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Il sindaco di Castelnovo ne’ Monti risponde ai colleghi di Villa Minozzo e di Toano

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Trascriviamo un comunicato stampa del sindaco Gian Luca Marconi che, al ritorno da una trasferta per impegni istituzionali, ha letto le dichiarazioni dei sindaci Fiocchi e Lombardi nell'assemblea dei giorni scorsi sulla fusione dei due comuni.

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Gianluca Marconi Sindaco
Gianluca Marconi Sindaco

In un periodo così difficile e drammatico istituzionalmente e politicamente per il nostro Paese, di fronte alle gravi difficoltà sociali ed economiche che colpiscono pesantemente anche la nostra montagna, non voglio assolutamente polemizzare con due colleghi, i sindaci di Villa Minozzo e Toano, che hanno deciso un'auspicabile, legittima e coraggiosa unificazione tra i loro due comuni.

Anche il comune di Castelnovo Monti ed il comune di Vetto d'Enza hanno iniziato da alcuni mesi a preparare un possibile percorso di unificazione, che porterà ormai nel prossimo mandato spero a concrete decisioni per avere un unico Comune.

Tuttavia mi sia consentito legittimamente di respingere e non condividere affermazioni come "l'odiato centralismo castelnovese"; "vogliamo un nuovo grande comune che si opponga a Castelnovo Monti e divenga il centro produttivo ed economico della Montagna lasciando a Castelnovo Monti i Servizi"; "Castelnovo Monti si prende le infrastrutture della Comunità Montana e ci lascia i debiti".

Mi perdonino i colleghi Fiocchi e Lombardi, ma tali affermazioni sono strumentali, qualunquiste, superate e davvero non corrispondenti alla realtà.

Il nostro Appennino Emiliano è un territorio unico, i nostri comuni devono lavorare e stare insieme, ognuno con la sua storia, con le sue peculiarità economiche, culturali, ambientali e strutturali. Solo così per la nostra Terra si avrà un confronto costruttivo, importante e portatore di benessere, con il resto della provincia, con la nostra regione e le regioni vicine.

Toano e Villa Minozzo hanno bisogno di Castelnovo Monti e degli altri comuni della montagna come Castelnovo e gli altri comuni hanno bisogno di Villa e Toano.

Cosa sarebbero i comuni di Toano e Villa senza l'Ospedale Sant'Anna, senza il Plesso Scolastico Superiore, senza i Servizi Sociali Comprensoriali soprattutto per i minori ed i disabili, senza i servizi culturali(Teatro,Biblioteca), sportivi e rivolti alle imprese, di livello comprensoriale, che inevitabilmente, storicamente e geograficamente sono a Castelnovo Monti?

Cosa sarebbe Castelnovo Monti senza i 30.000 abitanti del Comprensorio Montano?

Castelnovo Monti ha investito nel Teatro, nel Centro Coni, nel Centro di Protezione Civile, nei servizi comprensoriali molto di più, giustamente, degli altri comuni.

Nelle gestioni associate, servizi sociali, Ccqs, suap, protezione civile, informatica, turismo ecc., il nostro comune ha sempre correttamente dato di più, molto di più.

Non ha mai dimenticato il principio di solidarietà e sussidiarietà territoriale ed anche nell'ultima conferenza dei sindaci ha proposto di aiutare concretamente il comune di Vetto, in gravi difficoltà economiche a causa delle note vicende.

Non comprendo quindi, anche se non ne sono sorpreso, le affermazioni dei colleghi sindaci; li invito, visto che ormai ogni settimana si svolge una conferenza dei Sindaci della Comunità Montana, ad avere più coraggio, a portare queste loro discutibili, miopi e strumentali, per quanto mi riguarda, affermazioni davanti ai loro colleghi, serenamente.

