Il nuovo di Sarzano è nel passato?
Un incontro con il prof. Andrea Carandini intervistato da Ugo Berti e Annamaria Tagliavini e una visita al castello e agli scavi guidata dagli architetti Baricchi e Soragni e dall’archeologo Podini aprono venerdì 31 maggio alle 17,30 tre giorni dedicati a celebrare la fine di vent’anni di lavori. E sabato e domenica festa medievale organizzata da Matildica.
1983- 2013.
A trent’anni dalla mostra che poneva la questione Sarzano e a venti dall’apertura del primo cantiere, il Comune di Casina celebra la fine del restauro che ha restituito ai cittadini un luogo della memoria e uno spazio di creatività unico. E lo fa chiamando i protagonisti a confrontarsi con il pubblico per offrire nuove possibilità. Tre giorni di festeggiamenti che mentre esprimono gratitudine agli artefici guardano al passato come capace di aprire prospettive al futuro.
Prima festa è sapere.
Venerdì alle 17.30 il passato più lontano viene riportato in vita da un ospite d’eccezione, il prof. Andrea Carandini, il grande archeologo che ha dimostrato quanta verità ci fosse nelle leggende dell’antica Roma ridisegnando la storia della città. Professore nelle università di Siena, Pisa e La Sapienza di Roma, già Presidente del “Consiglio Superiore dei Beni Culturali” e ora Presidente del FAI. Famosi i suoi scavi in diverse città romane nonché a Cartagine e soprattutto nel ventre di Roma, documentati in decine di volumi tra cui “Atlante di Roma antica” che verranno presentati a Sarzano insieme a “Il futuro dell’Italia è nel passato”.
Condurranno la conversazione con il prof. Andrea Carandini: Ugo Berti, dirigente editoriale e presidente della Fondazione Biblioteca del Mulino e Annamaria Tagliavini direttrice della Biblioteca delle Donne di Bologna. Al centro i libri del prof. Carandini, ma anche il ruolo della cultura oggi e soprattutto nel futuro, la storia della sua famiglia e i suoi rapporti con Sarzano.
Successivamente gli architetti Walter Baricchi e Paolo Soragni, progettisti e direttori dei lavori che in un ventennio hanno ridato vita a Sarzano condurranno alla scoperta del castello mentre l’archeologo Marco Podini illustrerà gli scavi recenti.
Sul ponte levatoio, ad accogliere i visitatori, la musica e la poesia create per l’occasione da Renato Borghi.
Seconda festa è partecipare, assumere responsabilità. Plauso agli artefici
Sabato mattina alle 10,30 il sindaco Gianfranco Rinaldi illustra il significato che il castello riveste per la comunità, mentre l’architetto Soragni approfondisce i temi del restauro di Sarzano, mentre Piero Torricelli e Fausto Giovanelli allargano lo sguardo da Sarzano alla Val Tassobbio e al Parco Nazionale dell’Appennino reggiano. Incontro con i sindaci, le giunte, gli amministratori, i tecnici e gli operatori culturali che hanno contribuito a fare di Sarzano ciò che è oggi.
Terza festa è rallegrarsi, godere di quel che si è fatto.
Sabato 1 giugno dalle 17 e domenica 2 giugno dalle 12 festa popolare con giullari, musici, falconieri e ciarlatani.
In taverna: vino speziato, idromele, birra medievale Matildica!