Riceviamo e pubblichiamo.
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Dopo l'intervento della Signora Laura Zona Assessore all'ambiente del Comune di Montefiorino, nell'articolo di "montagna intubata" del 30/021/2013, ed il più recente del 09/03/2013, dove vengono riportate notizie ufficiali e di estrema importanza , in merito alla costruzione della centrale sul Dolo in localita' Cerredolo, il Comitato per la difesa dei fiumi torrente Dolo dichiara :
dopo le infinite operazioni per fermare la costruzione di questa nuova centrale, che da sempre abbiamo ritenuto troppo impattante per il nostro territorio, per il nostro torrente gia' penalizzato nell'anno 2008, per la mancata salvaguardia della fauna ittica presente e protetta da leggi regionali e direttive comunitarie, per la flora protetta , per la paesaggistica delle nostre terre,per la salvaguardia del turismo e della popolazione stessa, dopo aver sollevato sia sulla stampa che alle riunioni il problema territoriale
e cioù (l'opera ubificata nel territorio del Comune di Montefiorino) e di conseguenza il problema Centrale Enel di Farneta che ha una concessione sul torrente Dolo quasi secolare . dopo la raccolta di un vasto consenso di firme di Cerredolesi di residenti nel Comune di Toano , di residenti nel Comune di Montefiorino e di varie Associazioni della Provincia , atte a dimostrare il completo dissenso a questo progetto, e regolarmente protocollate in Comune di Toano .
Informiamo che nel mese di Marzo 2013, Enel con un comunicato agli Enti Competenti: Regione Emilia Romagna -Provincia di Reggio Emilia- Comune di Toano e per conoscenza al Comune di Montefiorino espressamente dichiara: "di opporsi alla presa delle acque dal canale di scarico Enel come da progetto" tale progetto comprometterebbe il regolare funzionamento della centrale stessa.
Sinteticamente si ritiene infatti che la nuova opera cosi' come prevista determinerebbe:
1) un rigurgito che limita e compromette il funzionamento della Centrale Enel
2) un'interferenza in fase di costruzione,per la necessita' della fermata dello stesso impianto , con conseguente perdita di produzione.
3) interferenze del normale esercizio anche per rilevanti aspetti relativi alla sicurezza del personale , almeno in occasione di controlli /manutenzioni anche a valle dell'impianto.
dal punto di vista amministrativo dichiara poi:
la soluzione proposta si tradurrebbe in una sostanziale modifica dell'opera di scarico della centrale stessa , rispetto ai contenuti del relativo disciplinare di concessione(come sottensione totale o quantomeno parziale)
dichiara infine la stessa Enel di non essere stata coinvolta ma di avere appreso notizie dagli organi di stampa.
Noi del comitato ci chiediamo come sia possibile una dimenticanza di questo genere? come si puo' ignorare l'esistenza di una centrale secolare ? e rischiare di assoggettare la stessa a condizioni di una nuova concessione? siamo sconcertati ed al contempo felici, finalmente quella parte oscura quella "verità sommersa" che ci ha assoggettato ad accuse del tipo "contestatori di tutto" e' uscita alla splendida luce del sole.
Ci auguriamo che questo nuovo evento porti a riflettere coloro che a spada tratta hanno portato avanti le cose senza prendere in considerazioni gli appunti, le interrogazioni, le obiezioni e le volonta' sollevate ripetutamente da noi da altri comitati ed associazioni e dai tanti firmatari in opposizione al progetto della nuova centrale a Cerredolo.
siamo felici ed insieme a noi tutti coloro che hanno contribuito e lavorato credendo in questa cosa.
Ci auguriamo che per un po' si riesca ad avere un po' di pace e che il nostro torrente ci possa ospitare come sempre , senza essere deturpato da ruspe escavatori tubi d'acciaio e turbine.
esausti ormai attendavamo solo un miracolo... ed eccolo!
