"Il tempo buono e la condizione mi hanno permesso di continuare nel progetto. Se ripenso alla giornata di ieri nella quale sono salito al campo 1 a 6300 m. per montare la tenda e fare un minimo di deposito e per acclimatarmi ho buone sensazioni".
Fabrizio Silvetti - alpinista e insegnante ma anche amico - continua ad aggiornarci sul suo percorso tra le grandi montagne asiatiche, uno scenario che lo impegna certo fisicamente ma pure lo stimola umanamente. Basta infatti leggere i suoi resoconti, anche quelli brevi: sono sempre "pennellate" di scrittura che coinvolgono molto.
"Il ghiacciaio ed i due scivoli che portano al campo 1 sono incastonati in questo Tibet, che accoglie e disarma, con atmosfere e colori speciali. Nella notte in tenda a 6300 metri, in compagnia di qualche pinguino che voleva ripararsi con me, ho dormito, pensato, temuto, sperato, provato e riprovato, ascoltato, mi sono entusiasmato, ho avuto freddo, amato, pazientato, mi sono arrabbiato, finalmentre comunicato, ho fatto pipì, sognato, bevuto, respirato :-), ascoltato musica, mangiato una caramella, atteso, ricordato, immaginato, provato tenerezza (per i pinguini) ;-), riflettuto, sorriso. Tante cose per una sola notte...".
"Ora cercherò di recuperare le energie utilizzate e rimarrò qualche giorno al campo base. Se le condizioni meteo saranno dalla mia già venerdì riprenderò a salire".
Ti seguiamo. In bocca al lupo.
* * *
Correlati:
- La nuova sfida di Fabrizio Silvetti (19 febbraio 2013);
- Gosainkunda, quota 4300 m. (3 aprile 2013);
- Un po’ di allenamento a 3660 m. di quota… (15 aprile 2013);
- Progetto Tibet / Fabrizio con il vento… in prua (27 aprile 2013);
- Notte al campo 2 (2 maggio 2013);
- Fabrizio Silvetti ce l’ha fatta! (11 maggio 2013)
Bella notizia, Fabry, “sto bene”! E’ quello che speriamo tutti: che tu stia benissimo, avanti così, ciao!
(Eros Tamburini)
Che emozione leggerti e apprendere che anche i “pinguini” sono interessati alla tua straordinaria e coraggiosa ascesa verso gli ottomila e passa! Una curiosità, ma questi tuoi occasionali “amici” avranno la voglia o, meglio, la forza di seguirti? O penseranno che tu sia una allucinazione dovuta all’altitudine e quindi desisteranno? Facci sapere. Con grande ammirazione per il Tuo coraggio che ti porta ad essere emulo del successo dei grandi esploratori italiani del passato. Sarebbe anche ora che la grande stampa nazionale o quantomeno quella locale s’interessasse maggiormente alla tua avventura, non proprio così “consueta”. Grazie ancora e prudenza, prudenza.
(Sergio Tagliati)