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“Rispondiamo a Iren”

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PoiaticaRiceviamo e pubblichiamo.

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Rispondiamo al comunicato di Iren dove si riporta, in sintesi che la discarica di Poiatica è controllata e sicura.

Vediamo un po’. "Può sembrare banale ricordarlo, ma leggendo certe affermazioni vale la pena ribadirlo". Chi scrive queste battute soffre evidentemente di memoria a breve termine.

Lo storico di gestione della discarica parla al posto vostro e anche alcuni eventi che hanno riguardato Iren nella dirigenza ci fanno dubitare di questa affermazione e della fiducia che chiedete a occhi chiusi .

Facendo il punto:

2002- La ditta Ciampà vinse regolarmente l’appalto per l’ampliamento della discarica di Poiatica a cui tre anni prima venne negata la certificazione antimafia dalla procura di Crotone (ai tempi Agac ma le stesse persone chge poi passarono ad Iren);

2010 – Fuoriuscita del percolato dalla discarica di Poiatica;

2012- Il "vostro anno d’oro":
- Iren affida una parte dei lavori di gestione a Poiatica alla ditta Ramm (Rossato Fortunato srl) finita più volte nel mirino della magistratura per le attività del suo amministratore, arrestato nel 2005 per traffico di rifiuti pericolosi e nel 2006 con le accuse di estorsione e truffa;
- Iren affida a Tradeco la raccolta differenziata, ditta indagata dalla procura di Bari per presunti legami con la malavita organizzata;
- 8 arresti di dirigenti Iren su appalti illegali;
- iniziano diverse segnalazioni da parte dei cittadini residenti di odori nauseabondi negli ultimi mesi e i primi mesi del 2013, indice di un'alta fermentazione da rifiuti nell’aria;

2013- Esce il report del Corpo forestale dello Stato di cui sembra andiate fieri che nelle primissime righe riporta:
"E’ stata accertata l’irregolare tenuta dei registri di carico e scarico di rifiuti non pericolosi, in violazione dell’articolo 190 comma 1"
Dove in sostanza avete "dimenticato" di registrare i formulari di ottobre con apposito numero di registro carico e scarico.
Il Corpo forestale conclude inoltre: “Alla luce di quanto riscontrato e delle vicende giudiziarie che hanno lambito Iren sarebbe opportuno fare ulteriori approfondimenti investigativi riguardanti la produzione di biostabilizato e dispersioni o fuoriuscite di percolato”.

Fino a pochi giorni fa abbiamo assistito a un via e vai di autobotti di cemento, mezzi insoliti e di operai non abitualmente impiegati. Mandiamo dunque una richiesta in Comune di spiegazioni e ci viene rimandato che si attende risposta Iren. Ad oggi nessuna vostra risposta è arrivata al comitato sulla richiesta di approfondimento ed eventuali rischi smottamenti franosi. La collaborazione trasparente ringrazia.

Un curriculum che ci fa stare molto tranquilli, come ben potete capire. A casa nostra le aziende trasparenti sono ben altre. Ed è proprio di casa nostra che si parla.

Sul fatto che fosse adibita a discarica di montagna si leggano gli atti pubblicati negli albi pretori della Comunità montana. Se poi la visione ottimale nel 2013 è che il ripristino ambientale va ancora fatto sotterrando rifiuti tal quali consigliamo ad Iren di guardare un po’ fuori casa e più verso le buone prassi che conciliano il bene delle comunità ed il business. E ai sindaci chiediamo di smetterla di soggiogarsi a questa logica che non esistono altri mondi possibili. E’ora di tagliare i fili che ci tengono burattini. Consigliamo inoltre di riguardarsi quanto previsto nelle linee guida del piano regionale di gestione rifiuti e quanto specificato dalla Comunità europea in materia: una gestione dei rifiuti ottimale in modo da arrivare alla progressiva chiusura delle discariche… e a Poiatica si amplia!

Anche riguardo al "principio di prossimità" richiesto dal Prgr crediamo possiamo avere qualcosa da ridire: quanti rifiuti pensate che riusciamo a produrre in prossimità di Poiatica tale da giustificare questa discarica? O questo principio di prossimità è qualcosa di diverso rispetto a quello con cui fu deciso di aprire la discarica intercomunale per i comuni montani?