Il Comitato per la difesa dei fiumi torrente Dolo
Questa notizia mi rallegra molto:Anche se non sono cerredolese o toanese la”manomissione”di quello che e’ rimasto integro nei nostri fiumi e torrenti,di captazione delle acque,di alterazione della fauna ittica e del panorama,la deturpazione delle nostre bellezze e’ sempre un annuncio luttuoso e che Enel abbia smentito questo intervento e’ davvero da festeggiare.Quello che non ho ben capito e’ se Enel non realizza il progetto perche’ tecnicamente impossibile o se si e’ presa coscienza che un po’ d’acqua nei nostri torrenti bisogna lasciarla, grazie all’impegno di chi era contrario ad un nuovo impatto ambientale del tutto negativo.
(Paola Agostini)
Mi auguro di saperne un po’di più dall’Enel o dai tecnici; non comprendo perchè dalle centrali di Selvanizza, di Predare e da tantissime altre i progetti “esecutivi” sono andati avanti e per la centralina del Dolo, tutto si blocca; misteri all’Italiana.
Da parte mia parto dal concetto che chi si oppone ad usare le acque per produrre energia elettrica faccia un grande favore a chi la produce col petrolio, infatti in Emilia Romagna l’80% circa dell’energia usata è prodotta da gas e petrolio e guai a produrla diversamente; l’inquinamento che producono non interessa a nessuno e neppure se paghiamo l’energia il doppio di altri paesi europei e l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici possiamo averla solo di giorno ma a noi credo che la luce in casa o in fabbrica serve anche con la luna e l’acqua può fornircela anche di notte.
Ma la cosa che più rattrista è che si impedisce a dei Comuni montani di utilizzare le proprie risorse naturali per sopravvivere a causa di chi continua a dire di no a tutto, anche all’uso delle acque per dare energia pulita; mi sembra di ricordare che Kioto e Copenaghen chiedessero proprio questo all’Italia, ma questo non vale per il Dolo e per i petrolieri.
Per i danni catastrofici che vengono elencati vorrei sapere se per quest’opera è stato fatto lo studio di impatto ambientale; quello credo sia un documento ufficiale a cui tutti dovrebbero attenersi.
(Davide)
Davide, le tue considerazioni sono piuttosto superficiali e sanno tanto di “greenwashing”. Chiunque abbia appena appena approfondito il tema energetico, una delle più grosse emergenze che ci troveremo a fronteggiare nei prossimi anni, sa che la questione vera e cruciale non è tanto la scelta tra fonti fossili e rinnovabili (chi ancora sostiene che il picco del petrolio è mera fantasia è un pazzo, un disinformato, un menefreghista o semplicemente uno che ha degli interessi economici da tutelare!) bensì il principio ormai assunto a fondamento di ogni programmazione strategica in materia (compresa quella dell’Unione europea!) che l’unica energia davvero pulita è quella risparmiata! Non abbiamo bisogno di nuove centrali, abbiamo invece necessità di lavorare – amministratori in primis – sui concetti dell’efficienza, del risparmio, della riduzione dei consumi! E allora il primo quesito a cui rispondere è il seguente: abbiamo davvero bisogno di questo nuovo insediamento? A chi va questa energia? Chi ne beneficia? Rimane in loco oppure viene immessa nella rete globale? Perchè se è vero che il futuro energetico sostenibile si giocherà su piccole produzioni locali, che consentono di abbattere i maggiori costi e le inevitabili dispersioni della filiera lunga, è giocoforza domandarsi se almeno questo requisito sarà soddisfatto con questa operazione perchè, se non è così, davvero la bilancia pende dalla parte sbagliata. Ed è anche ora di smetterla con il mantra della ripresa economica attraverso devastazioni inutili, quando solo lavorando sul settore della riqualificazione energetica degli edifici, privati e pubblici (quanti sprechi a causa di impianti obsoleti e strutture colabrodo!) ci sarebbe da far lavorare parecchi operatori.
(Lucia Manicardi)
Se mi è permesso vorrei puntualizzare alcune cose in merito alla vicenda Enel – centrale sul Dolo, perchè credo si stia facendo un po’ di confusione:
– non è Enel che decide se l’acqua di un fiume può essere captata o no. Le autorizzazioni sono rilasciate dalla Regione e dal Servizio Tecnico di Bacino, la ditta che realizzerà l’impianto (la C.E.V.) è già in possesso di tali autorizzazioni.
