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Notte al campo 2

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Tibet projet Fabrizio Silvetti

Impaurito nella nottata spesa a C2 a 6900 m. -18°C la temperatura... ma tranquilli dentro alla tenda! Vento con raffiche continue, come in una lavatrice. Ogni tanto qua e là la voce di un seracco che crolla o di una slavina che si stacca, lontano... E poi... la neve. A tratti, quando il vento calava, scendeva come l'acqua in un temporale, che se avesse continuato tutta notte saremmo probabilmente rimasti bloccati al campo per il pericolo troppo elevato di valanghe nello scendere i due scivoli di 30-40° che riportano al campo 1 prima ed all'ABC. Ce ne è abbastanza per passare la notte a farsela addosso invece di dormire 🙂

Ma ad un tratto, nello scenario, un elemento nuovo, che avrebbe dovuto terrorizzarmi ulteriormente... Mi ha invece indotto in un specie di sorriso, come a dire: "No, è troppo!". Lampi, ad illuminare il soffitto della tenda, e tuoni, come percussioni in Africa. Dentro ad una tenda che pesa 1,3 kg con i paletti!!!! e picozze, ramponi e bastoncini tutt'attorno. Per fortuna, i secondi lenti e pesanti di cui sono fatte le ore di queste nottate sono terminati ed il cielo sereno mi ha prospettato un nuovo, vivibile, giorno.

Ora sono rientrato all'ABC per un po' di recupero. Sono acclimatato per provare, io ho fatto il mio dovere per evitare disturbi di quota. Se una futura finestra di bel tempo me lo consentirà, risalirò per il campo 3 ed il successivo tentativo. L'imminente arrivo dello Jet-Stream, però, vento in quota con raffiche di 100-150 km/h che precede i monsoni, mi fa già sentire freddo... Proverò a considerare la fatica psicologica e non di affrontare per la quarta volta la salita ai campi alti come un piccolo regalo per il mio compleanno. Che in questo caso è il primo.

www.tibetproject.it

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1 COMMENT

  1. Mi pare di capire da queste tue ultime impressioni che i tempi per poter raggiungere quota 8.027 siano molto stretti e quindi il quarto tentativo se ci sarà, sarà l’ultimo? (latest not last). Da come annunci questo “jet-stream” mi sembra di intuire che il proseguimento dell’impresa sarebbe un grosso e quasi inutile azzardo. Il tuo tentativo è già un grosso traguardo raggiunto e questo risultato mantiene intatta la nostra ammirazione nei confronti di un nostro coraggioso conterraneo e non aspettiamo altro che poterci complimentare fisicamente e, per l’occasione, festeggiare. Come spesso ripeto in queste situazioni è d’obbligo usare molta cautela ed essere molto umili e che: “soldato che fugge è buono per un’altra volta” anche se in questo caso non è fuggire ma, un’eventuale rinuncia per cause di forza maggiore, calza a pennello. Grazie sempre, saluti e in bocca al.. vento.

    (Sergio Tagliati)

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