Una poesia di Simona Sentieri parte di una raccolta in corso di realizzazione dal titolo "Parolepipedi e altre forme", ovvero righe di poesie scritte su quadreni a righe, a quadretti e su carta di giornale. Si tratta di poesie sempre ispirate ai colori e alle forme, scandite e ripetitive, che sono una riflessione ossessiva dei propri dubbi e monologhi coi propri pensieri nelle cose quotidiane. "Sostengo che l'arte - spiega Simona a Redacon - la si ritrovi nel quotidiano, anche in un pezzo di carta buttato via che il vento porta sotto una tua scarpa, la malinconia come la gioia non stanno solo in un cielo stellato o in un bel tramonto, ma anche nelle situazioni casuali e banali... e il nostro immaginario puó rendercele straordinarie, basta lasciar fuoriuscire la propria sensibilitá".
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ROSSE LACCATE LUCIDE
Mi fanno impressione
quelle scaffalature di ferro
davanti ai negozi
che mostrano
file di scarpe
in offerta speciale...
mi ricordano
quando un tempo
i macellai esponevano
i polli spennati
o i prosciutti in fila...
scarpe
abbandonate cosí
al loro destino,
una sola scarpa per paio,
scarpe in vendita
per persone
con una gamba sola...
amputata ...?
scarpe di morti ?
scarpe morte...
come i polli spennati
e implorano
“comprami...comprami...
sono fatta di buon materiale
e costo poco...sono un affare..”.
io sento il loro pianto...
la loro solitudine
di non essere state scelte...
di essere antiquate...
avanzate...
cosí malinconiche...
perdute....
mi fanno tenerezza...
dimenticate negli scaffali
senza adozione...
una sorta di canile...
uno scarpile
mi avvicino e non resisto...
le accarezzo lieve
con la punta delle dita...
quell’offerta di avanzi
di magazzino...ma poi che
fine faranno...dopo ???
una volta ne ho comprato un paio,
ma, si sa, nelle offerte non
c’é mai il mio numero...
erano strettissime e le ho
tenute come soprammobile
sulla mia libreria
insieme ai miei libri...
erano rosse laccate, con
una zeppa altissima
quando le zeppe alte
non se le metteva piú nessuna...
e una scarpa di qua e una di lá
dalla fila mi facevano
da perfetti fermalibri
rossi..
poi un giorno ho fatto trasloco...
e le ho perdute
quelle mie scarpe laccate rosse
con la zeppa alta
che non ho mai potuto indossare,
quelle mie scarpe laccate rosse
che hanno vissuto
tra poeti e scrittori e artisti e fotografi
nella mia libreria
e li tenevano uniti
come in un lungo passo...
e mi immaginavo tutti quegli
artisti che se ne andavano
a passeggio dietro un paio
di scarpe da donna
laccate rosse
con la zeppa alta...
voglio pensare che
un giorno le rivedró
camminando per la strada...
rosse laccate lucide
provocanti e colte
andarsene per il mondo...
a zeppa alta...!
(Simona Sentieri)
Mi è piaciuta molto, mi ha ricordato quando bambina vedevo nelle cose che mi circondavano non le cose in quanto tali e specifiche per il loro uso, ma le riempivo di significati e fantasie. Roger McGough ha scritto poesie così, personificazioni del nostro vivere, e visioni fanciullesche. Brava Simona.
(Antonella)
Oh, Simo, che bella! Anche a me le scarpe buttate lì, in un cesto, alla rinfusa, danno l’impressione che siano abbandonate al loro destino, che nessuno le voglia. Sembrano dire: “Ma comprami, sono ancora buona, sai? Farai ancora tanti passi con me ai tuoi piedi, ti prego, abbi fiducia”. Allora, mi farei convincere e chissà, potrei avere delle sorprese…
(Claudia)