Doppio appuntamento, da non perdere per tutti gli appassionati delle espressività artistiche più originali, quello che il festival Arteumanze 2013 propone nella giornata di venerdì 26 luglio nei comuni di Carpineti e Villa Minozzo.
Scoprire e riascoltare parole antiche che, srotolandosi da una balla di fieno, raccontano della vita e del lavoro, della socialità e delle comunità dell’Appennino, e rianimare una stalla di capre riempiendola di bambini che assisteranno ad uno spettacolo di burattini succede solo in ArteUmanze, la grande mostra di “land art” dislocata nella galleria naturale dell’Appennino reggiano tra i comuni di Baiso, Casina, Busana, Collagna, Ligonchio, Carpineti, Castelnovo ne’ Monti, Ramiseto e Villa Minozzo, giunta quest’anno alla sua terza edizione. Un vero e proprio festival della creatività che comprende ventisei installazioni biodegradabili a cielo aperto ad opera di diciannove artisti della montagna e una serie di eventi collaterali, tutti rigorosamente a km zero. Un’iniziativa che vede partner per il secondo anno consecutivo il Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano e che ha ottenuto il sostegno, oltre che dei comuni interessati, della Provincia di Reggio Emilia, della Comunità montana, del Consorzio di Bonifica dell’Emilia centrale, del Consorzio del Formaggio del Parmigiano Reggiano, del Consorzio Conva, e la collaborazione di IdeaNatura.
Si comincia venerdì alle ore 18 nel suggestivo e panoramico spazio ai piedi del Castello di Carpineti dove andrà in scena “Le parole scomparse”, performance sui dialetti dell’Appennino reggiano condotta da Normanna Albertini e Savino Rabotti, con intermezzi musicali di Anna Palumbo. Lo spettacolo prende spunto dall’installazione “Rotoballa delle parole scomparse” allestita da Francesco Genitoni, che presenta così la sua installazione: “Da una rotoballa di fieno come da gigantesca pergamena antica si srotola un foglio con scritte parole scomparse. Parole a lungo vive, vivaci, poi sparite dall’uso per superiori ragioni storiche, economiche, culturali”. “La Rotoballa delle parole scomparse - conclude Genitoni - vuole indicare una strada di possibile salvezza per parole espressione originale di vita e cultura d’Appennino”. Da segnalare, alle ore 17.15, la possibilità di una visita straordinaria al castello guidata dagli operatori di IdeaNatura (al costo d’occasione di 1 €). Un sopralluogo che consentirà di conoscere la storia dell’antica fortezza e di godere, oltre che della vista dall’alto della Rotoballa delle parole scomparse, di un colpo d’occhio davvero “da falco” sull’Appennino e sulla circostante pianura reggiana e modenese.
La giornata prosegue alle ore 21 a Villa Minozzo presso l’Azienda agrituristica Made in ROV di Graziano Malvolti con un “teatro di stalla” animato da burattini a cura di Graziano Malvolti e Benedetto Valdesalici. “La stalla fu da sempre il centro della vita e della socialità contadina – racconta Valdesalici - Nei lunghi e rigidi inverni le donne trascorrevano nella stalla le serate lavorando a maglia o intrecciando vimini, mentre gli uomini raccontavano fole, satire, maggi e leggende ai bambini che, incantati dalla narrazione e dall'afrore animale, si addormentavano sulla paglia”. “Per tutte queste ragioni – prosegue - la stalla è stata all'origine la culla naturale del teatro, almeno fino alla prima parte del secolo scorso. Poi la frequentazione delle stalle è scomparsa e tra i 'bambini d'appartamento' gira voce che il latte nasca nei cartoni e le mucche siano viola, come quelle della pubblicità”. “Da queste considerazioni – conclude - nasce il nostro Teatro di stalla: per divertirci insieme in un contesto da tempo abbandonato ma anche per prevenire fobie e preconcetti verso gli animali”.
Info: www.conva.it