porterà dietro il ricordo di aver cancellato quanto fatto dai loro padri e dai loro nonni. Basterebbe vedere al di là del muro per capire che il comune di Ramiseto non ci sarà più e non si potrà mai più ricuperarlo, ma i cittadini di Ramiseto che sostengono la fusione si rendono conto di cosa stanno combinando? Mi sembra di impazzire al solo pensarci. Ma i ramisetani guardano la cartina geografica? Guardano dove sarà concentrato il potere politico e territoriale se si andrà in fusione? Mi auguro che l’esempio di Toano possa servire ad insegnare qualcosa, a Ramiseto serve la grande unione e non la fusione.
(Sergio)
Sì, certo come no, con l’aria che tira lei pensa davvero che lasceranno un Comune di 1200 abitanti tranquillamente autonomo? Andate pure con Castelnovo, con annesse addizionali Irpef e Imu non certo ai livelli che ha saputo mantere l’Unione dei quattro Comuni e, ancor più, con la fusione, dal momento che è stato detto che parte dei soldi in arrivo saranno usati per mantenere la fiscalità a livelli umani. Con la fusione non è che vengono cancellate le vallate e le persone che ci abitano, con annesse tradizioni e particolarità.
(Fabio Cerri)
Signor Sergio, non si tratta di cancellare nulla ma di tempi che cambiano. Anche noi viviamo in un Appennino diverso rispetto a quello di 50 anni fa, le cose comunque mutano quindi dobbiamo adeguarci in un modo costruttivo senza lamentarci e guardare al passato. Il potere politico non è nei municipi o nei confini, ma nelle mani di chi amministra (eletto dalla popolazione). Se, come come sostiene Lei, a Ramiseto ci sono potenzialità enormi possono essere espresse sia nella fusione che nell’Unione, non si capisce il perchè le potenzialità, ad esempio di un azienda, possono essere limitate da un sistema di amministrazione. Secondo la sua logica le potenzialità e le ricchezze dei Comuni del parmense che si sono fusi sono andatte perse e cancellate?
(Commento firmato)
Quoto il commento di Cerri e aggiungo che insistere nel dire che saranno cancellate le identità con la fusione è fuori luogo. Qual’è un esempio concreto di come si verificherà tale cancellazione?
(Max)
Signor “Max”, ci sarebbe un elenco infinito per fare esempi di come si verificher la cancellazione dei Comuni se si fa la fusione, faccia lei degli esempi concreti per come non verranno cancellati i Comuni con la fusione. Riguardo al signor Fabio Cerri, nessuno pensa che lasceranno un comune di 1.200 abitanti tranquillamente autonomo, mi dispiace solo che non venga mai presa in considerazione l’unione con Castelnovo e che venga descritto come se fosse una belva feroce quando, per la minima sciocchezza, ci si deve proprio recare a Castelnovo e non a Busana o Cervarezza. Saluti.
(PF)