Sulla sicurezza sanitaria ci spieghino se hanno dati aggiuntivi visto che a noi risulta che non esista NESSUNA ricerca epidemiologica con esiti accertati delle popolazioni vicine alla discarica paragonabile ad altre discariche simili in montagna. Come a dire che siccome non parliamo di un problema il problema non esiste.

Valori nella norma? Certo e dopo che respiriamo per 70 anni toluene e altri agenti chimici annessi e connessi tutti insieme che ci capita di bello?

"La discarica, infine, non è un luogo segreto, ma viene visitata periodicamente da scolaresche e gruppi di cittadini" . Certo tra quei cittadini ci siamo noi che visitiamo il lento aumento di una discarica a cui nessuno per ora ha saputo dare anno e volumetria finale. Sulle scolaresche stendiamo un velo pietoso... I nostri bambini non hanno bisogno di respirare gli odori che ci entrano anche nelle mura di casa tutte le settimane per vedere quello che è il parco peggiore della montagna.

Ah, dimenticavamo! Anche sugli odori da biostabilizzato, che supponiamo mal fermentato, tutto ok o in quei giorni evitate almeno di portarci le scolaresche? Consigliamo al riguardo la lettura di una documentazione prodotta dalla direzione sanitaria della Regione Piemonte in cui si evidenziano tutti i rischi microbiologici gravi derivanti dall’esposizione a materiale organico trattato (compost) o in fase di compostaggio.

E vi preghiamo! Evitate di fare la morale ai cittadini ("Nessuno scherza con la salute dei cittadini") che con dati oggettivi portano preoccupazioni su Poiatica e vivono la preoccupazione della salute dei propri figli con sincera sofferenza. Rasentiamo il ridicolo, non solo sordità ma anche ipocrisia. Avremmo apprezzato, vista la presenza dei dirigenti Iren al Consiglio Comunale aperto del 16 marzo a Carpineti, un intervento... Meglio scrivere senza dialogica vero?

Detto questo, comprendiamo come le finalità vostre (il business) si contrappongano alle nostre (il benessere e la qualità dignitosa del nostro vivere). Voi deturpate con aziende nomadi i terreni e ve ne andate senza lasciare volti e nomi oltre a una scia di distruzione. Noi restiamo per sempre e viviamo gli effetti.

Per questo crediamo non potrete mai essere nostri interlocutori con cui costruire un futuro e per questo ci possiamo appellare solo ai nostri amministratori locali, che una volta per tutte si mettano una mano sul cuore e ci tutelino una volta per tutte.

QUESTA è Poiatica.

(Comitati "Fermare la discarica" ed "EcologicaMente")

 

3 COMMENTS

  1. A prescindere da tutti gli studi e incartamenti prodotti magistralmente dai tecnici, geologi e funzionari al soldo di Iren e di quella parte politica che se ne fa cieca sostenitrice, non sono ancora riuscita a capire come è possibile che la Provincia abbia abdicato al suo ruolo di controllore, super partes, concedendo ad Iren il ruolo di controllore e controllato! Per cui anche Arpa preannuncia ad Iren, con largo anticipo, le operazioni di monitoraggio da effettuarsi in discarica, dimenticando di sollecitare la Provincia per verificare la caratterizzazione dei rifiuti e del biostabilizzato che arrivano in discarica, come invece richiederebbe la delibera regionale!
    Di oggi la notizia che la Provincia, sollecitata con una interrogazione provinciale per la risposta in merito alla caratterizzazione del biostabilizzato, da chi e dove sia stato prodotto, dopo un mese risponda che sono informazioni che a sua volta attende ancora di ricevere da Iren, da Arpa e dal Comune di Carpineti.
    A proposito della discarica di Poiatica ho diverse perplessità, che riguardano la qualità dell’aria nel territorio di Carpineti e la stabilità dell’area in cui sorge l’impianto, per via di alcuni studi che pongo anche alla vostra attenzione:

