Riapre la statale 63, principale arteria del territorio montano, che dalla Toscana risale al Passo del Cerreto e arriva nel cuore dell'Appennino reggiano. Era dall'11 novembre scorso che la statale era di fatto interrotta da Pallerone a Rometta a causa del crollo del ponte di Serricciolo, in località Sannaco di Quercia. Una frattura molto pesante per il crinale che finalmente viene sanata. La "63", infatti, costituisce l'unica via di transito di una certa importanza utilizzabile dai veicoli e dai mezzi pesanti diretti dall'autostrada della Cisa verso le zone della Garfagnana e del Cerreto e quindi, svalicando, verso il crinale reggiano del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano.
La riapertura viene accolta con una festa di tutte le comunità che si ritroveranno domani, mercoledì 31 luglio, alle ore 18, a Rometta nella Piazza dei Parchi. Quella stessa piazza, realizzata dal Maestro Cascella, che nella sua stessa fattezza artistica rappresenta l'unità del territorio. Alla cerimonia parteciperanno, tra gli altri, sindaco di Fivizzano, Paolo Grassi, il presidente del Parco nazionale, Fausto Giovanelli, e i rappresentanti dell'associazione Lunigiana Amica.
"La statale 63 – spiega il presidente Giovanelli – è un'infrastruttura strategica per il territorio e per il Parco nazionale. Prima della chiusura del ponte di Serricciolo avevamo registrato un aumento consistente nel transito di turisti, soprattutto stranieri, camperisti, motociclisti e bikers. Attraversamenti del territorio che segnavano sicuramente un dato positivo e incoraggiante per il crinale. Una conferma alle rilevazioni da noi effettuate sul sito web del Parco che indicano un sempre maggiore interesse per i due versanti di crinale, toscano ed emiliano. Purtroppo i cartelli gialli di "strada interrotta" hanno scoraggiato questi flussi. Ora che la statale 63 viene ripristinata è necessario operare tutti insieme a finché le opportunità dei nostri territori vengano espressi al meglio".
Ottima notizia. Complimenti ha chi ha fatto il suo dovere. Mi domando però, se per i motivi esposti nell’articolo: che la ss 63 “costituisce l’unica via di transito di una certa importanza utilizzabile dai veicoli e dai mezzi pesanti diretti dall’autostrada della Cisa verso le zone della” ecc.. ecc.. ecc.. e la frana di Collagna?… Ci sono progetti?
(G.B.)
Questa si chiama efficienza, quasi come la Regione Emilia-Romagna…. Forse l’Anas non è poi uguale dappertutto.
(Benny)
Tanto di cappello per i nostri vicinanti toscani che sono riusciti a ripristinare il tratto di 63 crollato nell’arco di circa 8 mesi (in Toscana la burocrazia non esiste?). A questo punto mi sorgono un paio di domande:
– come mai per il ripristino della frana del Piagneto sono passati anni e non si vede ancora nulla?
– quando si parla di “…maggiore interesse per i due versanti di crinale: toscano ed emiliano” lo volete capire che se vogliamo portare turisti sulla nostra stupenda montagna sono NECESSARIE le vie di comunicazione?
Dovete ricordarvi che la SS 63 non termina a Castelnovo ne’ Monti ma prosegue per circa 30 km verso il passo del Cerreto. In questo periodo di maggiore afflusso sarei proprio curioso di sentire i commenti dei turisti in merito allo stato disastroso in cui verte il tratto di strada che indicato.
Meditate, gente, meditate.
Cordialmente.
(Un collagnese)
Finalmente! Da parecchio tempo seguo dalle pagine online de “IL TIRRENO” l’evolversi della situazione e ora finalmente un sospiro di sollievo, stanco di prendere uno dei due “slungoni” che passano si per graziosi paesini ma che faccio volentieri a meno di andare ad intasare. Sarebbe ora che anche la frana di Piagneto venisse ripristinata. Comunque grazie a chi si è prodigato per il ponte di Serricciolo.
(lucibill)