Il comune di Villa, pur prolungando alcune gestioni associate fino a fine anno 2013, si è di recente rifiutato di approvare una ulteriore provvisoria convenzione sull'edilizia pubblica protetta, che ci ha fatto perdere in 2 anni 142000 euro di contributi, e nessuno tra gli altri Amministratori è andato pubblicamente sulla stampa o sui media a denunciare questo pesante danno alla comunità, perchè tra le istituzioni, in particolare dello stesso territorio, occorre rispetto, sincerità e soprattutto solidarietà e coesione per il bene di tutti i cittadini.

Comunque auguri ai colleghi e soprattutto ai loro concittadini, che si apprestano alla fusione nel Comune delle Tre Valli.

(Gian Luca Marconi, sindaco di Castelnovo Monti)

17 COMMENTS

  1. Che avete fatto voi di castenovo per far avere alla premiata ditta Ferrari,Fiocchi e Lombardi, così tanto astio nei vostri confronti..? Sono anni che non c’è assemblea pubblica organizzata dal sindaco dove non si parli di Castelnovo o di comunità montana e di quanto venga speso nel capoluogo della montagna… Per rimediare potreste trasferite il teatro a Monzone di Toano e l’ospedale a Monteorsaro, non sarebbero molto fruibili ma almeno non si parlerà più di montagna “Castelnovocentrica”…
    ((commento firmato))

    • Firma - (commento firmato)
  2. A 2500 anni dalla secessione sul Monte Sacro e dalla lezione di Menenio Agrippa, qualcuno sbandiera ancora dal suo podio di capo-popolo le divisioni tra ipotetici patrizi e plebei per chiamare all’adunata. Triste.
    (Commento Firmato)

    • Firma - Commento Firmato
  3. Le posizioni dei cittadini di Toano e Villa Minozzo riflettono forse le situazioni che si sono create nel tempo. Basta guardare l’evoluzione demografica dei comuni di montagna, confrontando ad esempio Villa Minozzo e Castelnovo, per rendersi conto delle maggiori o minori difficoltà che incontrano i cittadini dei diversi territori.

    (SC)

    • Firma - SC
  4. Egregio commento firmato, dica Lei cosa ha fatto per poter apostrofare in questo modo ironico le cose fatte, più o meno bene… Parliamone di trasferire tutto a Monzone e Monteorsaro, tanto lì si va a funghi, non si cura gente o si fa cultura…

    (Eros Tamburini)

    P.S. – Vorrei commentare le sue parole, ma ci vorrebbero almeno 100 pagine, quindi stop.