    1- JRC – Scientific and technical reports –Elementi chimici nei funghi superiori. I funghi di riferimento come strumento di lavoro per la bioindicazione e la biodiversità. Indagine di
    Roberto M. Cenci, Luigi Cocchi, Orlando Petrini, Fabrizio Sena, Carmine Siniscalco, Luciano Vescovi. Con una curiosa prefazione di Andrea Allodi presidente di ENIA Parma.
    In questo studio a cura della Commissione europea per l’ambiente e la sostenibilità, pubblicato nel 2010, e sviluppato nell’ambito del territorio della provincia reggiana compreso tra la via Emilia e il crinale appenninico, sono mostrate le mappe che illustrano la concentrazione degli elementi inorganici (metalli pesanti) nei funghi e le mappe che illustrano la concentrazione degli elementi inorganici (metalli pesanti) nei suoli. Se ne desume che i funghi sono da considerarsi come indicatori di qualità ambientale e questo studio è un mezzo diagnostico per comprendere il suolo, la sua qualità e salute. La ricerca è stata effettuata sulla presenza di alluminio, arsenico, cadmio, cromo, mercurio, nichel, piombo, rame, selenio, vanadio, zinco e zirconio. L’area di indagine è rappresentata dal territorio relativo ai comuni di Reggio, Bibbiano, Cavriago, Montecchio, San Polo, Quattro Castella, Albinea, Scandiano, Casalgrande, Vezzano, Baiso, Viano, Canossa, Carpineti, Toano, Vetto, Castelnovo ne’ Monti, Villa Minozzo, Ligonchio, Besana, Ramiseto, Collagna. Pag. 85-86: – “4.3.6 Genere Agaricus (Sottodivisione Basidiomycotina – Sottoclasse Agaricomycetideae – Ordine Agaricales). La distribuzione spaziale della concentrazione degli elementi evidenzia poche tipologie di “associazioni”. La prima è rappresentata da cromo e nichel con i valori più elevati, 125 e 27 mg/kg rispettivamente. Essi sono caratteristici dell’area di Montecchio; la restante totalità dell’area presenta valori di concentrazione monotoni. Una seconda associazione è rappresentata da rame e piombo: l’area di Carpineti presenta i valori massimi. Anche i valori per alluminio, zinco e mercurio in parte si sovrappongono, mentre arsenico e cadmio sono alquanto differenti sia tra loro che rispetto alle altre mappe di distribuzione della concentrazione. La carta che illustra l’acidità dei suoli presenta una rassomiglianza con lo zinco e il mercurio nei funghi: si osserva pure una sovrapposizione quantitativa tra l’alluminio nei suoli e l’alluminio accumulato nei funghi. Le mappe 54, 55 e 56 illustrano la distribuzione della concentrazione di cadmio, mercurio e piombo. I valori medi sono rispettivamente 1.58, 2.29, e 1.09 mg/kg. Cadmio: le aree a maggior concentrazione si riscontrano a Carpineti, Vezzano e Reggio Emilia. Mercurio: la distribuzione della concentrazione di mercurio sul territorio non è risultata uniforme (figura 55). I valori più elevati si riscontrano nell’area di Carpineti. Anche l’area compresa dai comuni di Castelnovo ne’ Monti, Vetto e Ramiseto presenta valori alquanto elevati.
    Piombo: dalla figura 56 si evince che le concentrazioni più elevate sono presenti nel territorio di Carpineti e nell’area della città di Reggio Emilia, quest’ultima per l’incidenza del traffico veicolare”;

    2- Use of mosses and soils for the monitoring of trace elements in three landfills, used as urban waste disposal sites – a cura di Agac e JRC Environment Institute – Sono state osservate le concentrazioni di metalli pesanti nei suoli e nei muschi allevati all’interno della discarica di Poiatica, confrontandole con i dati raccolti nella discarica di Rio Riazzone, Rio Vigne e in aree attigue alla discarica di Poiatica, quali le Scuderie di Carpineti e la strada tra la discarica di Poiatica e l’area delle cave. I metalli pesanti osservati come in eccesso, rispetto ai valori provinciali, negli Agaricus per l’area di Carpineti, dimostrano di avere una quantità di piombo, mercurio e cadmio superiore alla media provinciale, e mi sembra davvero curioso che invece lo studio effettuato sulle tracce di metalli pesanti osservati nei muschi e licheni cresciuti nella discarica di Poiatica, o nell’ambito del territorio di Carpineti, non rimarchino la stessa criticità ambientale. L’aria o il suolo devono pur aver contribuito a contaminare i funghi raccolti nel territorio di Carpineti e quest’aria e quello che si deposita sul suolo non può essere così differente da quella della discarica di Poiatica!

