Home Cronaca Maxi truffa di pellet

Maxi truffa di pellet

8
0

Una mail esca per chiedere informazioni e aver un contatto con il rappresentante di zona, pochi mesi per effettuare ingenti ordini di pellet da pagare poi con apparenti regolari assegni poi risultati tratti su conto estinto. In questo modo due truffatori hanno raggirato un'azienda scandianese acquistando, in più riprese, acquistando, e mai pagando, ingenti partite di pellet (30 tonnellate a ordine per una decina di ordini evasi) per un controvalore di oltre 60.000 euro. Un colpo che potrebbe essere la punta di un iceberg di una più ampia truffa su cui ora si stanno concentrando le indagini dei carabinieri di Carpineti a cui l'azienda reggiana raggirata ha sporto denuncia. I militari, a conclusione delle relative indagini, con l'accusa di concorso in truffa hanno denunciato alla Procura reggiana un 50enne originario di Comacchio, in provincia di Ferrara, ed un 51enne padovano.

Secondo la ricostruzione investigativa dei carabinieri i due, in concorso tra loro e probabilmente anche con altre persone in corso di identificazione, attraverso una mail "conoscitiva" indirizzata all'azienda reggiana ottenevano un primo contatto con un rappresentante di zona presso l'azienda dell'indagato ferrarese ubicata a Chioggia (poi chiusa al momento di pagare). Dopo il primo contatto nel corso dei quali veniva intavolata una trattativa di compravendita di pellet, tra settembre 2012 e febbraio del corrente anno, venivano commissionati una decina di carichi da 30 tonnellate l'uno di pellet acquistati dall'azienda del ferrarese ma mai pagati. Gli assegni ricevuti a pagamento alla scadenza delle fatture da pagare, per un importo di oltre 60.000 euro, sono infatti risultati tratti da un conto corrente estinto e per questo non  esigibili. Data l'impossibilità di contattare l'azienda insolvente che nel frattempo ha chiuso i battenti l'azienda reggiana riconducendo la compravendita ad una truffa si è vista costretta a rivolgersi ai carabinieri di Carpineti che scoprivano il giro d'affari riuscendo ad identificare i primi due responsabili che ora sono chiamati a rispondere del reato di truffa.