Se dall’Appennino si ammira l’infinito

Attimi. Quando uscivi dal quel camino c’era una crepa nella roccia a cui attaccarti e, sull’altra, una sporgenza dove spingere il piede, sotto, lo strapiombo. La vallata del fiume, il dorsale del Gigante, un paese come presepe. Lassù eri solo. Il sentirti vicino a Dio che ancora pregavi, il silenzio del vento, quella rara solitudine che appaga e se la cogli ti riempie. Attimi, frammenti di un’adolescenza lontana che una fotografia ti restituisce, intatti.

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