Riceviamo e pubblichiamo.
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Durante la seduta del Consiglio della Comunità montana di lunedì 11 marzo scorso, la presidente Garofani ha comunicato la decisione dell' Ente di rinunciare in via definitiva al progetto canile comprensoriale.
Per questo progetto, partito nel 2007, erano già state deliberate risorse finanziarie per 990.421,51 euro, ossia:
- un finanziamento regionale di 178.390,00 euro;
- risorse da P.A.O. (Piano annuale operativo) 2010 per 771.954,95 euro;
- un residuo anno 2005 di 40.076,56 euro.
Ovviamente il finanziamento regionale dovrà essere restituito, mentre per le risorse da PAO 2010, l'Amministrazione della Comunità montana tenterà di farle dirottare su altri progetti (o per la copertura dei debiti pregressi?).
Restano i costi fin qui sostenuti - per le prove di compatibilità ambientale, gli studi di fattibilità e di progettazione - che sembrano essere consuntivati in 111.000,00 euro a carico del bilancio della Comunità montana. Dovrebbero essere recuperati solo 12.000 euro da un precontratto per un terreno in località Croce di Castelnovo ne' Monti. Un vero spreco di denaro pubblico!
Certo i 2 milioni e 200.000 euro previsti per un canile erano una somma molto consistente per una comunità che forse ha altre priorità, e più di un dubbio in tale senso era sorto, anche per la difficoltà del reperimento di un'area adatta allo scopo. Oltretutto il problema dei costi di mantenimento del canile sarebbe comunque rimasto anche con la nuova struttura.
La scelta, secondo noi sbagliata, di continuare a perseguire l'idea di un canile per 200 cani con un costo così elevato, che aveva trovato puntualmente l'ostruzionismo dei cittadini delle località di volta in volta selezionate (Croce, Casina, Ramiseto Canova, Gazzolo...), doveva orientare chi di dovere verso la decisione di una struttura più contenuta e di minore spesa.
Duole constatare però che anche nel territorio montano imperversa la cultura del "no", no a tutto, a qualsiasi iniziativa, da qualsiasi parte provenga, dalle biomasse alla produzione di energia elettrica, da nuove strutture agricole alle fondovalli, in modo trasversale e quindi che il canile va bene, basta che non venga realizzato vicino a casa propria..!
La minoranza consiliare ritiene altresì che il problema randagismo vada prevenuto con azioni efficaci, con un controllo assiduo sul territorio delle disposizioni dell'anagrafe canina, con una costante sensibilizzazione dei cittadini, per tentare di ridurre progressivamente il fenomeno.
Più di un consigliere di minoranza ha chiesto come mai con quel contributo regionale non si sia pensato perlomeno ad impiantare un piccolo canile sanitario per almeno 20 cani, previsto dalla legge e attualmente appaltato con tante criticità, evitando la restituzione dei fondi alla Regione.
Una piccola struttura, eventualmente recuperata, senza spreco di terreno e di denaro pubblico, dalle migliaia sparse sull'intero territorio, che non comporterebbe che un minimo impatto ambientale e che quindi si rivelerebbe in questo senso molto più fattibile..
La presidente ha risposto che a Canova di Ramiseto era stato ipotizzato un canile sanitario, che comunque comportava costi elevati di carattere generale (1.200.000 euro per 40 cani) e che 20 cani sono troppo pochi per far partire un canile: il costo sarebbe ancor più sproporzionato… Non è più possibile chiedere di utilizzare il contributo alla Regione per un piccolo canile sanitario… La futura Unione prenderà in considerazione il problema. Di fatto per il territorio montano il problema rimane aperto e il contributo perso.
La patata bollente del canile rimarrà alla futura "Unione dei comuni" e ai prossimi sindaci "senza portafoglio"!
