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La paura di entrare in relazione

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pauraSi possono instaurare rapporti superficiali, che non spaventano e non coinvolgono emotivamente. Ma entrare in relazione intima con qualcuno suscita paura. Per relazione intima non si intende necessariamente una relazione sessuale. È possibile un rapporto fisico senza coinvolgimento emotivo. Scoprirsi e mostrare se stessi all’altro fa molta paura e spinge ad indossare maschere. La perdita della spontaneità suscita dolore nell’individuo che si sente poco autentico e talvolta spersonalizzato. Nello sviluppo si imparano comportamenti adattivi che permettono di sopravvivere, si indossano maschere all’occorrenza utili a farsi accettare. Il compiacimento cela un profondo bisogno di approvazione. Vi è la convinzione distorta che se non ci si assoggetta al volere dell’altro, se non si dice sempre sì, l’altro ci abbandonerà e non riceveremo più amore. Quando c’è una forte insicurezza e scarsa autostima la persona mette in costante dubbio il proprio valore e cerca conferma e riconoscimento nell’altro. Mi approvi ergo sum, se tu mi riconosci allora esisto. Le persone che dipendono dall’approvazione altrui temono di restare sole, hanno paura che ci sia qualcosa di sbagliato in loro e fanno di tutto per compiacere e farsi ben volere, pagando un prezzo altissimo: la rinuncia a essere se stessi. Alla lunga la paura ha il sopravvento, l’individuo è perennemente insoddisfatto, sente di non potersi mai lasciare andare, obbedisce ad un imperativo categorico severo e rigido che impone regole, sancisce protocolli comportamentali finalizzati a essere ben accetti, lodati, amati. L’idea di fondo irrazionale è che se egli si farà vedere per ciò che è veramente verrà sicuramente disapprovato e di conseguenza abbandonato. La forma pensiero più frequente è “ E SE POI…?”. La paura di giocarsela tutta nella relazione porterà la persona a rinunciare a entrare in relazione o a subire l’altro e le scelte altrui. Pena il sentirsi in colpa se non lo fa. Spesso c’è vergogna per come si è o meglio si pensa di essere, poiché fondamentalmente chi è vittima della paura crede di valere ben poco. Da un lato c’è un bisogno estremo di sentirsi amati e rassicurati. D’altra parte c’è anche la paura di essere amati. Si è convinti di non meritare amore.

2 COMMENTS

  1. Credo che questa analisi di Ameya sia talmente condivisibile e lucida, nel senso più pieno del termine, da non avere bisogno dell’aggiunta di una sola parola. Descrive perfettamente un circolo vizioso di cui moltissime persone sono vittime: non entro in relazione con l’altro perché questo mi difende, ma il non entrare mai in relazione con l’altro mi provoca un dolore e un senso di solitudine da cui non riesco a difendermi. Vorrei che chiunque regalasse un minuto di riflessione a questo pensiero. Da parte mia, per il momento, ringrazio di cuore.

    (Morena Silingardi)

    • Firma - MorenaSilingardi