Home Cronaca Economia e sviluppo possibile in montagna

Economia e sviluppo possibile in montagna

8
5

Si parlerà di agricoltura e sviluppo rurale nel primo dei sette appuntamenti sull’economia e il possibile sviluppo della montagna programmati dall’Osservatorio sull’Appennino reggiano attivato dalla Camera di commercio cittadina.

L’incontro, in programma lunedì 25 marzo alle 20,30 al CavolaForum di Cavola di Toano, “apre – come sottolinea Enrico Bini, presidente della Camera di commercio– un viaggio di approfondimento e di lavoro progettuale nelle diverse aree, non solo economiche, alle quali più direttamente si lega la tenuta e la crescita della nostra montagna, soprattutto in una stagione in cui la crisi colpisce l’occupazione, molti giovani (la metà dei ragazzi e circa due terzi delle ragazze, come è emerso proprio da una specifica indagine dell’Osservatorio sull’Appennino) ritengono che le opportunità di lavoro siano da ricercare altrove e, contemporaneamente, restano ancora inesplorate diverse possibilità quali, ad esempio, quelle che si legano alla green economy”.

“Il ciclo di appuntamenti – afferma Giovanni Teneggi, componente di giunta della Camera di commercio e responsabile dell’Osservatorio - vuole dunque essere non solo un’opportunità di analisi e condivisione dei problemi con persone, imprese e amministratori locali, ma anche, e soprattutto, costruzione di opportunità, affinché l’Appennino compia un percorso di tenuta attorno alle sue risorse specifiche, mirando all'innovazione e a nuovi mercati, facendo perno sulle esperienze delle imprese”.

 

5 COMMENTS

  1. Come si usa dire “chiudiamo la stalla quando i buoi sono scappati”.
    Sono decenni che le minoranze della montagna hanno segnalato i problemi, addirittura c’è stato il convevo ecclesiale della montagna con tanto di volume che raccoglie opinioni e proposte concrete. Tutto lavoro e parole al vento. Chiedete conto a chi da decenni detiene e manovra le scelte di sviluppo della montagna. Vedrete che sono ancora convinti dell’operato e delle scelte sbagliate, fatte sul non sviluppo e tenuta della montagna che sta franando a valle. Comunque buon lavoro e ottima iniziativa.

    (Fabio Leoncelli – consigliere di minoranza del comune di Busana e dell’Unione dei Comuni del Crinale)

    • Firma - fabioleoncelli
  2. Economia e sviluppo possibile, dove? Con la BUROCRAZIA comunale, provinciale, regionale che imperversa sulle attività ma in particolare nell’edilizia, settore tra i principali trainanti l’economia locale, come pensate possa migliorare? PSC – RUE – POC – PIANI DI ESPANSIONE – AUTORIZZAZIONI A DESTRA E A MANCA, mesi e mesi di tempo perso ed ancora carta, carta e poi ancora carta. Ed il cittadino paga. Se i POLITICI, uniti nel desiderio del vero bene del POPOLO e di quello MONTANARO decidessero di modificare l’attuale sistema di lacci e lacciuoli, probabilmente i cittadini sarebbero invogliati a FARE e da lì a verificare la ripresa. Attualmente si constata l’INDIGNAZIONE generale dei cittadini vessati dal sistema che, dato il populismo corrente, danno linfa a NUOVI PARTITI ben noti a tutti. Perchè dargli torto. C’è forse qualche politico di buona volontà, ed anticipatamente lo ringrazio, che accetta di farsi carico di questi problemi? Cordiali saluti a tutti ed anche al Mio amico Leoncelli.

    (Giorgio Ielli)

    • Firma - IelliGeom.Giorgio
  3. Perché andare a riaprire una ferita dolorosa come lo sviluppo rurale sul nostro Appennino dopo averne provocato il totale dissesto e abbandono negli ultimi 50 anni? L’agricoltura in montagna, ma vale anche per la pianura, necessita di fatti e di proposte concrete, come quelle realizzate ad inizio ‘900 dai Consorzi di Bonifica, migliaia di Km per irrigare le terre di tutte le aziende agricole in pianura e leggi come la 25 luglio 1952 n° 991 “provvedimenti a favore dei territori montani”. Da noi lo sviluppo rurale si è fermato qui; mentre in tante altre Regioni montane si è continuato ad investire sull’agricoltura in montagna, in Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino e in tante altre regioni sono state incentivate “concretamente” le attività agricole e sui territori montani sono stati realizzati invasi e impianti di irrigazioni a pressione che rendono più verdi i loro prati in agosto e settembre che in maggio o giugno, senza l’uso di pompe elettriche o trattori; aumentando la produzione ed evitando qualsiasi danno da siccità come successo da noi nello scorso anno. L’acqua è il vero carburante dell’agricoltura, l’acqua fa la differenza; basta vedere le mele della Val di Non o della Val Venosta, ma da noi le acque si preferisce sprecarle nei periodi di abbondanza e pagare i danni causati dalla siccità quando manca e non fare nulla perchè ciò si ripeta.

    (Lino Franzini)

    • Firma - LinoFranzini
  4. Torniamo ai vecchi mestieri ed aggiorniamoli alle nuove esigenze. Frequento l’Appennino dal 1960 dove ho messo su famiglia. Da quel tempo lontano ho assistito ad un graduale abbandono delle nostre belle terre, senza che nessuno suggerisse ed incentivasse concretamente la trasformazione degli antichi mestieri. Qualcuno è comunque responsabile, in primis le amministrazioni locali forse a tutt’altre cose affaccendate. Se in autunno percorriamo i castagneti troviamo quintali di castagne abbandonate alla mercè dei cinghiali; se scendiamo a valle troviamo poderi con vigneti che seccano e non curati; inoltre prati non più falciati. Una desolazione! Nè i responsabili politici sono riusciti a reclamizzare i prodotti spontanei naturali (aria buona, acqua, verde). Passare la vacanza in montagna è proibitivo per i prezzi esosi, ed allora come può risorgere la Montagna?! Non tutti possono essere colletti bianchi. Ritorniamo ai vecchi mestieri ed aggiorniamoli alle nuove esigenze dando loro l’opportuna visibilità come fanno tante altre regioni.

    (Bruno Tozzi – consigliere d’opposizione del Comune di Busana e capogruppo PDL Comunità Montana)

    • Firma - brunotozzi