(I consiglieri di minoranza della Comunità montana Renzino Fiori, Maria Alberta Ferrari, Luisa Bezzi, Franco Baccini)
Capisco perchè la Montagna sta scomparendo: i NO a tutto non portano a niente di buono. Se i fondi erano stati stanziati per il canile cosa è venuto a mancare? Anche questo è l’Italia. Comunque BUON LAVORO.
(Graziana Campani)
Non si è potuto o non si è voluto fare il canile, mah!? Alcuni progetti hanno sicuramente trovato opposizioni più o meno forti e più o meno fondate ma sono bastate per fermare tutto, l’ultimo progetto, quello di Fora, timidamente presentato all’opinione pubblica e anche se era un bel progetto, è stato stoppato sul nascere dai sindaci. Pur se dispiaciuti per la perdita dei contributi, in Comunità Montana, un po’ tutti si sono detti soddisfatti che non si sia fatto niente, anche la minoranza. A me non piace definirmi minoranza, la minoranza la lascio fare ad altri e mi definisco di opposizione, non condivido questo modo di ragionare che porta la Montagna ad avere, non delle cose di cui vantarsi, ma sempre e solo dei rimedi. Non vengono considerate che alcune cose; il costo più elevato per la costruzione del canile è dovuto al presidio sanitario che richiede una clinica veterinaria dove poter prestare cure ai cani e il resto, che sono box, recinzioni, ecc. non ha lo stesso impatto sul costo complessivo del progetto. Che le cifre citate attribuivano un costo di un milione di euro per una struttura adatta ad accogliere 32 cani, mentre per un canile in grado di rispondere a tutte le esigenze territoriali ci sarebbero voluti due milioni di euro per 200 cani, che una semplice operazione, per definire come potrbbe essere conveniente l’investimento si fa dividendo il costo dell’opera per il numero dei cani accolti e siccome un milione diviso 32 o due milioni diviso 200 danno risultati diversi si evince chiaramente che non sempre la cifra inferiore è quella conveniente. Un canile poi, potrebbe anche essere visto sotto aspetti diversi, occupazione creata e indotto generato sono i primi, ma si potrebbe pensare anche ad un canile non come un posto da tenere dei cani in gabbia ma dotato di una struttura albergo per l’accoglienza di cani che la gente non sa dove mettere in certi periodi, una struttura attrezzata per l’addestramento, un allevamento, insomma una struttura per cui distinguerci invece, dopo sei anni di chiacchiere inutili, di soldi spesi in studi e progetti, di tempo sprecato con il solo scopo di non perdere il finanziamento, si propone di fare la solita struttura rimediata solo perchè è obbligatorio averla, continuando poi a portare i cani chissà dove con relativi costi di trasporto e perdite di tempo. Ricordiamoci che spendiamo oltre duecentomila euro ogni anno per questo servizio e che averlo sul territorio comporterebbe un piccolo ritorno economico che così non c’è. Più che di costruire il canile si sta cercando il modo di rimediare o peggio ancora, di rimandare il problema, rimandarlo così come viene fatto da sempre con l’anagrafe canina, controlli inesistenti o figurativi, peccato che non si possa fare lo stesso ancher per canile, far finta di farlo…
(Antonio Manini)
Anche se impossibilitato a partecipare direttamente alla dinamica di Comunità Montana mi associo alle dichiarazioni, alle rimostranze ed alle lamentele del gruppo di minoranza a cui appartengo. Troppe chiacchiere a vuoto si son fatte sul canile! E’ proprio vero, quando c’è troppo fumo, poco o niente è l’arrosto. Se il canile effettivamente serve per i troppi cani che vanno a zonzo liberamente per la nostra montagna si faccia, e non arrestiamoci al primo ostacolo.