    • Firma - erostamburini
  5. Ritengo opportuno ai fini di una discussione franca fare alcune precisazioni su quanto asserito dal sindaco Marconi. Prendo atto che finalmente anche lui ora dice che attraversiamo un periodo difficile con gravi difficoltà sociali e economiche. Per chi, come me, vive nei territori di crinale e da anni ne denuncia spopolamento e degrado non è una novità quanto accade oggi, anche relativamente ai dissesti del territorio, ma sono conseguenze di scelte di tenuta e sviluppo sbagliate e una parte di responsabilità ritengo sia da imputare al comune capo comprensorio e a chi lo rappresenta.
    La nostra montagna non ha bisogno di ricette semplicistiche del tipo “dobbiamo stare insieme”, “abbiamo bisogno l’uno dell’altro”, “principio di solidarietà e sussidiarietà territoriale” e ma di fatti concreti e di rispetto di tutti gli attori in campo al di là della tessera che hanno in tasca. E qui le cose sono un po’ diverse da come il sindaco le descrive.
    Innanzitutto chi ha stabilito che “inevitabilmente, storicamente e geograficamente” tutti i servizi che egli elenca sono e devono essere a Castelnovo ne’ Monti? Ma soprattutto quali politiche sono state poste in atto per tutelare tutti i territori montani, specie quelli di crinale e cosa si è decentrato sul territorio in questi anni? Direi che poco o nulla è stato fatto.
    Egli rivendica di aver investito molto nelle gestioni associate e in vari settori ma dimentica di dire che molto spesso il tutto ha significato investire sul suo territorio, non a caso tutti, dico tutti, gli immobili di proprietà della Comunità montana sono a Castelnovo ne’ Monti e la stessa Comunità montana investe da anni risorse importanti nel Centro Coni e nel Teatro Bismantova, strutture che non mi risulta per diritto divino dovevano avere sede a Castelnovo ne’ Monti.
    Per non parlare poi della perla del garage della protezione civile abbinato a quello comunale che a tutti i costi si è voluto realizzare, ovviamente a Castelnovo ne’ Monti, e sappiamo con quali risorse e con quanto rispetto delle opinioni contrarie.
    Nell’articolo egli invita i due sindaci ad avere più coraggio e portare le loro affermazioni nella conferenza dei sindaci; ebbene forse era distratto, ma le due amministrazioni hanno deliberato nei rispettivi consigli oltre un anno fa un ordine del giorno in riferimento ai futuri assetti per gestire tutti assieme il territorio montano, ponendo problemi e indicando soluzioni su cui si chiedeva un confronto. Tali delibere sono state mandate a tutti gli enti interessati, ma ad oggi nessuno ha sentito la necessità di portarle in discussione.
    Per non parlare poi delle innumerevoli richieste fatte dal comune di Villa Minozzo di parlare del futuro della Comunità montana, cosa mai discussa seriamente nelle sedi istituzionali ma, a quanto mi risulta, ampiamente discussa in altre sedi.
    Ringrazio il sindaco Marconi per il riconoscimento che egli ci dà, come Comune di Villa Minozzo, per la mancata adesione alla gestione associata dell’edilizia pubblica protetta, scelta che consentirà alla Regione di utilizzare meglio tali risorse, mi auguro a favore dei terremotati.
    Concordo inoltre con lui sul fatto che tra istituzioni, in particolare dello stesso territorio, occorre rispetto, sincerità, solidarietà e coesione; mi permetto di aggiungere anche “condivisione delle scelte e delle politiche da adottare per i nostri territori”, cosa sino ad ora scarsamente praticata.

    (Piero Ferrari)

    • Firma - ferraripiero
    • Mi pare che a Febbio qualche soldino sia arrivato, Sig. Ferrari, credo che Fora di Cavola si sia sviluppato in gran parte per opera della Comunità montana comprese le ultime iniziative di “recupero” ambientale e delle biomasse, proposte opinabili ma dirette a quella parte di territorio, mi pare che il ruolo di Sologno nel Parco non abbia avuto l’opposizione di Castelnuovo e non ho visto Castelnovo opporsi alla vostra chiusura del canile. I servizi di riferimento (ospedale, scuole, ecc.) possono vivere solo con grandi numeri e baricentrici rispetto al territorio: Castelnovo è il punto di riferimento da almeno 2000 anni. Mi fa piacere che almeno il sindaco Lombardi abbia “i piedi per terra” e cerchi un dialogo aperto. Non capisco dove vuole arrivare Ferrari, quali sono i servizi che potrebbero essere dislocati a Villa per servire anche chi abita a Ramiseto, mi faccia capire. E mi chiarisca anche perchè ci sono ditte con sede a Villa che lavorano in tutta Emilia ed altre che hanno trovato più opportuno fare la sede a Felina…

      (mc)

