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Iren invia “alcune precisazioni sulla discarica di Poiatica” che pubblichiamo

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Questo il comunicato stampa di Iren su Poiatica.

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Da alcune settimane si è aperto un confronto sulla discarica di Poiatica.

Crediamo che sia segno di responsabilità che un territorio si confronti sui temi ambientali, meno responsabile è generare timori infondati o fare girare voci come se a Poiatica si fosse ad un passo dall’emergenza.

Mentre a livello nazionale la discarica di Poiatica è presa ad esempio per le sua gestione, tanto da meritarsi certificazioni di qualità come la EMAS, a livello locale viene presentata da alcuni come un pericolo per la montagna.

Poiatica non è un luogo fuori controllo, anzi è un efficiente tassello indispensabile per la gestione dei rifiuti dei reggiani.

Lo è con l’attuale situazione impiantistica e lo sarà anche con il nuovo TMB.

Il suo sviluppo è frutto di decisioni prese dagli enti preposti alle politiche sulla gestione dei rifiuti; tali decisioni avvengono nella piena trasparenza e sono affiancate da momenti di approfondimento e di discussione.

La discarica è controllata e sicura. Può sembrare banale ricordarlo, ma leggendo certe affermazioni vale la pena ribadirlo.

Nessuno scherza con la salute delle persone. I controlli sono sempre stati puntuali e i dati sono a disposizione dei cittadini. In discarica vengono effettuati periodicamente anche controlli al di là di quelli routinari, come ad esempio quello del Corpo forestale dello Stato.

Attraverso questi controlli le autorità sanitarie possono confermare la qualità della nostra gestione.

Per quanto riguarda l’impatto naturalistico della discarica vale la pena ricordare che nel 1995 non è stato fatto un buco nella montagna per raccogliere rifiuti, ma si è avviato il recupero di una cava d’argilla già esistente, e che nel tempo sono state compiute tutte le opere per ridurre comunque il peso della presenza dell’impianto sull’area, compiendo anche interventi di stabilizzazione.

La discarica, infine, non è un luogo segreto, ma viene visitata periodicamente da scolaresche e gruppi di cittadini. Non c’è mai stato problema da parte nostra ad accogliere chi vuole vedere come lavoriamo. Siamo orgogliosi di quello che facciamo e ci fa piacere condividere con i cittadini tutti gli aspetti del nostro lavoro.

Non solo, le telecamere degli accessi all’impianto sono collegate al Comando dei vigili urbani di Carpineti quale ulteriore garanzia di controllo.

Questa è Poiatica.

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“Rispondiamo a Iren” (24 aprile 2013)

 

1 COMMENT

  1. Non credo affatto che Iren abbia a cuore la salute della gente. Stiamo parlando della stessa Iren che ha molto a cuore il cancrovalorizzatore di Parma, giusto? Della stessa Iren che di fatto porta avanti le strategie di AGAC ed ENIA, che mi pare avessero proprio fatto di tutto per minimizzare la storiaccia delle farine BSE e carcasse animali bruciate nell’inceneritore AGAC di Reggio Emilia, con emissioni di diossina, consci di avere un impianto localizzato in area densamente popolata, così come più volte spiegarono in più occasioni, durante i vari convegni svolti dai comitati anti-inceneritore (di Reggio, Gavassa, Correggio e San Martino in Rio) diversi ambientalisti, tra cui Fantini, Bertani e la Donelli, oggi purtroppo non più tra noi. Inceneritore nel quale furono bruciate migliaia di tonnellate di rifiuti ospedalieri per anni, con il suo carico di pvc, in barba alle direttive europee. Quella stessa Iren che continua imperterrita a fare affari con i nostri soldi a Gioia Tauro, per il rigassificatore voluto soprattutto dalle mafie locali. Quella stessa Iren che ha le mani in pasta con due partecipate calabresi: Fata Morgana e Piana Ambiente, che la Commissione parlamentare antimafia definisce gestite da personaggi delle mafie locali. Quella stessa Iren che nella partecipata Acqua Enna è in affari con gli amici di un certo Franco Gulino, imprenditore di chiara fama… (sotto processo per diverse speculazioni di tipo mafioso). Quella stessa Iren della gara d’appalto alla RAMM di Rossato Fortunato, processato per diverse storie, non solo quella che riguarda la faccenda degli affari con la ‘ndrangheta, ma pure per lo smaltimento di traversine ferroviarie tossiche in Veneto, il tizio a cui hanno bruciato la villa, che ha affari in Ecuador con amici calabresi. Quella stessa Iren che con Agac nel 2003 affidò l’appalto per l’ampliamento della discarica ai Ciampà, ditta crotonese già processata per smaltimento di conglomerati idraulici tossici, con i quali hanno saturato le fondamenta di strade e scuola materna della loro città. Quella stessa Iren della gara d’appalto a Melandri Emanuele, già processato e condannato da parte del tribunale di Trento. Quella stessa Iren della gara d’appalto alla Tradeco di Bari, sulla quale i quotidiani pugliesi non lesinano di raccontare storie dell’altro mondo e sulla quale anche il noto giornalista Vulpio, poi candidato dall’Idv, spese parole di fuoco riguardo alla discarica che Tradeco avrebbe in gestione. Quella stessa Iren che, come dice il presidente di Iren Ambiente, Roberto Paterlini, scopre improvvisamente – come nella favola della bella addormentata nel bosco – di aver aggiudicato gare a ditte mafiose o a personaggi più volte finiti sotto processo per le loro losche attività. Quella stessa Iren che continua a ribadire che non vede, non sente e non parla, rimettendosi solo alla distratta volontà di quelle prefetture che in altre regioni dormono, o sono acquiescenti alla casta dei poteri forti – diversamente che a Reggio, dove voglio rimarcare con gratitudine lo splendido lavoro svolto dal prefetto De Miro. Basta farsi un giretto su internet per scoprire che in molte province d’Italia e soprattutto in Campania, Sicilia e Calabria, ma pure in Toscana, tra i collusi con le ecomafie ci sono non solo politici ed amministratori locali, ma persino uomini delle istituzioni sulle quali siamo tutti abituati da sempre a rimettere la nostra totale fiducia. Dovrei fidarmi di Iren dopo il tentativo di privatizzare l’acqua? Dovrei fidarmi di Iren dopo le bollette pazze che tanti cittadini hanno contestato? Dovrei fidarmi di Iren che è in affari con i Pizzimbone di Aimeri, sui quali troverete interessanti dossier alla pagina internet della Casa della Legalità di Genova? Dovrei fidarmi di Iren che da sempre fornisce un’unica ed inconfutabile versione dei fatti e che di fatto rappresenta il controllato ed il controllore? E Arpa che mi rappresenta, se non un’emanazione della volontà politica della Provincia? E dall’Ausl che dovrei aspettarmi? Una coraggiosa voce fuori dal coro?

    (Maria Petronio)

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