(Bruno Tozzi – consigliere di Comunità Montana)
Non realizzare il canile comprensoriale è l’ennesima dimostrazione di come alcuni, inclusi i fautori del “NO” a tutto hanno portato il territorio montano allo spopolamento, al dissesto e alla chiusura di attività commerciali, scuole, uffici, ecc… Un canile comprensoriale dei Comuni dell’Appennino non era solo un ricovero per cani e gatti, era molto di più; e qualche commento precedente lo accenna; ma un canile in montagna danneggiava sicuramente qualche canile “privato” della pianura a cui avrebbe fatto mancare “l’osso”; ed inoltre temo che l’importo del finanziamento, o quel che resta, fa comodo ad altri; chissà se lo scopriremo. Mi auguro che questo ennesimo esempio faccia comprendere dove ci ha portato chi si è sempre opposto a tutto, ma quando tutti lo capiranno sarà troppo tardi per noi montanari; secoli di storia, di tradizioni e tanti sacrifici dei nostri padri saranno perduti. Per ora ci basti pensare che la politica del NO a tutto, che persegue da anni, portò i nostri giovani nei paesi a valle e che ora la stessa sorte tocca ai cani randagi della montagna; personalmente mi viene da pensare che forse starebbero meglio qui randagi che chiusi in un canile della bassa; scusate lo sfogo.
(Lino Franzini)
Il fatto che abbiano deciso di calare il sipario sull’esigenza del canile comprensoriale per la montagna è una vera tristezza che si aggiunge a quelle che ci sono già. Se poi ci aggiungiamo gli indicati 110.000 euro di studi prliminari tecnici spesi per niente direi che l’unica parola possibile sia: “SCANDALO”. Mi piacerebbe tanto vedere come pensano di rimediare. Intanto i “NO” continuano tranquillamente e, in forma del tutto improduttiva per il territorio, a pesare sul bilancio nazionale. Che poi una cosa non torna: erano stati esposti costi tecnici per la “realizzazione” di questo canile di poco più di 70.000 euro, stranamente per la “NON REALIZZAZIONE” se ne riferiscono 110.000?
E infine sono sicuri di non essere smentiti dicendo che un “canile sanitario comunque comportava costi elevati di carattere generale (1.200.000 euro per 40 cani) e che 20 cani”? Non ci credo.
(Marco)
Quando non si vogliono fare le cose, tutte le scuse sono buone, non fare niente per continuare a rimpallarsi le responsabilità da destra a sinistra, sembrano tutti d’accordo con coloro che dicevano ai giovani tempo fa che dovevano spostarsi verso le città, perchè qua non vi sarebbero mai state opportunità di lavoro, infatti ancora una volta i nostri lungimiranti amministratori ne stanno dando prova, non essendo stati capaci in tanto tempo di individuare una zona dove costruire un canile, non una megalopoli, un semplice canile, se non fosse perche è sempre la stessa cosa da parecchi anni a questa parte verrebbe da ridere, ripensando a tutte le promesse che vengono elargite ad ogni campagna elettorale. Mi sorge un dubbio anche sul vecchio detto che il montanaro ha la testa grossa ma tanto cervello; a giudicare da come continua a votare forse è di memoria corta e chi ci amministra se n’è accorto, quindi ne approfitta ad ogni tornata, confidando su questo. Speriamo che prima o poi suoni la sveglia anche per i montanari e si ricordino bene chi hanno votato, cercando di non perseverare troppo nell’ingenuità, provando a cambiare, tanto oramai non abbiamo più niente da perdere a cambiare imbonitori e voltagabbana. Meditate gente. Saluti.
(Beppe)
L’ennesimo esempio della politica che non sa decidere, che preferisce avvallare i comitati per non perdere voti anzichè assumersi le proprie responsabilità. Le spese tecniche sostenute poi sono una vergogna, altri studi tecnici l’avrebbero realizzato per molto meno, credo che la Garofani farebbe bene a dimettersi.
(Emiliano Pedrini)
Ed un obbligo di legge (canile sanitario) è eluso… dal 1954… davvero bel record…
(Rossella Ognibene)