Alcuni mesi fa Stanislao Farri ha dato alle stampe il suo ultimo libro fotografico, “Amuleti di pietra”, dedicato agli antichi bassorilievi, incastonati nei muri delle case della montagna reggiana. Segni benauguranti o destinati a tenere lontano il malocchio, talvolta simboli di una radicata religiosità popolare e scovati da Farri nel corso delle sue ripetute ricognizioni nei paesi sperduti del nostro Appennino. Farri, da sempre sensibilissimo ai temi della fotografia come strumento di salvaguardia di una memoria che rischia di andare perduta, ha così potuto fornire il materiale per la realizzazione di questo libro, che verrà presentato martedì 16 luglio, alle ore 21, nella corte “A. Campanini” del Centro culturale polivalente di Castelnovo ne’ Monti.
A Castelnovo ne’ Monti, a rendere il doveroso omaggio a Stanislao Farri, converranno Vasco Ascolini e Giuseppe Maria Codazzi, notevoli fotografi reggiani di diverse generazioni, Sandro Parmiggiani, che di Farri ha curato numerosi volumi negli ultimi anni, Clementina Santi e l’Assessore alla Cultura Francesca Correggi.
Stanislao Farri è nato a Bibbiano (Reggio Emilia) nel 1924. Svolge, fin da adolescente, l’attività di tipografo. Altrettanto precoce è l’interesse per la fotografia – la prima partecipazione ad una mostra fotografica è del 1943. Dopo la guerra fonda la Cooperativa operai tipografi, dove lavora fino al 1955, quando decide di dedicarsi esclusivamente alla fotografia come attività professionale (fotografia industriale e pubblicitaria, di opere d'arte e di architetture) e non più solo amatoriale. Parallelamente svolge un’intensa, costante ricerca di registrazione e di documentazione della civiltà e della cultura della nostra terra, indagine che ha fornito il materiale iconografico per numerosi volumi illustrati con sue fotografie e per una quindicina di libri, esito di ricerche fotografiche personali. Nel corso della sua carriera di fotografo, Farri ha ottenuto apprezzamenti e riconoscimenti assai diffusi, sia in Italia che all’estero, ove l’interesse per il lavoro del decano dei fotografi reggiani è andato crescendo proprio in questi ultimi anni, come dimostra la sua partecipazione a importanti mostre fotografiche di gruppo in Spagna, Stati Uniti, Svizzera. Nel 2003 Palazzo Magnani gli ha dedicato una vasta esposizione antologica, con le sue fotografie, le sue “memorie di luce”, realizzate dal 1943 in poi. La mostra e il catalogo documentavano sessant’anni di intenso lavoro, caratterizzato da una padronanza assoluta del linguaggio fotografico, da un acuto, persistente interesse per gli aspetti formali dell’immagine e dalla progressiva conquista di una straordinaria maestria in camera oscura.
L’appuntamento fa parte delle iniziative dell’Assessorato alla Cultura volte e promuovere la produzione artistico-letteraria con radici nel reggiano.
Informazioni: tel. 0522610204-273, [email protected]