– Sul fatto che Enel non sia stata convocata alle conferenze di servizio bisogna porre il quesito alla Regione, ente che convoca le conferenze di servizio in materia di Valutazione di impatto ambientale (Via). Di sicuro c’è una cosa: non è possibile che Enel non fosse a conoscenza del progetto, per il semplice fatto che Enel stessa (sarà pure un altro settore di Enel, ma sempre Enel è!) ha rilasciato l’autorizzazione alla immissione in rete Enel (in località la Guarana di Cerredolo) dell’energia elettrica che verra’ prodotta dall’impianto.
– Enel ha fatto presente, con la comunicazione di alcune settimane fa, che il progetto potrebbe (il condizionale è d’obbligo, dovrà essere dimostrato) creare interferenze al canale di scarico Enel della centrale di Farneta. Credo che i tecnici di Enel e quelli della ditta Cev dovranno fare tutte le verifiche tecniche necessarie e, se davvero ci sono dei problemi, dovranno trovare le soluzione tecniche più opportune. Ma sia chiara una cosa: Enel non ha mai detto di no al progetto, anche perchè non è Enel che decide in merito. Ringrazio per l’attenzione.
(Michele Lombardi)
Rispondendo a Paola, Enel ha una concessione sul torrente quasi secolare, la ditta costruttrice non è la stessa Enel ma si tratta della Cev di Padova, con progetto che limiterebbe la funzione della stessa Centrale di Farneta. Quindi: nuova concessione, nuova Centrale. Forse non è stato specificato chiaramente il concetto ma si tratta di una nuova con nuovi gestori, che si aggancerebbe a quella di Enel, ti ringrazio del tuo parere positivo! In risposta, invece, al signor Davide: ha ragione sicuramente su un punto, “i misteri all’Italiana” e cioè come si può costruire una nuova centrale e collegarsi a quella di Enel già preesistente senza dare comunicazione o chiedere parere/autorizzazione alla stessa Enel?Questo pare veramente un grosso mistero!, per quel che riguarda lo studio d’impatto ambientale da noi, anzi da me è stato consultato, la stessa Regione dichiara l’esistenza sul tratto di torrente interessato di specie protette e stra-protette da leggi regionali e direttive europee, senza poi parlare del tasto dolente delle frane in quel di Cerredolo ripartite tutte in questi giorni, (vedi disastro frana che ha lasciato un intero paese senza gas) e compreso frane nel tratto modenese interessato alla costruzione di questa nuova centrale. Qui si dovrebbe scavare per 6km ai piedi delle stesse? A proposito sempre di impatto ambientale, in merito poi ai comuni montani e a quelli che come dici tu “dicono di no a tutto”, ribadisco un vecchio concetto: qui a Cerredolo le centrali sono già 3, a noi non interessa. Sul torrente Dolo c’è da quasi un secolo quella Enel che interessa lo stesso tratto, vedi che prima di scrivere ci si dovrebbe documentare. Nessuno del comitato per la difesa dei fiumi torrente Dolo è contrario alle centrali ma alla sua eccessiva esplosione è fermamente contrario, come del resto lo sono io.
(Odette)
Al sindaco Michele Lombardi, riportiamo l’intera lettera di Enel per un fatto di chiarezza e di trasparenza dei concetti, perchè non venga nuovamnete travisata la realtà dei fatti:
Oggetto: nuova centrale sul torrente Dolo in località Cerredolo
Essendo recentemente venuti a conoscenza attraverso gli organi di stampa dell’avvenuto svolgimento della seduta conclusiva della Conferenza dei Servizi relativa al progetto di una centrale idroelettrica sul torrente Dolo, abbiamo provveduto a visionare la relativa documentazione presso il Comune di Toano. Dopo una prima se pur sommaria analisi di tale documentazione desideriamo esprimere tutto il nostro disappunto per il mancato coinvolgimento della Scrivente Società nella suddetta Conferenza dei Servizi, che sarebbe stato a nostro avviso doveroso in particolare a seguito della scelta di realizzare l’opera di presa del nuovo impianto direttamente sul canale di scarico della nostra centrale di Farneta anzichè con traversa in alveo a valle di detto scarico. A prescindere da ogni considerazionein in merito alla compatibilità di tale soluzione (peraltro, come apprendiamo, suggerita dalla stessa Conferenza dei Servizi) con le direttive della deliberazione 1793/2008 di cui appare rispettare la lettera ma non lo spirito, riteniamo che essa presenti elementi di forte interferenza con il nostro impianto di Farneta, introducendo limitazioni e vincoli al suo regolare esercizio. Sinteticamente riteniamo infatti che l’opera così come prevista determini:
– un rigurgito che limita e compromette il funzionamento del nostro impianto;
– una interferenza in fase di costruzione, per la neccessità della fermata del nostro impianto, con conseguente perdita di produzione;
– interferenze nel normale esercizio anche per rilevanti aspetti relativi alla sicurezza del nostro personale, almeno in occasione di controlli/manutenzioni alle opere a valle del nostro impianto.
