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La vita ordinariamente bella che ci circonda!

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Casa de los Niños, Bolivia, 10 agosto 2013

 

 

La Casa de los Niños, vista dall’esterno, corre spesso il rischio di essere giudicata fuori dagli schemi. A volte è proprio così, anche perché, quando raccontiamo qualcosa della nostra vita, della vita dei nostri bimbi, mettiamo in luce esperienze, episodi e particolari che ci colpiscono, generati spesso dal dolore innocente.

 

Che dire di questi giorni? Dire semplicemente che sono a letto ammalato.

Non mi era successo da 10 anni in qua. Un forte raffreddore, e un mal di gola insopportabile. Le ossa rotte. Forte emicrania. Febbre, tosse. Impossibile dormire. E’ dovuta venire una dottoressa a casa, una amica pediatra. Ricorrere ad un’iniezione di penicillina e a un po’ di riposo. Il recupero è ancora in corso.

Agosto, mese del vento e degli aquiloni, significa la fine dell’inverno, a queste latitudini. Il clima è buono, non fa mai freddo, solo basta stare un po’ attenti al mattino e alla sera. L’escursione termica, infatti, oscilla tra i 5 e i 25 gradi, durante il giorno. Ma se ci si trascura un attimo si corre il rischio che il fisico ceda. E così è successo.

E allora il ritmo della vita quotidiana frena un po’.

E allora, invece di parlare dei nostri bimbi ammalati, eccomi in veste di ammalato, eccomi ad aver bisogno di aiuto e di cure.

E allora, in questa veste insolita, c’è pure il tempo di guardarsi attorno, magari dalla finestra della stanza da letto, e c’è pure il tempo per fare qualche passeggiata in più in giardino.

 

La nostra cittadella è bellissima... Si stira a lucido sotto l’azzurro terso del cielo. Che fortunati siamo noi a goderne!

Da mesi non piove, perché qui in inverno non piove quasi mai, ma la vegetazione attorno riesce a reggere, con le riserve sagge della natura, a questa mancanza, anche se i toni del verde sfumano sul giallo. La natura non è sprecona!

colibri (1)

Il piccolo colibrì , anche lui dalle piume gialline, incomincia presto al mattino la sua danza forsennata in cerca di nettare, da un fiore all’altro del pruno silvestre che è il primo a risvegliarsi dalla quiete dell’inverno. Anche l’occhio è sveglio, ma la macchina fotografica non fa in tempo a riprendere una frazione di questa sua danza: quanti battiti d’ala in un secondo? E sorge spontanea un’altra domanda: quanti battiti d’amore per nutrire il cuore dell’uomo?

...

Sorprende la distesa del nostro campo di calcio invasa da squadre di uccelli: centinaia e centinaia! E siamo in città! Ma qui si sentono al sicuro e atterrano felici sull’erba dai toni gialli. Giocano la loro partita mattutina, la partita del cibo: è infatti l’ora della merenda o forse della colazione. Sono ben divisi. I piccoli usignoli da una parte. usignolo I tordi, più grandi, dall’altra. Non si mescolano e si rispettano. tordo bottaccio 5 La loro partita immaginaria finisce sempre con un pareggio: tutti soddisfatti perché c’è cibo sufficiente per tutti. Anche in questo la natura è onesta e maestra. In mezzo ai tordi fanno comparsa, ogni giorno, una decina di pappagallini neri.  pappagallino neroVivono qui con noi da sempre, e non si moltiplicano molto, ma neppure spariscono. I loro nidi  in cupola di fango, sull’alto jajarandá. E sono proprio una bella presenza, anche coi loro suoni caratteristici.

Appare improvvisamente un cane randagio, che attraversa il campo, e allora via di corsa a prendere il volo: si sfumano le due squadre, divise sugli alti eucalipti che fanno da corona al campo di calcio. Non si scuotono i rami degli alberi all’adagiarsi del peso di quelle due squadre. C’è grazia, armonia e intesa nel movimento degli uccellini. E gli alberi sono un rifugio sicuro e gratuito. In poche settimane si riempiranno di nuovi nidi e di nuove vite. Ogni specie è protagonista in questa sinfonia della vita che si rinnova.

Se ne va sonnolento il cane randagio in cerca di qualche avventura, al suo posto arrivano alcune rondini, gioiose annuncio della primavera, ormai prossima. Le rondini non atterrano, ma si divertono in spericolate piroette, come se fossero gli arbitri delle due squadre di uccelli nel campo di calcio.

 

...il ritmo della vita attorno continua a scorrere normalmente. La gente va al lavoro, i bimbi a scuola. Quasi nessuno conosce la Casa de los Niños, nascosta dietro il fosso e gli alti alberi. Neppure noi, che ci siamo immersi, ci rendiamo conto della bellezza e della normalità che ci circondano, regali di una natura silenziosa e umile.

 

Ma è l’ora di tornare a letto e di riprendere il ruolo di ammalato.

 

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