Accordo per bruciare rifiuti di Reggio a Parma? Lo afferma un comunicato dell’associazione parmigiana Millecolori: “Dalla stampa abbiamo appreso che il termovalorizzatore di Modena potrebbe liberamente ricevere rifiuti da ogni parte di Italia. A questo punto sono lecite alcune domande:
1) sarà quello il destino del termovalorizzatore di Parma?
2) Modena e Parma saranno gli impianti di smaltimento dei rifiuti di Reggio Emilia?
3) lo smaltimento di rifiuti extraprovinciali rientra nelle linee politiche del Sindaco Pizzarotti e dell’assessore reggiano Tutino, con affossamento dello slogan “affameremo il forno”?
4) perché il Sindaco di Parma anziché chiedere ed ottenere la Vice-Presidenza di IREN per l’amico Bagnacani (quello che è stato nominato nonostante non si fosse ridotto gli emolumenti, in barba alle dichiarazioni –proclami dei M5S) non ha preteso che nel piano industriale di IREN venisse previsto il divieto di smaltimento nell’impianto di Parma dei rifiuti urbani provenienti da altre province?
Sull'argomento interviene Mirko Tutino, assessore all'Ambiente della Provincia di Reggio Emilia che dichiara che "non è la prima volta che le scelte del territorio reggiano vengono utilizzate per aprire polemiche nel dibattito politico sull’inceneritore di Parma e, come in altre occasioni, veniamo citati senza troppo rispetto. Il rispetto che sarebbe dovuto ad un “vicino di casa” che per 15 anni si è occupato della risoluzione del problema rifiuti di Parma. Mentre a Parma si discuteva, infatti, gli impianti reggiani hanno evitato l’emergenza rifiuti alla città ducale. Nel momento in cui a Reggio Emilia abbiamo dovuto ripensare il sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti, tuttavia, non abbiamo fatto valere questo dato e non abbiamo proposto nessun utilizzo del nuovo inceneritore di Parma (o di Modena) per lo smaltimento dei rifiuti reggiani. Prima di passare le competenze alla Regione abbiamo pianificato lo sviluppo di un servizio di raccolta capace di raggiungere e superare il 70% di differenziata, riducendo sotto le 100 mila tonnellate annue il rifiuto residuo da trattare con il meccanico-biologico (Tmb). Non ci siamo accontentati di un Tmb ordinario (che avrebbe prodotto combustibile da rifiuti per inceneritori) ma abbiamo coinvolto competenze di rilievo nazionale ed internazionale che ci hanno consentito di migliorare l’impianto e renderlo una vera e propria “Fabbrica dei materiali” che non necessita di un inceneritore. Stiamo concludendo la progettazione definitiva dell’impianto e, in accordo con il gestore, daremo seguito alle scelte compiute. In questi tre anni in provincia di Reggio il porta a porta ha raggiunto 100 mila nuovi cittadini ed in queste realtà si è passati da oltre 200 kg/abitante di rifiuti indifferenziati a quantità comprese tra i 70 ed i 110 kg. Questi fatti trovano conferma anche negli atti approvati dalla Provincia e dai Comuni reggiani. A giugno scorso, per esempio, Provincia e Comune di Reggio Emilia hanno inviato alla Regione le proprie osservazioni al documento preliminare del Piano regionale rifiuti chiedendo – nel rispetto delle normative europee – di estendere il porta a porta a tutte le aree urbane e di pianura entro il 2020 (come stiamo facendo a Reggio) e di inserire un pre-trattamento di qualità in tutta la regione. In questo modo sarà possibile chiudere le discariche ed avviare un piano per la graduale disattivazione degli 8 inceneritori presenti in Emilia-Romagna. Non è nostra abitudine 'spostare i problemi' sui vicini, i commentatori parmigiani possono pertanto stare tranquilli", conclude così la missiva l'Assessore all’Ambiente della Provincia di Reggio Emilia.
Una piccola postilla: chiedete ai parmigiani o parmensi ed hai loro amministratori dove hanno portato e smaltito i rifiuti nell’ultimo ventennio. Penso e ne son certo che sia andato tutto fuori provincia. O no?
(Ettore Magnani)