Dal punto di vista amministrativo osserviamo poi che la soluzione proposta si tradurrebbe in una sostanziale modifica dell’opeera di scarico della centrale di Farneta rispetto ai contenuti del relativo disciplinare di concessione,configurandosi peraltro, secondo l’art.29 del regolamento regionale 20 novembre 2001 n.41, come sottensione totale o quantomeno parziale. Ci sembra infine singolare che le analisi di esercizio e le valutazioni tecniche relativamente al funzionamento della centrale di Farneta in relazione alla nuova centrale di Cerredolo, riportate nel verbale della Conferenza dei Servizi, siano state formulate senza il coinvolgimento del gestore dell’impianto. Con la presente siamo quindi a richiedere informazioni in merito allo stato di avanzamento del procedimento autorizzativo dell’impianto in oggetto, ed intendiamo contestualmente formalizzare la nostra opposizione alla realizzazione dell’opera di presa come da progetto per le motivazioni sopra descritte, invitando a perseguire una diversa scelta progettuale e riservandoci di far valere le nostre motivazioni presso le sedi che riterremo più opportune al fine di salvaguardare i nostri legittimi interessi.
In attesa di riscontro restiamo sin d’ora a disposizione per meglio chiarire la nostra posizione.
Così in questo modo non verranno sollevate inutili polemiche e relative accuse.
(Il Comitato per la difesa dei fiumi torrente Dolo Cerredolo)
Ci sarebbero da dire mille cose sulle procedure ma la Regione se non ha convocato Enel in conferenza di servizi ha emesso un atto nullo, in quanto la centrale Cev si aggancia a precedente concessione che non può essere modificata se non con la partecipazione di Enel alla conferenza. Se è stato fatto questo errore tutto il resto è fuffa, l’atto è nullo e Cev deve rifare tutte le procedure. Le alternative anche in zona per produrre energia pulita ci sono.
(Stefano Bagni)
Presumo che la valle del Dolo sia un’isola felice come tutto il comprensorio montano dove esiste ricchezza, sviluppo e lavoro per tutti. Se così non fosse non si direbbe di no al canile comprensoriale, alle centrali idroelettriche, alle pale eoliche, alle centrali a cippato e a tutto quanto garantirebbe la sopravvivenza di questi territori; parlo di opere che vengono fatte ovunque e non di centrali nucleari, di depuratori o impianti petrolchimici; in compenso si dice di sì ai pannelli fotovoltaici perchè il businnes del silicio sappiamo bene a chi è in mano. Se questo è quello che i montanari vogliono, accettiamolo, ma almeno si abbia la serietà e il buon senso di non parlare di crisi economica, di mancanza di posti di lavoro e di abbandono di queste terre. Il mio timore è che a dire di no a tutto questo non sia la povera gente del posto ma chi ha “la pancia piena” che arriva da lontano e che non ha preoccupazioni per arrivare a fine mese; altrimenti non mi spiego come ad inizio secolo furono fatte opere gigantesche sui fiumi, opere che oggi sono prese da esempio come richiamo turistico e sviluppo del territorio, come l’atelier delle acque della Centrale di Ligonchio, e oggi si dica di no ad una centralina idroelettrica che tanta acqua riceve tanta ne rilascia e che presumo lasci il minimo deflusso vitale sul torrente. A mio avviso se le cose vanno male, e temo andranno peggio, si continui a dire di no a tutto, solo una cosa sarà chiara, sapremo di chi è la colpa.
(Sergio)
Sono d’accordo con quanto espone Davide e aggiungo che, vista la quantità di energia pulita prodotta, rinunciare al progetto sarebbe un grosso errore.
