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Note a margine dell’assemblea sulla SS 63

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63Come qualche commentatore ha già rilevato, ci si sarebbe aspettata una partecipazione molto più massiccia alla assemblea di venerdì 14 giugno sulla SS 63 nella sala consiliare del comune di Castelnovo ne’ Monti.

Chi scrive ricorda negli anni passati partecipazioni numerosissime e molto agguerrite in assemblee sullo stesso argomento.

E’ il segno di un pesante disinteresse della popolazione per le questioni che pure le riguardano da vicino, quello stesso disinteresse che nelle recenti elezioni amministrative ha portato al voto soltanto un elettore su due.

Rimane comunque il fatto che la SS 63 continua ad essere l’asse principale di collegamento nord/sud della nostra provincia e che la sua percorribilità in sicurezza e con tempi adeguati è uno dei principali fattori per la vivibilità del nostro territorio montano.

Gli interventi fatti negli ultimi venti anni e quelli in corso hanno certamente migliorato la situazione nel tratto Reggio/Castelnovo ne’ Monti, ma tantissimo rimane ancora da fare.

Chi decise, una quindicina di anni fa, che questa strada dovesse rimanere in carico ad ANAS e che non fosse provincializzata, come accaduto per tante altre strade in provincia, aveva in mente che la SS 63 potesse avere una valenza di strada “turistica” interregionale capace di collegare la pianura padana al Tirreno e al Ligure favorendo lo sviluppo turistico dei territori montani di crinale.

In quegli anni si sottoscrisse anche un accordo tra i presidenti delle province di Reggio (Roberto Ruini) e di Massa per un impegno comune nel miglioramento della strada da Reggio ad Aulla.

Ad oggi non è ancora chiaro quale debba essere il ruolo della SS 63 nei piani viabilistici a livello nazionale, regionale e provinciale.

E’ evidente che, se si condivide, a tutti i livelli, compreso quello dei governi regionali e nazionale, l’idea che la SS 63 debba avere un ruolo interregionale come strada turistica, anche alternativa alle autostrade, nel collegare l’area padana (con la novità importante della Stazione AV Mediopadana) coi mari Ligure e Tirreno, vale la pena investirci risorse adeguate, ma se tale idea non è condivisa diventerà sempre più difficile trovare i mezzi per interventi importanti (si pensi al tunnel necessario per bypassare la frana oltre Collagna, o all’altro per passare sotto il Passo del Cerreto).

Diventa allora necessaria una azione pressante delle istituzioni locali per arrivare ad una conclusione positiva sul problema tramite, ad esempio, un accordo di programma che coinvolga il Ministero delle infrastrutture, le Regioni e le Province interessate.

Nella assemblea cui si fa riferimento sono riemerse le recriminazioni e i dubbi sui progetti in corso di realizzazione: chi dice che i milioni di euro per la Bocco/Canala e per il Ponte Rosso sono “soldi buttati”, chi aveva ed ha ancora in mente progetti alternativi e così via fantasticando.

Il problema vero è che nel nostro Paese la sovrastruttura burocratica è talmente farraginosa che tra la progettazione e la realizzazione intercorrono tempi biblici, che a volte rendono obsoleti i progetti e che comunque ne aumentano a dismisura i costi di partenza.

Sarebbe necessario che tra progettazione e realizzazione ci fosse una continuità temporale limitata ai tempi tecnici necessari, ma questo non accade quasi mai perché spesso i progetti si perdono nei meandri della burocrazia e delle decine e decine di passaggi e di pareri dai quali non si può prescindere. Non a caso, quando sui tempi non si può derogare come nel caso di olimpiadi, campionati internazionali, eventi, si utilizza lo strumento del commissariamento per snellire le operazioni.

Tornando alla SS 63 sembra di poter dire che dobbiamo tenerci ben stretti gli interventi in corso e quelli in fase di avvio perché, coi chiari di luna che ci sono in materia di risorse pubbliche, è abbastanza improbabile che, in tempi brevi, ce ne siano altri della stessa entità.

E allora occorrerà che il sistema amministrativo/politico si faccia sentire nelle dovute sedi perché almeno si provveda ad una manutenzione adeguata della SS 63 che garantisca soprattutto la sicurezza dei cittadini, sicurezza che attualmente è a rischio in molti tratti e che il Comitato per la SS 63, sempre vigile, fa regolarmente rilevare.

Pietro Ferrari