      • Firma - mc
  6. Se mi è consentito, vorrei fare alcune precisazioni. Il termine “odiato” non è mai stato pronunciato, nè da me nè da Fiocchi: ritengo personalmente che la parola “odio” andrebbe bandita dal vocabolario e non dovrebbe mai comparire, nè nei rapporti privati nè in quelli di lavoro/istituzionali. Condivido le affermazioni del collega Marconi: la montagna ha bisogno di Castelnovo Monti, così come Castelnovo Monti ha bisogno della montagna. Castelnovo Monti non crescerà se si indeboliranno i comuni che lo circondano e allo stesso tempo c’è bisogno di un centro capoluogo forte, in grado di essere vero punto di riferimento del territorio. Possono dormire sonni tranquilli i cittadini della montagna: Toano e Villa Minozzo non hanno mai preteso di avere, nei loro territori, l’ospedale o le scuole superiori…. forse saremo sognatori, ma pur sempre con i “piedi per terra”!! Abbiamo, anzi, sempre sostenuto che sui servizi comprensoriali (come l’ospedale e la scuola, appunto) ci deve essere la massima unità e collaborazione da parte di tutto il territorio montano. Quello che invece abbiamo dovuto constatare, in anni di esperienza amministrativa, è che spesso (non dico sempre) c’è la tendenza a concentrare, nel capoluogo montano, anche servizi che potrebbero essere, per loro natura, decentrati negli altri comuni. Non voglio tediare i lettori e ha ragione il sindaco Marconi a dire che tali problematiche devono essere discusse in sede di conferenza sindaci della Comunità montana: a dire il vero, spesso lo abbiamo fatto, ma purtroppo non sempre siamo riusciti ad ottenere i risultati sperati. Vedremo se il futuro riserverà, al nostro Appennino, periodi migliori. Ringrazio il sindaco Marconi per gli auguri, che contraccambio in riferimento al possibile futuro processo di unificazione con il Comune di Vetto.

    (Michele Lombardi)

    P.S – Mi permetto di replicare al lettore “commento firmato”: l’ospedale, come dicevo sopra, non lo pretendiamo!! Non c’è invece bisogno di trasferire il teatro, visto che Toano e Villa Minozzo li hanno già (vedasi “Mantellini” e “Cavola Forum”).

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    Confermiamo che il termine “odiato” è stato virgolettato non perchè pronunciato da uno dei due sindaci (non era del resto all’interno di frasi riportate) ma per rendere un concetto.

    (red)

    • Firma - lombardimichele
    • Vedo che l’ironia a lei sindaco non è gradita.. Me ne dispiaccio. L’ospedale e il teatro erano evidenti “provocazioni”, speravo di poter capire cosa volevano Villa e Toano, ma nè dal suo commento nè da quello del suo collega Ferrari si è capito.. Quali sono ‘sti benedetti servizi decentrabili? Per una volta parliamo chiaro anzichè per enigmi? Magari sono cose che avete palesato nelle sedi opportune ma non tutti i fruitori di questo sito partecipano alle conferenze dei sindaci…

      (Commento firmato)

      • Firma - (commentofirmato)
      • Rispondo volentieri. A me l’ironia è graditissima e anche la mia risposta ha voluto, in tema di “teatri”, avere parzialmente un tono ironico. Un po’ di ironia non guasta mai! Sul tema della eccessiva abitudine, a volte, a concentrare nel comune capoluogo della montagna servizi e strutture o comunque a far sì che tutto debba in qualche modo transitare da lì, le porto un esempio concreto, che potremmo definire ormai “storico”: nel 2004/2005 si costruì un documento importante, che parlava del futuro della montagna reggiana, in seguito alla approvazione della legge regionale sulla montagna. Uno dei punti più importanti di quel documento era la viabilità: ci crede che abbiamo dovuto faticare e quasi litigare per fare inserire un piccolo riferimento anche alle fondovalli (Secchia, Enza, ecc. ecc.)? Sembrava fosse un peccato mortale ragionare su qualcosa che non fosse la SS63: ci mancherebbe, la statale 63 è l’asse viario principale, che collega la pianura al Cerreto, ma quasi quasi si voleva dimenticare il fatto che ci sono interi comuni della nostra montagna (non solo Toano) che gravitano molto di più sulle fondovalli che sulla 63. Le ho citato un unico esempio, però molto importante, che può rendere l’idea di come, a volte, si affrontino le tematiche nel nostro Appennino. Non è nel mio carattere fare polemica, però voglio ribadire il fatto che anche le periferie del nostro Appennino hanno esigenze e necessità e che non esistono solo i servizi comprensoriali, quali l’ospedale o le scuole superiori, giustamente e logicamente collocati in Castelnovo ne’ Monti.

