Attento ai poveri. A partire dal nome così evocativo per gli italiani, ma anche per chi sa cosa vuol dire vivere nell’Appennino, come il santo povero d’Assisi. Cardinale per volontà di quel papa che venne a Reggio Emilia, Giovanni Paolo II. Capace di ritirarsi, nel 2005, quando venne nominato cardinal Ratzinger come nuovo papa. Ma prima ancora capace di uscire a testa alta dal buio della dittatura argentina e di continuare a girare in metropolitana, con la sua Croce pettorale così semplice e bella. Non ultimo, il filo della storia arriva dritto alla sera del 13 marzo 2013 quando il Conclave riesce a pescare un’anima “alla fine del Mondo”, come dice lui strappando un boato. Viene da Occidente, ma da quello povero.
L’attesa di questi giorni ne carica la figura e il mandato di responsabilità. Di rapporti segreti. Di potere da gestire. Di diffidenza, delle persone comuni e non, ora tagliente ora offensiva, accumunata a tutte le perplessità verso l’operato della Chiesa Cattolica.
Capace di presentarsi dicendo semplicemente “buonasera” e di “ringraziare per l’accoglienza”. “Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me”: e centomila persone rinchiudono nel cuore la gioia di un momento così atteso. Scompare, dopo le prime parole, anche, quell’attimo di imbarazzo e silenzio nella piazza gremita per un papa che pochi si aspettavano.
Nelle strade d’Appennino è notte. Ma sono poche le auto in transito e le persone nei bar. C’è chi ha disdetto qualche riunione, chi la palestra e la piscina. Moltissimi incollati alla tv e, anche, al web. Alla tv, comunque, c’è la stranezza – che a memoria non ricordavamo – di tutte i principali canali in attesa che si affacci il nuovo pontefice. Poco dopo il suo discorso impazzisce anche il nuovo media, Facebook, per troppi accessi.
Dalla sua non ha, certo, l’età. Ma Jorge Mario Bergoglio, argentino, 76 anni, e nuovo papa, nel suo nome porta il profumo della primavera che si sta affacciando all’Appennino e, con essa, di un montanaro a noi caro. Francesco è un nome ignorato dai media, ma – pare – colto dai teologi più accorti.
Dal nostro piccolo osservatorio cogliamo linearità, essenzialità delle cose, umiltà nei gesti, desiderio di rivedersi. E un sorriso che scalda il cuore.
Francesco. Assisi. E il sorriso del mondo.
(G.A.)
Viva il nuovo Papa Francesco I che è tutto un programma.
(Bruno Tozzi)
Vorrei ricordare anche S. Francesco Saverio, gesuita, missionario spagnolo al quale sono convinto che il nuovo Papa si sia molto ispirato per il nome, forse un po’ di più del Poverello d’Assisi. Credo comunque che una commistione tra i due santi omonimi nell’animo del Santo Padre non sarebbe mica male, specie in un momento cosi difficile ed oscuro della Chiesa…
(magisterandrew)
Una bella scelta! Speriamo abbia la combattività politica di relegare nel campo del peccato l’attività finianziaria fine a sè stessa, altrimenti farà solo da infermiere alle vittime.
(ancora)
In sintesi, questo nuovo Papa ha la semplicità di San Francesco d’Assisi e la fermezza e saggezza dei Gesuiti.
(Bru-To)
Habemus papam Francesco. Di meglio non si poteva sperare. Ringraziamo lo Spirito Santo per il dono.
(Angiolina Casoni)