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Attenti a quella (bella) strada

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"Occorre proprio dire che la crisi ha colpito duramente i comuni togliendo loro ogni risorsa possibile e forse anche… qualcos’altro.  Nel caso del Comune di Vetto questo è maggiormente evidente e vi do qui alcuni esempi". Chi scrive è un lettore, Enzo Fontana.

BirilloChe spiega: " La strada che corre da Rosano fino a Buvolo ha subito gravi frane nel tratto che va da Legoreccio fino a Buvolo, ma poco prima del Castellaro si è aperto un piccolo buco in una curva, buco prontamente rilevato dagli operatori addetti che, prima, vi hanno messo un jersey per segnalarlo e poi, a seguito del suo ingombro e forse boicottato da qualcuno, lo hanno asportato sostituendolo con un cono fissato a terra con un tondino (foto), cono che resiste ormai da oltre tre settimane. Il “buco” ha un diametro di 40 cm. e con una carriolata di ghiaia poteva e può essere riempito, ma evidentemente le risorse comunali non lo permettono".

Prosegue il lettore: "Anche per la segnaletica mancano i mezzi perché, in prossimità del Castellaro e prima della nota locanda, il limite dei 50 è stato messo, ma con un segnale che  ne indica la  fine  e non l’inizio mentre dall’altra parte, all’uscita del borgo, non vi è traccia della fine del limite stesso. Non parliamo poi della segnaletica orizzontale perché di strisce bianche a terra non se ne vede neppure l’ombra e questo in una  strada piena di curve dove, per chi non è pratico, in caso di nebbia o forte maltempo è facile precipitare nelle scarpate che fiancheggiano pericolosamente tutto il tratto".

Castellaro"Dobbiamo però rilevare che per le frane il Comune sta lavorando - sempre parole di Fontana - e ormai la strada è stata resa agibile e speriamo anche che presto vengano ultimati i lavori, in corso da due anni, presso la chiesa di Crovara per la creazione di un punto di ristoro e di guida all'interessante cascata del Tassaro che porta le sue acque nel Tassobbio. Per inciso ricordo che questa via è di origine matildica; lungo di essa si snodavano i possedimenti dei Conti da Palude, feudatari di Matilde, ed è piena dei loro richiami (la rocca della Crovara, la bellissima villa in sasso dei Da Palude a Legoreccio, la vicina casa della dogana, la casa padronale dei Da Palude a Pineto con i sotterranei e le prigioni), oltre alla bella chiesa settecentesca  di S. Stefano ed il bellissimo panorama che da essa si gode (la Pietra di Bismantova, il Ventasso,  la conca e la parte nord di Castelnovo ne' Monti)".

Conclude il lettore: "Per raggiungere Castelnovo questa via è un’alternativa molto bella ed interessante e la raccomando a tutti coloro che amano il verde e la natura (boschi e verde infiniti, caprioli, lepri, pernici, istrici) ed anche la buona tavola perché lungo di essa ci sono ben  cinque trattorie dove il buon cibo, la quiete e l’aria pura completano 'l’offerta' turistica".

 

1 COMMENT

  1. Sarò epicurea, cioè dedita al godimento dei beni materiali e che considera fine della vita la soddisfazione dei piaceri, ma per me questa zona è innanzitutto il “distretto del tortello”. Tanto di cappello agli amanti della natura e della storia, impegnati a tener vive piccole cose locali che conferiscono ai luoghi la loro traballante “identità”; o forse, pensandoci bene, qui i tortelli sono più buoni perchè fatti e consumati in un contesto ricco di storia ed in un ambiente bello e incontaminato?

    (G. Mariastella)

    • Firma - G.Mariastella