Riceviamo e pubblichiamo.
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La Provincia di Reggio Emilia risponde palesando finalmente il ruolo marginale, e pressoché ininfluente, di Arpa nel controllo della gestione della discarica di Poiatica. E' infatti sempre e solo Iren a farsi garante della veridicità delle certificazioni che accompagnano i rifiuti speciali da conferire in discarica, compreso il biostabilizzato, sul quale si continua a tacere il nome degli impianti in cui viene prodotto quello di origine extraprovinciale.
Dobbiamo supporre che arrivano forse da impianti già finiti alla ribalta delle cronache come quello di Massa Marittima, il Cermec? Che c'è sotto per non volerne fare il nome?
Questo silenzio è assai curioso, accompagnato dalle omertose dichiarazioni del sindaco Montemerli, che, sollecitata più volte a spiegarsi sulla natura del biostabilizzato utilizzato per il capping in discarica, ha sì accennato a fastidiosi olezzi attribuibili ad un biostabilizzato diverso dal solito, ma senza mai dire che grazie alla relazione che puntualmente e doverosamente Iren fornisce annualmente al Comune - e altrettanto ad Arpa e Provincia ed Ausl - era già stata messa al corrente del nome degli impianti extraregionali nei quali questo compost fuori specifica viene prodotto.
Curioso dunque il protrarsi di questo silenzio, dal momento che grazie a questa relazione i cittadini avrebbero ottenuto subito dalla Provincia, o tramite i quotidiani grazie all'ironica sollecitudine dell'assessore all'ambiente Tutino, una qualche risposta, almeno in merito ai più sostanziosi quesiti posti dalla mia interrogazione in merito alla caratterizzazione e provenienza del biostabilizzato.
La Provincia per rispondere a questa interrogazione ci ha invece impiegato quasi due mesi e mezzo!
E così la Provincia non solo glissa con evidente imbarazzo sugli impianti di produzione del biostabilizzato, che vox populi indicano proveniente da Massa Marittima, Firenze e Mantova, ma specifica invece che Arpa, in cui ogni semplice cittadino ripone, purtroppo, la sua più totale fiducia, non ha mai potuto procedere ad una vera e propria analisi merceologica o a una vera e propria caratterizzazione dei rifiuti conferiti in discarica.
Perchè non solo non gli compete, ma Arpa non ha nemmeno i mezzi, infatti il tanto sospirato laboratorio per accertare l'Indice di respirazione dinamico, requisito fondamentale per accertare che il biostabilizzato usato per il capping sia veramente conforme alla delibera regionale del 1996/2007, sarà realizzato - udite , udite - nel 2014! Quindi per quasi diciotto anni chi ha controllato il traffico dei rifiuti che arrivavano in discarica? C'è un controllore autonomo e affidabile, fuori dal coro degli enti preposti? Quindi ad oggi ci siamo fidati solo ed esclusivamente di Iren, che in quanto a controlli ci sa fare, basta pensare senza malignare troppo, ai tanto chiacchierati appalti che stavano per finire nelle mani di ditte già note in diverse questure per varie malefatte...
Nella delibera regionale 1996/2006 si dice che "il controllo delle caratteristiche del biostabilizzato deve essere svolto annualmente con la caratterizzazione di base presso gli impianti di produzione e con verifiche trimestrali di conformità per il conferimento in discarica, poi il gestore della discarica è tenuto a definire la procedura di verifica presso la discarica, al fine dell'accettazione del biostabilizzato per la copertura dei rifiuti. Di tutti questi accertamenti la Provincia avrebbe dovuto allegare alla risposta adeguata documentazione.
Ma Iren, l'onnipotente, fa e disfa, è gestore e controllore, e le certificazioni le tiene in sede, mica le mette online per buona pace di tutti!
Arpa, bistrattata, si accontenta di annotare che durante l'ispezione fatta in sede di discarica, non avendo ben chiaro quello che era riportato sui registri - per la cronaca quelli che la Guardia forestale aveva già indicato come non aggiornati - ripiega sui dati relativi al carico e scarico dei rifiuti riportati nel listato nella sede degli uffici di Iren a Reggio!
Siamo al limite del paradosso.