    3- Tutti sanno che le correnti d’aria che si creano per via del fenomeno dell’inversione termica veicolano ogni giorno le esalazioni, i vapori e l’aerosol che si formano in discarica fino a valle, per poi risalire con altra masse d’aria verso la montagna durante la notte. Quanto può incidere sulla carica batterica dell’aerosol che si forma in discarica, lo smaltimento di quei rifiuti, che per le deroghe al contenuto di carbonio, concesse nella Convenzione 2010 tra il Comune di Carpineti ed Iren, di fatto sono quindi più fermentescibili di come dovrebbero, visto che non conformi alla delibera regionale? L’aerosol che si forma è forse anche dovuto alla presenza di rifiuti da impianti di compostaggio – contenenti scarti di rifiuti animali e vegetali non compostati – oltre che rifiuti urbani non compostati? Dal momento che gli scarti rappresentano ciò che non è maturato in compost, stabilizzando la parte organica, è scontato che questi rifiuti da impianti di compostaggio siano potenzialmente ricchi di batteri, virus, funghi e quant’altro, oltre ad una buona dose di diossina, Pcb e altri pericolosi inquinanti, che si concentrano durante le fasi di compostaggio, a prescindere dalle quantità che erano presenti nel rifiuto prima di essere sottoposto al trattamento.. I CER in questione sono almeno tre: 190501, 190502, 190599.
    In virtù di quello che si evince dallo studio che allego, non si comprende come da parte di Iren si invitino ignare scolaresche in visita alla discarica e come si continuino a sottovalutare l’impatto che questo pericoloso aerosol possa avere sulla salute dei lavoratori interni alla discarica e sulla popolazione del territorio.
    Fantuzzi G, Bergonzoni M, Neri P, Colombari C, Righi E, Davoli C
    [Microbiological characterization of solid wastes and aerosol in a municipal solid waste landfill site].
    Ann Ig. 2003
    Dipartimento di Scienze Igienistiche, Microbiologiche e Biostatistiche, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. [email protected]
    – Gli autori riportano i dati relativi caratterizzazione microbiologica dei rifiuti solidi e aerosol nella discarica comunale di rifiuti solidi in Poiatica. In campioni di rifiuti solidi sono stati osservati valori elevati di coliformi totali e coliformi fecali (10 (5) -10 (6) CFU / g): carica batterica totale a 22 gradi, a 36 gradi a 44 gradi e variava da 10 (7) a 10 (9) CFU / g. Campioni di aerosol raccolti durante il movimento dei rifiuti nella discarica hanno evidenziato valori di totale e fecale batterica che vanno da 10 (3) -10 (4) UFC/m3. Stafilococchi e funghi hanno riferito gli stessi valori, mentre streptococchi, coliformi totali e fecali e spore evidenziato valori più bassi. Rifiuti solidi urbani ed aerosol devono essere considerati come un substrato infettivo: è necessario adottare barriere protettive in soggetti professionalmente esposti.

