Scrivo dopo un po’ di sgomentoso silenzio a questo bello sito che in pianura di uguali non gliene è.
Mi permetto di molestare i lettori per segnalare un errore di comunicazione anche se, mi, non gò i sociali media e nemmeno quelli meno sociali. Perché, come sapete, a Bebbio dobbiamo fare il formaggio più buono di quelli di Cavola e anche del Fornacione e Gazzolo. E quindi dico: come si potrebbe, signori voi, fare il formadio e avere tempo per stare ore intere attaccati ai personali e impersonali computer?
Torno a bombetta al tema di questa lettera: sono basito dal fatto che noi agricoli non possiamo avere quella che voi chiamate privaci. Privato: io sento proprio come qualcuno che egli è privato. Credo, anzi, che i giornalisti vogliano fare finire l’agricola.
L’altro giorno mentre stavo per mungere la Luna non mi ero colto che g’aveva un titino schiacciato e lei, giustamente, mi ha rifilato un calcione dritto dritto nel garetto. Guardo il giornale e cosa vedo? “Agricoltore colpito dalla vacca”.
Altro episodio. A Pontone sapete, ci sono ancora i pagliai. Io credo che non siano evoluti i miei vicini, perché io ho scoperto che si può chiamare il Fossett, un bravo terzista che in quattro e quattr’otto ti fa i balloni da portare a casa. Però a caricare i balloni sul cingolo a mano faccio una vita che mi vengo gli sgrisori a gli ossi la sera. Non fosse mica che l’altro giorno, mentre ne sollevavo uno col forcone, ecco che questo mi scappa e, fortunatamente, si ferma lungo la via, che se no filava dritto come un coradello nel fosso. Cosa succede? Che su questo bello sito che di uguali in pianura non gliene qualche giornalista – che chiamarlo giornalista è fargli un omaggio da due chili di formaggio rigato – fa dell’ironia fuori luogo e scrive: “Mamma oh perso il ballone”. Ora, secondo voi, io a mia mammina non glielo avrei detto? Glielo ho detto subito e mi sono preso a dietro pure la granara. Non capisco, nemmeno, la siniorina autistica che si è lamentata del ballone nella via: se ci prendeva contro l’automobile mica gli avrei chiesto chissà quanto di danni; se anche lei era agricola bastava che mi chiamava e la cosa si sistemava con un ballone e due bicchieri.
Non è finita. Passano meno di 24 ore e in stalla mi si è impomata la rossa. Io ricordavo che era colpa della fermentazione e, quindi, ho pensato di agevolare la stessa. Chiamo il dottor Gradadassi e gli dico: “Dotor, am s’è infièda la vaca. Go’ dè na botilia ed Coca Cola. Ma chilè, la vaca, l’ha fat un fiscioun…!” Il dottor Gradassi che gli piace sempre fare il saputello con le camice bianche mi dice: “Le avevo detto di darle i lieviti, non la Coca Cola”. Ora sono due giorni che i furbetti del bar di Valestra raccontano questa storia mentre giocano a scopone. A voi del sito ve la anticipo io così evitare di avere la fontana scorretta ma avete la notizia di prima fonte. Sperando che, concluso il tempo del letame nei campi, abbiate qualcosa di serio da scrivere che noi agricoltori, adesso, abbiamo da mietere il grano.
(Merensio da Bebbio)
Merenssio ti lovvo. E ci dico che poi mi sono diventata sossialnetuorc pure me.
(Ladele)
Ci manca solo che ci scrivi sui sociali, ocio che ti mandano a casa i servizi e poi ti arrangi. Già che non ciài abbastanza agganci in giro che te li trovi anche in capo al mondo, poi ti mangi i poderi per andarle a trovare, le nuove oche migratrici. Io ancora son qua che aspetto il piccione viaggiatore che mi hai detto che mi hai spedito e che ci scommetto che dici che è vittima di un cacciatore che ci ha fatto la bomba di riso. Sta Ladele che ti lovva ti lavi anche le tute e i calzettoni, che il lovvo ci passa subito. Ci rimane solo la lova… (che per le persone fini si legge “puzza di cane bagnato”).
(Morena)
Ien tut bal. Ad fien… as capis.
(Toto da Ca’ Pietro)
Leggo sempre una certa e anche troppo certa ironia. Io, cara Ladele, le lovve le faccio, ma non le dico, a meno che uno non abbia il naso fino e se ne accorge. Non capisco perchè lei se ne vanti su questo sito che di uguali e belli in pianura non gliene è! Anche la Morena fa sempre la furbina ma a casa mi si deve ancora presentare. E non si preoccupi che io i calzettoni, così come pure i mutandoni, me li so lavare da solo anche se non ho chi lo fa per me che la mi mama non sta bene. Se Toto fa ancora le balline e non le rotopalle, sono fatti suoi. Io mica ci vado a caricargliele.
(Merensio da Bebbio)