I senatori del Pd eletti in Emilia-Romagna hanno presentato una mozione, primo firmatario il senatore democratico Stefano Vaccari, che impegna il governo ad affrontare i danni delle ultime alluvioni e del dissesto idrogeologico.
"Dal 5 marzo - ricostruisce la mozione - la Regione Emilia-Romagna è stata interessata da numerose precipitazioni intense e dallo scioglimento del manto nevoso. Nel complesso, l'inverno 2012 e la primavera 2013 si configurano tra le stagioni più piovose degli ultimi 30 anni. Nevicate hanno interessato il crinale appenninico occidentale facendo registrare, tra il piacentino, il parmense e il modenese, fino a 50 centimetri di neve. Le piogge e lo scioglimento della neve, oltre a causare dissesti, hanno sollecitato i bacini idrici di Enza, Secchia, Panaro, Reno e Crostolo, affluenti compresi, causando la formazione di piene eccezionali. Il quadro dei danni non è ancora definitivo, mentre permane l'allerta di protezione civile. Il 5 aprile la Regione ha chiesto la dichiarazione dello stato d'emergenza e contestualmente sono cominciate le segnalazioni dei danni da parte degli enti locali che, finora, per i soli interventi di urgenza, ammontano a circa 200 milioni di euro. A fronte di tutto questo, è necessario un intervento rapido del governo, che consenta alla Regione e agli enti locali di poter provvedere in tempi rapidi al ripristino del patrimonio pubblico danneggiato, al risarcimento dei cittadini e delle imprese e all'avvio della fase di ritorno alla normalità".
Fino ad ora ci si è mossi, quasi sempre, sull’onda dell’ennesima emergenza prevedendo, perlopiù, interventi tampone, ex post, sempre più costosi e spesso sostanzialmente inefficaci. Innanzitutto, dice Vaccari, "mai più nuovi condoni edilizi" e l"’adozione di politiche che riconoscano il valore strategico dell’agricoltura come presidio e strumento di manutenzione ordinaria del territorio". E poi ancora "l’eliminazione di sovrapposizioni e incongruenze nel sistema di responsabilità e competenze", la "predisposizione di una strategia nazionale per la riqualificazione ecologica dei fiumi", "la possibilità data al sistema della protezione civile di operare in modo tempestivo ed efficace nel campo del contrasto ai danni provocati dal dissesto idrogeologico".
Tutto questo però può diventare realtà solo e se gli amministratori potranno contare su risorse certe: occorre, infatti, dice Vaccari “individuare un meccanismo finanziario in grado di generare risorse certe ogni anno, per finanziare interventi integrati di riqualificazione fluviale, garantendo in particolare ai piani di distretto così indirizzati una disponibilità finanziaria sicura, che permetta di programmare la spesa e avviare il lungo processo di adattamento del territorio italiano verso condizioni di maggior naturalità e maggior sicurezza. Tra le proposte, avanzate nella mozione, anche quella di pagare gli agricoltori per l’indispensabile servizio ambientale fornito e quello di coinvolgere in progetti di manutenzione diffusa del territorio e dei corsi d’acqua dei lavoratori che stanno beneficiando degli ammortizzatori sociali.
In particolare il documento, che è stato sottoscritto dai senatori democratici Giorgio Pagliari, Leana Pignedoli, Claudio Broglia, Rita Ghedini, Gian Carlo Sangalli, Maria Teresa Bertuzzi, Josefa Idem, Stefano Collina, Francesca Puglisi, Maria Cecilia Guerra e Sergio Lo Giudice, chiede all'Esecutivo di accogliere la richiesta di dichiarazione dello stato d'emergenza avanzata il 5 aprile 2013 dalla Regione Emilia Romagna, di assicurare le risorse necessarie per eseguire gli interventi d'urgenza e di prevedere una deroga al patto di stabilità per gli enti locali in grado di effettuare investimenti ad hoc.
Ottima idea!
(Monica)
Proposta seria, dignitosa, intelligente. Brava la senatrice Pignedoli (ma che fosse brava, già lo aveva dimostrato).
(Mario Guidetti – tavolo Hemingway)
Mi piace!
(Massimo)
Sono anni che lo dico, tempo fa lo scrissi anche al Presidente del Consiglio Monti: inconcepibile pagare delle persone a casa a far nulla quando l’Italia spende decine di miliardi all’anno per il dissesto idrogeologico. Cordialmente.
Roberto Malvolti)
Ottima idea che da anni e da più parti si attendeva. Mi piace il principio, anche perchè c’è bisogno di un’azione diffusa fatta di piccoli e costanti interventi di manutenzione del territorio che in assenza degli usi agricoli è stato abbandonato. D’altra parte quando si trasferì la forza lavoro dalla montagna ai luoghi di produzione della pianura, alla ricerca del reddito disponibile, allora la gestione del territorio non aveva più un reddito a supportarla. Oggi si può anche pensare che, venuta meno la redditività delle attività concentrate in pianura, il costo pagato dallo Stato dei momenti di sospensione dello stesso sia logico reimpiegarlo nelle funzioni di origine che sono altresì così necessarie.
(Marco Leonardi)
Una direzione delle migliori fra quelle portate avanti da questo Parlamento, peccato che molti esempi dimostrino come in questo Paese il Parlamento non sia in grado di legiferare nulla e neanche il Governo, perché poi deve scontrarsi con corti costituzionali, sindacati, consigli superiori della magistratura, dirigenti d’uffici ministeriali e regionali ecc. Insomma, viene da pensare che il voto serva solo a comporre una piccola fettina del potere di questa nazione, perché insufficiente a consentire agli eletti di legiferare in modo esecutivo, col tempismo che serve. Ci sono troppi impicci per le sfide del giorno d’oggi in questa nazione; c’è proprio da riformare tutto! Di certo il Parlamento appare niente affatto sovrano, in qualche modo espressione di scelta democratica, ma poi prontamente soffocato da mille ostacoli e legacci che paiono irremovibili.
(Dantes)