(Paolo)
Giusto, sapremo a chi dare la colpa anche quando il turismo traslocherà altrove, quando la gente che vive qui verrà totalmente privata dei fiumi del territorio e delle abitudini di vita e si troverà circondata da una miriade di centrali, di discariche, di deturpamento territoriale. Se si pensa che negli ultimi mesi un numero considerevole di frane si sono messe in movimento, proprio nei territori interessati da questi bellissimi progetti, se si pensa che stiamo affrontando situazioni di emergenza e si tende con queste nuove escavazioni a peggiorare situazioni già precarie sicuramente alla fine di tutto ciò speriamo proprio di trovare chi ha colpa di tutto questo, perchè nelle scelte poi si deve avere anche il coraggio di saper affrontare le relative responsabilità e presumo, in molti casi, che saranno responsabilità molto pesanti.
(s.a)
Se non ci fossero gli incentivi legati alla produzione di energia dalle cosiddette fonti rinnovabili nessuna ditta si sognerebbe di investire cifre enormi su progetti come quello sul torrente Dolo per produrre una quantità di energia che potrebbe essere tranquillamente prodotta dalla già esistente centrale Enel che, per quello che ne so, produce in virtù della richiesta e lavora non nel pieno della potenzialità che avrebbe. Ma qualcuno ci deve guadagnare e sicuramente non sarebbero nè la “povera gente del posto” nè il territorio, nè il Comune sarebbe libero di utilizzare gli introiti derivanti come crede, per legge sono utilizzabili solo per ripristini ambientali. Quante persone conoscete che hanno trovato un posto di lavoro presso queste centrali dopo la loro costruzione? Affermare che la sopravvivenza dei Comuni montani sia legata alla svendita delle proprie risorse naturali è una bestemmia…
(Lorena Lugari)
A parte il fatto che qui nessuno dice di no a tutto e che pochi impianti con un minimo impatto territoriale ed ambientale potrebbero benissimo essere condivisi, mi permetto di osservare che di isole felici ne conosco poche e che distruggere gli ecosistemi di fiumi e torrenti non sia il miglior modo per rendere felice la montagna. Il mio timore è che si arrivi a fare come quello che d’estate si vende la stufa per mangiare, salvo poi morire di freddo d’inverno. Ribadisco la mia convinzione che l’unica nostra risorsa sia il territorio e che questo non debba essere svenduto ma rivalutato, per questo prima di decidere sulla necessità o meno di questi interventi penso che sia doveroso porci seriamente delle domande: in relazione al proliferare di tutte queste indispensabili mini-centrali, quale energia pensiamo di utilizzare nei periodi estivi quando i corsi saranno in secca? L’unico blak out in Italia si è verificato nel luglio del 2007, in piena estate. Quanta energia potrebbero produrre le centrali di Farneta e Ligonchio, se rimodernate e portate al massimo della loro funzionalità? Quanta ne potremmo produrre col fotovoltaico posizionato sui tetti delle nostre case? Quale reale occupazione e quale sarà il ritorno diretto per noi montanari derivato dalle mini-centrali? Il proliferare di queste opere porteranno rivalutazione o degrado del territorio? Queste e tante altre domande andrebbero fatte pretendendo delle precise risposte, prima e non dopo aver lasciato fare. Se invece di favorire le speculazioni sui finanziamenti pubblici (il 7% nelle nostre bollette viene destinato alle fonti di energia rinnovabili) si cominciasse a pensare come risparmiare energia, a come eliminare gli sprechi, a come informare la gente su un utilizzo economico e razionale, si cominciassero ad utilizzare i lampioni a led per l’illuminazione pubblica, a promuovere tante piccole cose che tutte insieme porterebbero risultati, forse così non ci sarebbe tutto questo bisogno di energia. Però questo non è business, per il business bisogna far aumentare la richiesta per poter produrre sempre di più, come gli antichi romani che si provocavano il vomito per poter mangiare ancora. Poi però ricordiamoci la fine che hanno fatto.