    4- Marco Bergonzoni, Claudia Borelli, Laura Carlini, Gianfranco Marchi, Giovanni Tosatti
    – Metodi di consolidamento di pendii instabili in formazioni argillitiche strutturalmente complesse: l’esempio di Ca’ Poiatica (Provincia di Reggio Emilia) – “ – (…) il sito su cui è ubicata un’importante discarica per rifiuti solidi urbani, nei pressi di Ca’ Poiatica (comune di Carpineti) è ricavato all’interno di una cava dismessa. Nel 1997 i movimenti lungo il versante occidentale sovrastante la discarica si intensificarono, coinvolgendo anche opere di stabilizzazione precedentemente eseguite. (…) I versanti del bacino Dorgola-Secchia, nel quale ricade l’area di studio, sono caratterizzati dalla presenza di numerosissime frane, in parte attive e in parte quiescenti, per scivolamento roto-traslativo, colata, creep superficiale e localizzato e, in alcuni casi, espansione laterale, analogamente a quanto si verifica in tutta questa fascia altitudinale dell’Appennino reggiano. Le cause principali dell’estrema predisposizione al dissesto di questo territorio vanno ricercate in un elevato numero di fattori, che sono di varia natura: caratteristiche geomeccaniche “deboli” dei terreni affioranti, dominanza di litotipi a matrice argillosa, acclività, assetto stratigrafico e strutturale, caratteristiche meteorologiche, con eventi pluviometrici estremi concentrati in tempi ridotti, aumento delle sovrapressioni interstiziali, sismicità dell’area. Nel caso particolare delle Marne di Monte Piano, la loro elevata propensione al dissesto deriva principalmente dalla fessurazione pervasiva che imprime loro il tipico aspetto a scaglie lucidate (slickenside), diminuendone la resistenza al taglio e favorendo al contempo l’infiltrazione di acque meteoriche. (…)In particolare, il versante ovest è stato interessato in passato – ed in parte lo è tuttora – da intensi fenomeni di ruscellamento ed instabilità della coltre superficiale oltre che da fenomeni di instabilità profondi, in parte attivi ed in parte quiescenti. Nell’anno 1996, a causa della elevata piovosità, si verificò un’intensificazione di questi fenomeni. Furono quindi predisposti alcuni interventi di consolidamento e stabilizzazione del versante, considerando la sua diretta contiguità con la discarica di Poiatica. Nel successivo luglio 1997 si ebbero ulteriori fenomeni di dissesto (…).”
    Come viene rimarcato nella sintesi della Valutazione d’Impatto Ambientale di Iren per il Progetto di ampliamento da 500-000 metri cubi della discarica di Poiatica, le zone NON idonee per la localizzazione d’impianti di smaltimento e recupero rifiuti sono: le aree soggette a fenomeni di dissesto ed instabilità, di cui agli articoli 57,58 (comma 1 lett. a e b) 60, 61, e le fasce fluviali, di cui agli articoli 66 e 67 (parte seconda titolo IV), oltre che le zone ed elemti strutturanti la forma del territorio e di specifico interesse naturalistico di cui agli articoli 38, 40, 41 e 43, 44 e 45 ( parte seconda titolo II). Per cui non si comprende come fin dal 1997, quindi a soli due anni dalla sua apertura, si siano evidenziati movimenti franosi all’interno della discarica – soprattutto nel versante ovest – e che nonostante quello che osservarono i geologi chiamati in causa da Agac – cioè che tutta l’area faccia parte di un territorio dissestato e soggetto a numerosissime frane – si progettarono i successivi ampliamenti e oggi persino a sovrapporre un sesto lotto ai precedenti. Voglio ricordare che anche il versante sud della montagna che si affaccia sul Secchia, con un lento e inesorabile movimento franoso ha deformato l’alveo del torrente, spingendolo ad arco verso nord, di prospetto all’area terminale della discarica. Come si possono, dunque, ritenere sicuri gli impianti di canalizzazione del percolato e il sistema di captazione del biogas, così come le vasche sotterranee di raccolta del percolato, dal momento che il territorio potrebbe essere soggetto a smottamenti e frane, che vanno intensificandosi dopo ogni stagione intensamente piovosa o semplicemente anche dopo leggere scosse telluriche?
    Il territorio circostante, se la mano dell’uomo non continuasse ad infierire con le continue attività di escavazione, sarebbe naturalmente ricoperto da boschi e pascoli, quindi trovo assurdo che Iren ci illuda di ripristinare il territorio, dal momento che non solo si fa complice degli escavatoristi che gli preparano così nuove cavità da saturare prossimamente con altri rifiuti. Non è gettando benzina sul fuoco che si potrà migliorare un’area già martoriata ad oltranza. Non è con il via vai di mezzi di Iren, le esalazioni di toluene e metano, l’aerosol di batteri e virus, il percolato che comunque trasuda dal fondo o le acque superficiali che per ruscellamento finiscono nel Secchia e neppure con cinquant’anni di monitoraggio obbligatorio del percolato e del biogas (sempre che i mezzi e le risorse ci siano per altro mezzo secolo) che si migliorerà l’ecosistema di una montagna ferita a morte! Come si fa a credere di ripristinare una montagna saturandola di schifezze e sperando poi di vederla rifiorire piantando quattro erbette su una geostuoia?

    (Maria Petronio)

    • Firma - mariapetronio