        (Michele Lombardi)

        • Firma - lombardimichele
        • Grazie sindaco questa volta un esempio concreto ed ammetto assolutamente eloquente.. A volte basta così poco per chiarire le idee… Un invito spassionato più esempi di questo tipo e meno rivalse personali come fanno alcuni (non è il suo caso) e vedrete che la gente vi seguirà…

          (Commento firmato)

          • Firma - (commentofirmato)
  7. Il sindaco Marconi ha perfettamente ragione: non si può pensare ad unificare dei territori e delle comunità CONTRO altre comunità del tutto simili e con le quali, tra l’altro, si è condiviso un lungo percorso di collaborazione per realizzare infrastrutture e servizi. Queste motivazioni, oltre che essere poco lungimiranti, negano pure la storia della montagna reggiana, la quale ha un lungo trascorso di collaborazione e scelte condivise (in rete, si dice ora): dall’ospedale ai sevizi sanitari territoriali alle scuole superiori, dalla viabilità all’area artigianale di Fora, dal centro CONI alle stazioni sciistiche; scelte di cui hanno beneficiato tutti i comuni montani, compresi Toano e Villa Minozzo. Personalmente mi auguro che Toano e Villa Minozzo conseguano, attraverso un processo democratico e partecipato da tutti, la loro unificazione. Ma vorrei che ciò portasse ad una maggiore integrazione sia interna a questi territorio (ad esempio per Villa Minozzo l’abbandono di una qualsiasi idea di sviluppo e di futuro dell’area del crinale è evidente è preoccupante), ma anche ad una maggiore integrazione con il resto della montagna reggiana e non solo. Da questo punto di vista la scelta locale e regionale di costituire nell’Appennino reggiano un unico ambito formato da dieci comuni è chiara e non eludibile. L’unificazione dei comuni è solo un primo passo, il futuro prossimo indica che a breve i servizi fondamentali di tutti i comuni dell’Appennino dovranno essere gestiti come Ambito Montano. Ed è stato giusto definire l’Ambito coincidente con il Distretto socio-sanitario e con l’utenza delle scuole superiori perché rappresentano i servizi più importanti da gestire e soprattutto difendere in un ottica che va oltre al singolo municipio. Solo a questa dimensione di comprensorio che raccoglie oltre 30mila abitanti potremmo davvero razionalizzare i servizi, fare un minimo di programmazione e pesare nei tavoli decisionali.

    (Valerio Fioravanti, coordinatore PD Zona Montana RE)