La discarica di Poatica è attiva dal 1995 e nessuno ha capito che Arpa non è tenuta a ispezionare i rifiuti ma solo a controllare che la versione che fornisce Iren, come gestore dell'impianto, sia conforme alla versione stabilita in precedenza con il Comune a la Provincia: controllo dei documenti cartacei, controllo prescrizioni operative impartite dalla Provincia, controllo esecutività del piano controllo, controllo funzionamento delle strumentazioni a servizio del piano di vigilanza. Insomma controllo del copione di quello che somiglia sempre più ad una grande commedia.
Viviamo fidandoci di un mucchio di carte che si rimpalla Iren, da un ufficio all'altro, senza che nessuno intervenga davvero per capirci di più.
E poi è strano, nella relazione annuale di Arpa sulla discarica di Poiatica, per l'anno 2012 si dice che ha effettuato un controllo "a campione " sui fanghi delle acque reflue urbane, basandosi su quelli provenienti dall'impianto di Mancasale, ossia di Iren, ma ci si dimentica di controllare tutti gli altri fanghi reflui che arrivano alla chetichella, chissà da quali impianti extraregionali, senza vincoli territoriali!
Altro aspetto a parte, non meno inquietante, è ciò che viene dichiarato da Arpa e dalla stessa Iren nella convenzione 2012, relativamente all'impiego di una telecamera di videosorveglianza collegata con la stazione di polizia di Carpineti, che riprenderebbe in discarica l'arrivo dei cassoni dei mezzi in arrivo, laddove aperti, e successivamente sul fronte di coltivazione dall'operatore addetto alla movimentazione e a questo addestrato. Chi ha fatto visita in discarica riferisce che non c'è traccia alcuna di questa fantomatica telecamera!
L'aspetto che però continua a non essere chiaro è quello concernente la caratterizzazione dei rifiuti speciali, perché se nella risposta fornita dalla Provincia si ribatte il concetto dell'obbligo da parte del gestore di ottenere la caratterizzazione di base del rifiuto con frequenza annuale, nel documento AIA 2009 a pag. 20 si legge che Iren ha presentato la caratterizzazione analitica dei rifiuti speciali in ingresso all'impianto, rifiuti oggetto di richiesta di deroga per alcuni parametri altrimenti diversi da quelli preposti dalle normative vigenti - quali i fanghi, il biostabilizzato e molti altri rifiuti speciali particolarmente umidi dell'industria alimentare - evidenziando che le tipologie dei rifiuti che intendeva smaltire sono le stesse già autorizzate e di fatto conferite e che i rifiuti di cui si stratta sono smaltiti dal 1995 nell'impianto senza che lo stesso abbia prodotto alcuna criticità ambientale. Quindi Arpa concede la deroga ad Iren per i suddetti rifiuti speciali, ma senza capire che con questa deroga Iren avrebbe accolto anche rifiuti prodotti da impianti non provinciali, come il biostabilizzato e i fanghi extraregionali, non certo provenienti dagli impianti di Mancasale.
Nella relazione Arpa annuale 2011 si legge già che "per il conferimento di fanghi di depurazione acque reflue urbane l’autorizzazione è stata aggiornata con provvedimento prot. n. 50367 dell'1/9/2010 relativo a nuove modalità gestionali consistenti nella realizzazione di trincee e successiva copertura giornaliera sempre con teli, quindi copertura settimanale con rifiuti". Questa nuova modalità, che sostituisce la copertura con biostabilizzato e terriccio vegetale quotidiana, potrebbe essere la causa delle esalazioni fortissime segnalate dai residenti in zona? Forse che il biostabilizzato che già Arpa descrive difficile da stendere per via della disomogeneità del terreno sia diventato addirittura impossibile da stendere su fanghi che per deroga sono particolarmente liquidi?
Nel "Progetto di ampliamento del sesto lotto" è riportato che Iren ha provveduto a presentare un'analisi di rischio assoluto ambientale e sanitario approntata seguendo le linee quid in materia tracciate dal manuale ISPRA "Criteri metodologici per l'applicazione dell'analisi assoluta di rischio alle discariche" del 2005. Iren qui ribadisce: "Anche tale analisi confermerebbe l'assenza di rischi significativi per la popolazione residente nelle aree circostanti l'impianto attuale". Aggiungendo in una nota a piè di pagina che "Si usa il condizionale in quanto è ancora in corso l'istruttoria tecnica da parte degli enti preposti".
Quanta fretta per dire che si può continuare ad ampliare tranquillamente la discarica!
(Giuseppe Pagliani, capogruppo Pdl in Provincia)