Donazioni di sangue vietate a chi ha trascorso anche una sola notte nella provincia di Reggio Emilia. Perché il territorio reggiano, dal passo del Lagastrello alla bassa è infestato dalla zanzara tigre, che diffonde la febbre del Nilo, il virus West Nile. Ma attenzione: i reggiani continueranno a donare, perché per chi abita nei territori a rischio sono stati predisposti controlli stringenti dopo la raccolta del plasma.
Il ministero della salute ha emanato una circolare, inviata a tutti i centri Avis d’Italia, che vieta donazioni da parte di persone che hanno soggiornato o soggiorneranno nel reggiano anche solo per una notte fra il 1° luglio e il 30 novembre 2013. Un divieto che non vale solo per Reggio Emilia, zanzare portatrici della malattia sono infatti arrivate anche in diverse altre province. L’ordinanza riguarda anche i territori di Treviso, Venezia, Matera, Bologna, Modena, Parma, Ferrara, Rovigo, Verona e le regioni Friuli e Sardegna. Stop anche alla donazioni di chi viaggia in Albania, Austria, Algeria, Bosnia, Croazia, Russia, Grecia, Israele, Kosovo, Montenegro, Palestina, Macedonia, Romania, Serbia, Slovenia, Tunisia, Turchia, Ucraina e Ungheria. La sospensione vale per i 28 giorni seguenti il ritorno dall’aria a rischio.
Chi abita in una delle due regioni o nelle nove province elencate, però, può continuare a donare, perché le autorità hanno organizzato controlli per prevenire problemi. Reggio sta inviando campioni di ogni singola sacca donata ad un laboratorio di Bologna, per verificare che neppure una goccia di sangue contaminato possa essere usato per le trasfusioni. Bloccare la raccolta di sangue causerebbe grossi problemi agli ospedali, meglio analizzare tutto.
Intanto però il problema si sta allargando. Proprio questa settimana il virus è stato trovato anche nel piacentino, arrivato certamente dal parmense e nel parmense arrivato dal reggiano.
La maggioranza delle persone infette non mostra alcun sintomo. Circa il 20% presenta invece sintomi leggeri assimilabile ad una comune influenza e curabile con normali antibiotici. Ci sono i casi in cui il virus attacca a livello neurologico. I sintomi più gravi si presentano statisticamente in una persona su 150 infettate: febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti.
(fc)
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Riportiamo anche il comunicato ufficiale diffuso oggi dall'Azienda Usl di Reggio Emilia
Le direzioni dell’Azienda Usl e dell’Azienda ospedaliera Santa Maria Nuova informano che si è registrato in provincia di Reggio Emilia il primo caso di malattia conclamata di West Nile Disease, infezione virale trasmessa attraverso la puntura di zanzara e che ha l’uomo tra i possibili ospiti finali, assieme al cavallo.
Il paziente, un uomo di 73 anni residente a Casalgrande, attualmente ricoverato all’Ospedale Santa Maria Nuova, con diagnosi confermata dagli esami di laboratorio, presenta importanti sintomi neurologici: non è al momento in pericolo di vita, ma è possibile, come dimostrato da altri casi, che la guarigione richieda tempo.
La malattia non può essere trasmessa da uomo a uomo mediante contatto diretto o indiretto, ma solo attraverso la puntura di una zanzara infetta.
Nella stragrande maggioranza dei casi l’infezione è asintomatica, in alcuni casi produce una sintomatologia simil-influenzale (febbre, mal di testa, nausea e vomito) che tende ad una guarigione spontanea entro pochi giorni.
In rari casi, in particolare in persone anziane debilitate o immunodepresse, possono aggiungersi gravi complicazioni neurologiche, quali meningite o encefalite.
Dal 2009 nella nostra provincia, come in tutta la Regione Emilia-Romagna, è attivo un sistema di sorveglianza delle malattie trasmesse da zanzare e pappataci, che prevede, oltre ai raccomandati interventi di disinfestazione periodica il monitoraggio (e, laddove possibile, la cattura) di zanzare e uccelli selvatici che sono i serbatoi del virus.
Per rafforzare la vigilanza e la tempestività della diagnosi, nei giorni scorsi tutti gli operatori sanitari sono stati allertati attraverso indicazioni diffuse dal Dipartimento di Sanità Pubblica.
Come già anticipato nel comunicato stampa del 9 agosto scorso, la migliore misura di prevenzione della malattia di West Nile consiste nell’evitare le punture di zanzara con la protezione personale dagli insetti soprattutto nelle ore serali-notturne.
All’interno degli edifici il metodo più efficace è l’utilizzo di zanzariere applicate a porte-finestre e finestre o direttamente sul letto; in alternativa, è possibile utilizzare, sempre con le finestre aperte, zampironi o apparecchi elettro-emanatori di insetticidi liquidi o a piastrine.
Nei luoghi all’aperto dovrebbero essere indossati indumenti di colore chiaro che coprano il più possibile (con maniche lunghe e pantaloni lunghi). Vanno evitati i profumi, le creme e i dopobarba in quanto attraggono gli insetti.
Un buon livello di protezione è assicurato dall’uso di repellenti cutanei per uso topico (direttamente sulla pelle). Questi prodotti vanno applicati sulla cute scoperta, compreso il cuoio capelluto. Occorre ripetere il trattamento dato che i prodotti evaporano rapidamente e vengono eliminati con la sudorazione. Nell’uso di questi prodotti bisogna seguire scrupolosamente le indicazioni riportate sulla confezione e va adottata grande cautela con i bambini o su pelli sensibili; possono essere invece spruzzati sui vestiti per aumentarne l’effetto protettivo. Queste misure sono particolarmente raccomandate per anziani e bambini.
Per i cavalli, oltre alle sostanze repellenti ed insetticide, esiste la possibilità di vaccinazione da richiedere al proprio veterinario.