    • Firma - ValerioFioravanti
  8. Da cittadino analizzo la questione sotto un profilo squisitamente logico in considerazione al fatto che “l’unione fa la forza”.
    Si fa un gran parlare di spending review ma vedo che nessuno sia a livello nazionale che locale la sta mettendo in atto visto che la situazione dei nostri comuni montani non sono altro che una specchiatura delle “provincie in relazione allo Stato italiano”.
    Detto ciò, ritengo doveroso sottolineare che visto lo spopolamento inesorabile avuto negli ultimi decenni su tutto il nostro crinale per la mancanza di una seria e adeguata politica economica,amministrativa e logistica, occorre ora fare una riflessione su quale sarà il futuro dei comuni facenti parte la Comunità montana.
    La vita di queste realtà è determinata dal peso che esse hanno in termini di numeri, vale a dire costi e ricavi, bilanci (tutti comunque in rosso), proprio per il fatto che le risorse stanno (o sono già) esaurendo, compreso quelle UMANE che rappresentavano il maggior gettito nelle casse comunali.
    E’ del tutto positivo quello che stanno provando fare i comuni di Toano e Villa Minozzo e il programma di unificazione tra Vetto e Castelnovo ne’ Monti, ma sarebbe più auspicabile e lungimirante il fatto che di queste realtà oramai esauste e prive di forze, se ne realizzasse UNA SOLA.
    Certo sarà molto difficile per le varie comunità disseminate negli attuali comuni accettare una situazione del genere, ma solo pensare di abbattere dei costi gestionali,avere un maggior peso in termini di numero di abitanti e compattare le risorse economiche per un fine comunitario (…perchè la SS 63 nel tratto Collagna-Cerreto non è un problema del solo comune di Collagna e dei suoi abitanti, ma bensì è un problema di tutti quanti noi…) dovrebbe fare riflettere a molti che la strada da percorrere non può essere altro che questa.
    Un referendum indetto nei vari comuni ne andrebbe a sancire un volontà del popolo, riuscire ad abbattere certi preconcetti in relazione ad una certa centralità prevalente determinata da Castelnovo ne’ Monti, sarebbero già due elementi importanti per creare una buona base a questo nuovo soggetto Sociale e Amministrativo per il quale, nulla di più positivo è nel credere di volere e potere fare una Grande Comunità nel nostro Appennino.

    (Alfeo Cassinadri)

    • Firma - AlfeoCassinadri
  9. Non mi interessa rispondere alle provocazioni che sono sottintese in alcuni passaggi del commento di (mc) anche se dichiaro la mia disponibilità a un confronto pubblico con lui in cui parlare della nostra montagna e lì sono disponibile a confrontarmi su cosa ognuno di noi ha cercato di fare per essa, anche con i fatti privati. La cosa grave che mi preoccupa è però l’affermazione “non capisco dove vuole arrivare Ferrari”. Il problema non è “dove vuole arrivare Ferrari” ma cercare di capire cosa egli propone e se serve ai nostri territori.
    Alcuni esempi di scelte per me sbagliate:
    1. a partire dal 1984 hanno detto basta fondovalli ma solo SS 63, abbiamo visto con quali risultati (e per fortuna che eravamo già arrivati a Gatta);
    2. il Ptcp di fatto disegna il futuro dei nostri territori dove esiste un centro, Castelnovo ne’ Monti, la SS 63, e il resto sono i collegamenti con tale centro e per il crinale, turismo e poco altro. Nei piccoli centri di fatto sarà quasi impossibile costruire una nuova abitazione;
    3. una gestione centralizzata dei servizi a Castelnovo ne’ Monti che nei fatti è una prosecuzione dell’attuale Comunità montana.
    Si chiede inoltre quali servizi, che dovrebbero essere gestiti in forma associata, sarebbero da decentrare in altri comuni, personalmente penso tutti o quantomeno la maggior parte. È solo portando servizi e professionalità nei comuni in sofferenza che li si può aiutare a mantenere un tessuto sociale.
    Alcuni piccoli esempi, la gestione turistica potrebbe essere in un comune di crinale, la gestione manutenzione e protezione civile a…, i servizi sociali a… e così per tutti gli altri.
    Le sedi dove gestire i servizi sono i municipi presenti nel territorio.
    Compito di enti pubblici che pensano a uno sviluppo integrato del territorio, a differenza di un privato, non è quello di posizionare i servizi con il compasso per individuare il centro della montagna, ma interrogarsi dove essi possono dare il maggior beneficio per la tenuta della montagna stessa.
    Infine una battuta: non sapevo che Sologno avesse un ruolo nel parco (spero che mc mi dica quale) e non sapevo di dover ringraziare Castelnovo per la sua “non opposizione” ma visto quanto segnalato lo farò sicuramente.
    Mi sorge però spontanea una domanda: ma perché sono sempre gli altri che devono dire sì o no a qualcosa? Sono i misteri della vita, prima o poi anche io, e spero tutti, capiranno.

    (Piero Ferrari)

    • Firma - ferraripiero