"Da almeno qualche settimana, ma sicuramente anche di più, la sbarra che impedisce l'accesso ai Prati di Sara ai mezzi motorizzati non autorizzati è senza lucchetto. E' inutile dire che i Prati di Sara sono uno dei luoghi più belli e significativi del nostro Parco nazionale, ma dove non è difficile vedere in tutte le stagioni mezzi motorizzati che circolano non certo per motivi di sicurezza o di lavoro. Di controlli non ce ne sono (così almeno pare, visto che chiunque può entrare) e le disposizioni per impedire l'accesso ai mezzi non motorizzati sarebbero di competenza del Comune. Intanto il lucchetto non c'è".
Questo segnala alla nostra redazione - la quale diffonde - Carlo Possa.
Speriamo che le istituzioni intervengano immediatamente a ripristinare sbarra e lucchetto, ma soprattutto a controllare costantemente i gesti di inciviltà.
(Rossella Ognibene)
Non so di chi sia la competenza della sbarra di accesso ai Prati di Sara, con annesso lucchetto, e nemmeno di chi la pertinenza della sua gestione. Mi è financo sconosciuto chi può utilizzare o meno la chiave. Quello che invece mi è assolutamente chiaro e certo è che utilizzare mezzi a motore non “per motivi di sicurezza o di lavoro”, come afferma Carlo Possa, per scorrazzare in quei luoghi come in tanti altri, è davvero da imbecilli. Lo affermo da appassionato endurista da oltre 40 anni e soprattutto da delegato provinciale della Federazione Motociclistica Italiana; un conto è combattere “battaglie” per affermare sacrosanti diritti, come il ricorso vinto contro il comune di Quattro Castella e non di meno accettare doveri, e la recente approvazione della legge regionale sulla rete escursionistica credo ne sia inequivocabile conferma, un altro è “violentare” luoghi incontaminati come, per l’appunto, i Prati di Sara. L’enduro è uno sport meraviglioso, ma tale è e soprattutto deve rimanere senza superare una certa “linea”; la fascia pedecollinare e collinare, financo il basso crinale, consentono e permettono di vivere questo sport con assoluto appagamento senza necessariamente sentirsi “grandi” solo per, ad esempio, aver girato nei Prati di Sara o essere saliti sulla vetta del Prampa. Purtroppo questo avviene, duole sottolinearlo, anche per la totale assenza di controlli da parte degli enti preposti; questo ingenera la pessima e insana abitudine, o consapevolezza, di potere comportarsi a proprio piacimento e senza regole. Cosa questa è inaccettabile e ingiustificabile.
(Paolo Comastri – delegato provinciale FMI)
Io ricordo che, ancora non patentato, potevo raggiungere zone impervie con i fuoristrada, una allegra compagnia di mio padre. E’ poi sopravvenuto il mondo civilizzato, il benessere, certamente il fuoristrada prima, il SUV ora, sono diventati per tanti, per cui è dovuta subentrare una regolamentazione degli accessi. Oltre a proibire, sacrosanta decisione, suggerirei però di pensare anche a come fare vedere questi bellissimi paesaggi a chi a piedi non può andarci, magari qualche navetta poco inquinante, al servizio di chi potrebbe apprezzare le nostre meraviglie, senza dovere espatriare per le vacanze, verso altri paesi più organizzati nel rendere raggiungibili mete ambite. Proibire e basta significa privare, la cosa più facile.
(Francesco Casoli)
Vorrei rispondere al signor F. Casoli, a me piacerebbe scalare il Nanga Parbat, l’Annapurna ma non ho le doti alpinistiche adatte, pertanto mi accontento di vedere le foto di queste meravigliose montagne, leggere i libri di Messner e… sognare. Voglio dire che se non si possono vedere certi ambienti naturali pazienza (d’altra parte non si può essere in ogni luogo). L’importante è salvaguardare le bellezze naturali e consegnarle ai posteri come atto dovuto.
(Laura Bertani)
Peccato, signora, che sei lei paga trova di certo chi la carica su un mezzo (dal mulo all’elicottero) e la porta anche sull’Everest. Lei penserà di avere violato una bellezza naturale mentre loro avranno incentivato il turismo. Oggi esistono mezzi elettrici, a basso inquinamento (inquina anche una persona a piedi), che permetterebbero a chiuuque di apprezzare ancor più il nostro bell’Appennino e pertanto trovo l’affermazione del signor Casoli corretta.
(MC)
MC, credo che se si organizzassero bus navetta per portare ai rifugi o sul crinale bambini, invalidi o anziani nessuno avrebbe nulla da dire in contrario, diverso è il discorso sbarra aperta e “libera tutti” con la gente che fa un po’ quello che gli pare. Quanto poi equiparare i pedoni (esclusi gli stupidi che lasciano rifiuti in giro) all’inquinamento di suv e quad e trial vari, beh, mi pare un affermazione un po’ insensata, più o meno quanto pensare di salire in vetta con mezzi elettrici che a malapena funzionano in pianura e con mediocri autonomie. Detto questo mi ripeto, ben venga un servizio navetta per chi non può salire in quota per i più disparati motivi, ma non per andare in macchina fino dentro al bosco a funghi o per evitare a qualche sfaticato di fare una bella passeggiata per arrivare in vetta (passeggiata che tra l’altro è il modo migliore per godersi le bellezze del crinale).
(Ty)