(Antonio Manini)
Cari Davide e Paolo, da come vi esprimete si capisce chiaramente che non avete avuto modo di approfondire il progetto della centrale sul Dolo. L’opera, infatti, interessa in gran parte il territorio del Comune di Montefiorino e viene proposto in zona a grande rischio idrogeologico (è del 2004 la frana di Lama del Corvo cha ha provocato il crollo di due fabbricati e ha minacciato seriamente di ostruire il greto del Dolo). Provate a pensare ad un tubo di 2 metri di diametro, per una lunghezza di 6 Km., alla profondità media di 3 metri, collocato al piede della scarpata, in sinistra idraulica, per evitare il diretto coinvolgimento del comune di Montefiorino. A mio avviso è roba da matti. L’equilibrio complessivo di quei versanti, sia in destra, sia in sinistra idraulica, è fragilissimo, lo dimostrano le tre recenti frane provocate in questo ultimo mese dallo scioglimento delle abbondanti nevicate e dalla piogge torrenziali degli ultimi giorni, con la conseguente chiusura al transito di Via della Centrale. Guarda caso il comune più interessato dai lavori è il comune di Montefiorino che non becca un euro e si ciuccia tutti i danni e i disagi prima, durante e dopo l’intervento.
(Tiziano)
Comprendo che alcuni possono essere contrari a queste opere ma la correttezza imporrebbe che la realtà non venga stravolta e mi riferisco alla sicurezza idraulica dei versanti. Qualsiasi tratto di torrente interessato da questo tipo di opere a fine lavori risulta più consolidato di prima, per il semplice fatto che chi fa l’investimento deve bloccare l’abbassamento costante dell’alveo per non intaccare la conduttura e ciò comporterà la realizzazione di briglie o gabbionate. Il signor Tiziano fa presente la situazione disastrosa di questo tratto di torrente ed elenca le numerose frane presenti; la realizzazione delle opere potranno solo stabilizzare i versanti e ridurre il numero di frane e non aumentarle come avviene ora per il costante abbandono del territorio e per l’abbassamento dell’alveo. Inoltre usare paroloni come “sottrazione dei fiumi” è proprio fuori luogo, il minimo deflusso vitale è imposto proprio per questo. Dopo aver letto su un commento che la realizzazione di quest’opera farà traslocare il turismo altrove mi fa ridere per non piangere; ma di quale turismo si parla?; il turismo si è già trasferito altrove e guarda caso si è trasferito dove si è creato lavoro e sviluppo e non certo dove si continua a dire di no a tutto, compreso alle opere utili come questa.
(Sergio)
Rispondiamo al signor Sergio, che ha tutta l’intenzione di rassicurare e smentire quello che il Signor Tiaziano asserisce. Ci stiamo chiedendo se Lei è della zona, se conosce questo territorio e se sa cosa sta succedendo a Cerredolo e zone limitrofe, comune di Montefiorino in merito alle frane. Secondo lei se i lavori di questa nuova centrale fossero già iniziati cosa sarebbe successo? Quale sicurezza dei versanti che stanno tutti slittando inesorabilmente nel fiume? Per quello che riguarda “il deflusso minimo vitale” lo viene a controllare lei, signor Sergio? Per il turismo poi, essendo di Cerredolo le possiamo confermare che, nonostante il devastamento del torrente Dolo negli anni 2007/2008 il turismo è ancora vivamente presente, sia per la pesca sportiva, che per la villeggiatura, che per i residenti. Mi permetta, lei sta facendo un po’ di confusione, la gente si sposta per lavorare ma si trasferisce nei nostri luoghi per riposare e godere (ancora per poco) di paesaggi ancora discretamente piacevoli! Se si vuol poi considerare un tasto dolente che è quello della crisi economica che ha trasformato le rive dei nostri fiumi e torrenti, negli ultimi tempi, in vere e proprie spiaggie “il mare dei Poveri”! Spiagge che con tutto l’impegno possibile stiamo tentando di salvare. Poi dipende sempre come un essere umano vede un fiume o un torrente! Con quali occhi? Per noi è un bene comune, una cosa da difendere, una cosa da ammirare! Per altri è semplicemente fonte di guadagno, sia che le opere siano opere necessarie o non lo siano! “Non c’e peggior sordo di chi non vuol sentire”, qui le centrali sono 3 e siamo veramente stanchi. Per gli amanti di queste opere bellissime: si possono fare anche nel cortile di casa, volendo!
(Odette)